La prima stagione di The Morning Show, andata in onda nel novembre del 2019, ha permesso ad AppleTv+ di entrare di diritto nell’Olimpo dei servizi streaming. Jennifer Aniston e Reese Witherspoon hanno reso pubblica la parte più marcia del giornalismo televisivo americano, dando vita a una serie davvero notevole.
The Morning Show inizia con uno scandalo sessuale che coinvolge il presentatore dello show del mattino più seguito degli Stati Uniti. Mitch Kessler viene immediatamente allontanato dagli studi, ma le conseguenze del suo comportamento riecheggeranno fra i corridoi della redazione per molto, molto tempo.
Nell’anno del “MeToo” AppleTv sceglie di spingere ancora di più l’acceleratore, mostrandoci tutti i retroscena possibili che questo genere di scandali possono avere in una redazione televisiva. Non c’è solamente Mitch infatti, le ripercussioni si faranno sentire anche sui produttori, la redazione, i piani alti del network e ovviamente sulla vittima e la sua famiglia. The Morning Show ci mostra una vasca piena di squali, in cui la cosa che conta non è essere il più forte, ma il più furbo. La salvezza sta nel saper fingere: di non avere paura, di essere sempre all’altezza, di avere sempre un piano per tutto, perché c’è un sottile filo di violenza che lega tutti i protagonisti e bisogna sopravvivere. Non c’è spazio per affetti, amicizie o lealtà, in The Morning Show imbrogli, sotterfugi, strategie sono all’ordine del giorno pur di restare a galla. Nessuno è davvero innocente, nessuno ha la coscienza pulita, anzi qualche volta si ha l’impressione che nemmeno ce l’abbiano una coscienza.
Le puntate si susseguono con un ritmo costante e quasi soffocante, scandite da finti momenti di patinata armonia e claustrofobici appartamenti bui e silenziosi. Quella che sembra la grande famiglia di The Morning Show, nasconde, al contrario, la cupa solitudine della vita privata di tutti gli individui che ci lavorano.
L’ottima scrittura della serie fa si che ogni storia raccontata affondi le sue radici in un unico nocciolo centrale, rendendola una storia coesa e coerente. Inoltre la vicenda è raccontata in maniera plausibile e cruda da un cast di tutto rispetto, fra cui spiccano i nomi di Jennifer Aniston, Reese Witherspoon e Steve Carell. La serie viene quindi rinnovata per una seconda stagione che, dopo alcuni rallentamenti, esce a più di un anno di distanza.
Il fatto è che dopo un finale di stagione che lasciava presagire una vera e propria apocalisse all’interno dello show del mattino, avevamo delle aspettative altissime per questo nuovo capitolo della storia.
Ma la seconda stagione di The Morning Show è stata all’altezza della prima?
Per quanto la seconda stagione costituisca comunque un buon prodotto televisivo, sarebbe impossibile non notare che rispetto alla prima qualcosa è cambiato e non nel senso buono.
La seconda stagione è caratterizzata da diverse storyline anche del tutto slegate fra loro. Bradley è alle prese con una nuova storia d’amore e con i vecchi problemi familiari, Alex teme di venire ostracizzata da un intero paese per la sua relazione con Mitch, la famiglia della povera Hannah mette in piedi una causa per avere un risarcimento e Cory annaspa, un episodio dopo l’altro, per tenere tutto in piedi. I personaggi sono quasi gli stessi, ma sembrano tutti universi a sé stanti. La prima stagione di The Morning Show aveva scelto di portare avanti un grosso e ingombrante tema centrale, le molestie, mostrando come questo fenomeno avesse un effetto valanga su tutto quello che lo circonda. Non si può fermare e non si può ignorare, anzi, il finale della prima stagione di The Morning Show mostra come l’unica scelta possibile sia ammettere tutto e lasciare che ogni cosa venga rasa al suolo per ricostruirla migliore.
La seconda stagione però non ce lo mostra questo scossone, ci mostra invece diverse vicende, individui alle prese con vari problemi. Storie avvincenti magari, intrighi che appassionano, ma che purtroppo appaiono slegate l’una dall’altra e quindi la scrittura in generale risulta meno incisiva. La forza della storia implode in se stessa e all’esterno percepiamo solo una leggera onda d’urto che spinge in avanti le vite dei protagonisti. Nella prima stagione avevamo avuto davvero l’impressione che ogni personaggio camminasse sull’orlo del baratro, un orlo molto scivoloso per di più. In questa seconda invece, guardiamo queste storie con la consapevolezza che in fondo, in qualche modo, ne usciranno sempre.
La seconda stagione sceglie in un certo senso di andare avanti, di mostrare anche altro, inserisce qualche nuovo assunto e sposta l’attenzione sul futuro, tanto dello show, quanto di ciascun personaggio. C’è solo una persona che non può veramente andare avanti e quello è Mitch Kessler. Purtroppo la gestione di questo personaggio nella seconda stagione è stata a dir poco deludente. Quello che viene descritto come un viscido approfittatore nella prima stagione, appare quasi redento e pentito nella seconda. Mitch in Italia farà la conoscenza di Paola Lambruschini, documentarista che sembra essere stata messa lì apposta per riscattare il giornalista accusato di molestie, cosa di cui tra l’altro non se ne sentiva il bisogno. La complessità di un personaggio che si sentiva di disprezzare, ma di cui non si poteva non notare la capacità di stringere anche legami di amicizia profondi e sinceri, viene inspiegabilmente appiattita nella seconda stagione, in cui sembra solo uno che si nasconde, pentito per aver mandato all’aria la sua vita e forse, si intuisce vagamente, anche quella di altri. Per farla breve la faccenda finisce in maniera scontata per non dire banale: il colpevole, il cattivo, il personaggio scomodo, viene semplicemente fatto fuori. Anzi si fa fuori da solo e quindi quella presenza così ingombrante da esserci anche quando non la si vede, quello che era in fondo il vero protagonista, quella storia potente che avevamo visto nella prima stagione, tutto si sgonfia da solo come un palloncino.
La serie comunque non è un disastro assoluto e la scelta di un grande cast è senza dubbio ciò che la tiene a galla. Jennifer Aniston è ancora il personaggio migliore di The Morning Show. Le diverse facce di Alex Levy sono ancora il fulcro della serie, che coglie svariate opportunità per dimostrarci quanto sia possibile amare e contemporaneamente detestare un personaggio. È umana: a volte egoista, a volte opportunista, altre volte dimostra una forma di integrità ammettendo i propri errori, qualche volta è capace anche di un reale slancio affettivo verso il prossimo. Gli sceneggiatori si sono davvero accaniti contro questo personaggio, facendole capitare qualunque cosa nel giro di dieci episodi, ma tutto sommato la Aniston riesce sempre a risultare plausibile.
La Bradley Jackson di Reese Witherspoon è sempre ambiziosa, con gli occhi puntati sulla vetta e continua la sua inarrestabile ascesa pur col peso di una famiglia difficile, dal passato ingombrante. Bradley nella seconda stagione riesce a mantenere quasi inalterata quell’integrità che l’aveva caratterizzata nella precedente, anche se l’esperienza professionale le sta togliendo sempre di più l’ingenuità con la quale ci era stata presentata la prima volta. Il che è un buon espediente per mostrarci un’evoluzione plausibile del personaggio che però ora risulta sempre più spesso coinvolta in vicende più personali che professionali. Infine Steve Carell (clicca qui per altre sue interpretazioni memorabili) conferma quell’insospettabile vena drammatica che ci aveva già mostrato nella prima stagione, diventando a tutti gli effetti l’unica cosa ancora davvero buona di Mitch Kessler. L’attore viene sfruttato male, venendo relegato a una parentesi ambientata in luoghi lontani, ma va riconosciuto che tiene in piedi la storyline italiana da solo, nonostante la sceneggiatura, in questo caso, si sia rivelata ben poco efficace.
La seconda stagione non è stata all’altezza della prima. La speranza è che la terza, che ha già visto qualche aggiustamento fra showrunner e produttori, sappia trovare la chiave definitiva per questa serie. The Morning Show non deve proseguire con una stagione ancora più frammentata e dispersiva, ma deve saper tirare le giuste fila delle vicende per arrivare a un finale che faccia onore a quello che era cominciato come un grande show.
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