Attenzione: l’articolo contiene spoiler sulla seconda stagione di The Morning Show.
Insieme alla comedy Ted Lasso, The Morning Show é lo show di punta del servizio streaming Apple TV+. Attualmente composto da due stagioni e rinnovato per una terza, il titolo é stato distribuito per la prima volta nel 2019, riscontrando da subito un feedback generalmente positivo da pubblico e critica. Complice un cast di volti stellari in cui risaltano in modo preponderante Jennifer Aniston, Steve Carell e Reese Witherspoon, The Morning Show ha catturato all’istante con una storia drammatica, controversa e dal sapore statunitense. La metanarrazione del contesto televisivo é sicuramente uno degli elementi chiave della serie, in quanto proietta gli spettatori all’interno di uno studio di registrazione e broadcasting di Manhattan, in particolare con riferimento al fittizio notiziario mattutino popolare in tutto il paese, The Morning Show. Dall’impatto e dalla notorietà storica nel contesto di riferimento, il programma viene colpito da uno scandalo che ne determina per sempre le sorti. Il co-conduttore principale del telegiornale del mattino, Mitch Kessler, é accusato di molestie sessuali.
Nel corso della prima stagione, la collega storica dell’uomo, Alex Levy, lotta per restare a galla nello show a seguito del licenziamento dell’amico con cui ha lavorato per ben quindici anni e salvare la propria reputazione minacciata dalla nuova impulsiva partner Bradley Jackson.
In un vortice di drammi, scandali e rivelazioni connessi all’attualissimo movimento del Me Too, The Morning Show nella sua prima produzione ha affrontato un tema controverso in maniera originale, sensata e intrigante. Dopo un lavoro iniziale ambizioso e ben riuscito, la serie si é imposta nel 2019 come uno dei debutti più interessanti dell’anno. Ma è lecito pensare che il suo climax sia già stato raggiunto? La seconda stagione si é fatta attendere fino al 2021, quando Apple TV+ ha rilasciato a cadenza settimanale i primi episodi a partire da settembre, è stato dopo poco chiaro che lo show avesse già perso dello smalto che ne aveva caratterizzato ed elevato la narrazione.
Con lo sfondo della graduale diffusione della pandemia da Covid-19 anche negli Stati Uniti, la seconda stagione sposta il suo focus avanti nel tempo rispetto al primo capitolo della storia. Mentre all’inizio la trama si muoveva nei momenti immediatamente successivi allo scoppio dello scandalo, quando ancora le notizie erano nebulose e non confermate; nella seconda stagione, una volta verificata la verità delle accuse, la storia si orienta verso le conseguenze che si ripercuotono sulle vite delle persone coinvolte, sia private, che pubbliche e professionali. Mitch è sicuramente colui che più ne paga gli effetti, assieme alla collega Alex a questi estremamente legata in un rapporto deleterio e tossico di egoismo e parole non dette. La questione controversa e sfaccettata di quanto la cancel culture possa affettare la realtà di chiunque e le diverse conseguenze a esito di azioni riprovevoli di questo tipo, avrebbero apportato alla storia di The Morning Show uno scrigno narrativo da cui attingere complesso, ma capace di intrattenere e indurre alla profonda riflessione se sfruttato saggiamente. Ciò nonostante, la mancata piena realizzazione di tale aspetto e una serie di altre ragioni hanno fatto sì che la seconda stagione dello show sia stata deludente e sotto le aspettative: la trama si è ancorata a dinamiche innecessarie e ha spostato il focus verso traiettorie meno interessanti.
L’unica puntata della seconda stagione in cui The Morning Show sembra tornare in sé, è paradossalmente l’ultima in cui la serie è stata in grado di proporre una narrazione controversa e multistrato come solo nella prima produzione è stata capace di fare. Si tratta in questo caso dell’episodio La Vita Amara, in cui Mitch perde la vita decidendo di non reagire e finire fuori strada con l’auto. In generale, il focus sul personaggio di Carell, seppur complesso e difficile da digerire (soprattutto nelle scene che sembrano cercare una sorta di empatia con l’uomo o redenzione del personaggio), offre le sequenze che paradossalmente contribuiscono di più a rendere la serie intrigante e inedita rispetto ai soliti drammi gialli e superamericani. Appunto, come era facile prevedere, l’unico buon episodio della seconda stagione termina con la scelta più comoda che The Morning Show potesse compiere: uccidere Mitch Kessler. Non é una morte epocale, ma l’abbandono e la resa di un uomo che non é in grado di ricostruire la propria vita, e immagine, a seguito di uno scandalo di tale portata che l’ha condotto a cercare persino nascondiglio in Italia.
Mitch Kessler è una persona orribile, e non merita il perdono di nessuno, ma è comunque interessante ricevere il punto di vista di chi si trova dall’altra parte. Si tratta di una prospettiva nuova e non semplice da portare sullo schermo. Senza troppa eccentricità, The Morning Show mostra anche come le conseguenze per lui non siano neanche troppo pesanti, soprattutto se paragonate alla morte di Hanna, o alle altre vittime in generale. Potrebbe essere un’opinione impopolare, ma la possibilità di continuare a vedere e esplorare che cosa possa voler dire essere percepiti come una persona cattiva, e come gli effetti delle sue azioni si stessero ripercuotendo sull’uomo, costituiva una direzione narrativa molto più interessante delle migliaia di dinamiche aperte nel corso della seconda stagione
The Morning Show avrebbe veramente potuto intraprendere una direzione narrativa controversa ma profonda, inedita e ambigua nel senso più positivo che possa esser inteso da una storia che cerca di affrontare le diverse sfumature e facciate di una vita giustamente punita e sconvolta senza ritorno da delle azioni talmente gravi. Sperare per la non dipartita (fatale o meno che sia) di un personaggio universalmente indicato come villain, non implica assumere le sue parti, ma auspicare alla serie tv una complessità e audacia narrativa che lo show di Apple TV+ non è stato capace di assumere e gestire al solo netto di solo due stagioni. E’ di certo una storia pesante e difficile da portare avanti con coerenza e giustizia, ma il coraggioso lavoro avrebbe probabilmente salvato uno show che già alla seconda produzione si è esaurito e ha deluso le aspettative di chi ne aveva colto un prodotto più impegnato di quanto poi si è effettivamente rivelato.
La decisione di far fuori così in fretta il personaggio attorno alla quale tali dinamiche avrebbero avuto moto è troppo sbrigativa e facile. Sono state messe le mani in pasta, rinunciare a tale direzione con una mossa semplice e banale come quella impiegata è deludente e non fa che abbassare le aspettative (già ridotte con una seconda stagione sotto tono) sul futuro dello show. Un’uscita di scena con così poco e con un una scelta così prevedibile e irrilevante al netto di un episodio talmente carico di tensione e magistrale performance (di Carell e Aniston) è frustrante e avvilente. The Morning Show avrebbe potuto mantenere alto lo standard inizialmente impostosi, ma ha optato per una scappatoia più semplice dall’ambiente nebuloso in cui si era addentrata probabilmente con imprudenza. I creativi dietro The Morning Show avrebbero potuto approfondire le luci e ombre di un crimine di tale tipo e degli effetti di questo su vittima, carnefice e tutti coloro che ne sono toccati in quanto personaggio pubblico. Avrebbero potuto fare una profonda immersione nel movimento del Me Too e nella cancel culture, frutto di un accadimento forte sotto molteplici punti di vista e capace di segnare la già macchiata reputazione e carriera di chiunque.
In una seconda stagione in cui tutto assume sfumature dai toni grigi, The Morning Show ci regala con largo anticipo la condanna e la redenzione di Mitch. Con ciò, la serie pare abbandonare la forte responsabilità inizialmente assunta di affrontare in modo così impegnato un tema talmente importante.
La rappresentazione è fondamentale. Innegabile è comunque l’intrigante contributo fornito da Steve Carell allo show in un ruolo inedito, tridimensionale e complesso come quello che vede un attore noto soprattutto nel mondo comedy calarsi nei panni di un villain viscido, tossico ed egocentrico in un contesto tanto drammatico e dai confini malleabili.