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The Morning Show è ancora la serie manifesto dell’era Apple Tv+

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Attenzione: l’articolo può contenere spoiler su The Morning Show.

Sin dal lancio sul mercato internazionale del portale di subscription video on deman Apple Tv+, nel 2019, l’universo della serialità ha compiuto interessanti passi avanti in più direzioni. Il contributo della giovane piattaforma streaming è indubbio: con una strategia che tende a premiare la qualità piuttosto che la quantità, Apple Tv+ ha avanzato un modello di serialità televisiva che sembra ricalcare le orme di quanto HBO ha rappresentato, nei primi Anni Duemila, per lo sviluppo della serialità high-concept. Attualmente, il catalogo digitale del servizio di Apple si compone di brillanti e ambiziose opere originali di tutto rispetto, come Scissione, Pachinko, Foundation, Silos, For All Mankind e Ted Lasso. Oggi, Apple Tv+ è tra i protagonisti del panorama televisivo e seriale internazionale: con storie complesse, sofisticate e rilevanti (proiettate a qualsivoglia genere e formato), si è conquistata progressivamente una fetta importante pubblico fedele, che riflette le caratteristiche portanti e peculiari della sua produzione distintiva. Tra i vari titoli a disposizione sulla piattaforma, una delle serie tv simbolo dello stile narrativo e produttivo di Apple Tv+ è, senza dubbio, la provocante The Morning Show.

Con il rilascio settimanale della terza stagione terminato da poco (l’ultimo episodio è stato reso disponibile lo scorso 8 novembre 2023), il recente capitolo di The Morning Show è giunto a conclusione, consolidando maggiormente l’identità di una serie tv così rilevante per il percorso di Apple Tv+.

The Morning Show (640×400)

A oggi, The Morning Show è il melodramma meta-televisivo di punta del portale di Apple. Seppur sia ben lontano dall’essere un prodotto perfetto, rimane comunque uno dei risultati più interessanti proposti sin dal debutto internazionale del portale streaming. Americanissimo nella sua narrazione e nel suo contesto, lo show si districa tra gli alti e i bassi della cronaca contemporanea e delle tensioni che popolano la cultura mediatica. Attraverso i due principali vettori, Alex Levy (Jennifer Aniston) e Bradley Jackson (Reese Witherspoon), The Morning Show indaga micro e macro temi in maniera intrigante e, occasionalmente, scomoda. Dagli intrecci tra i machiavellici personaggi che popolano il microcosmo del fittizio (ma fino a che punto?) network statunitense UBA e i topic più scottanti che hanno animato persino la nostra realtà off-screen, la serie tv offre una prospettiva godibile, grazie alla spietatezza con cui racconta ciascun carattere, non lasciando scampo proprio a nessuno. E non sembra lasciare scampo nemmeno a noi: vittime del magnetismo delle sue trasversali controversie e del suo fascinoso cast, non possiamo che andare avanti in una narrazione che, seppur imperfetta, rimane ancora rilevante dopo tre stagioni (una prova del tempo sicuramente non semplice).

Il percorso di The Morning Show è tutt’altro che lineare.

Dopo una prima stagione lucida, complessa, calibratamente spregiudicata, capace di investigare su alcuni temi di delicata rilevanza, la seconda è stata una generale delusione (complice anche la prematura uscita di scena del controverso Mitch Kessler e del pesante ingresso della situazione pandemica nella narrativa), abbassando nettamente le aspettative su un prodotto che si era presentato in maniera così solida. Attualmente, con la conclusione del terzo capitolo, The Morning Show ha rilanciato la sua storia, tornando a una struttura più tortuosa e di ferro e lasciando alle spalle, per quanto possibile, l’amaro ricordo del Covid-19. Lo show ha recuperato una dose importante del coraggioso cinismo che, in precedenza, gli aveva permesso di osare maggiormente nel raccontare la competizione, le tensioni e le controversie che aleggiano nell’industria dell’intrattenimento e, in generale, nell’intricato star-system. Con l’inserimento, nella narrazione, di tanti piccoli e grandi scandali, di attacchi hacker e della divulgazione pubblica di email private, di difficoltà finanziarie, di accordi tesi e di un nuovo magnate milionario potenzialmente in grado di salvare il network dalla bancarotta (interpretato da un tenebroso Jon Hamm), The Morning Show rilancia la posta in gioco. Tutti i personaggi sono sotti la luce dei riflettori e la serie tv diviene sempre di più corale nel raccontare l’ufficio più sovraesposto di tutti. In un contesto televisivo e mediatico così rilevante e al centro dell’attenzione e delle polemiche, nessuno è perfetto, e la terza stagione pare metterlo in chiaro più che mai, soprattutto con il nuovo ruolo assunto da Cory Ellison (Billy Crudup).

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The Morning Show (640×401)

Quel che risulta dal caos delle controversie, dell’informazione, degli intrecci tra i personaggi e del percorso altalenante della serie tv, è un melodramma americano appassionante, piacevole, in alcuni casi intenzionalmente fastidioso, e dalle ambizioni variabili. Ciò nonostante, The Morning Show resta uno dei manifesti maggiori del modello di Apple Tv+: un prodotto che rappresenta la particolare marcia del portale, ostinato ad avanzare titoli rilevanti, potenzialmente coraggiosi e crudeli. L’ambizione della piattaforma streaming si riflette chiaramente nell’ambizione della serie tv stessa che, tra le incertezze di percorso, racconta con spregiudicatezza le turbe di un network che diventa universale. Apple Tv+ e The Morning Show sono due servizi qualitativamente rilevanti che scorrono in parallelo, capaci, entrambi, di attrarre il grande pubblico con uno stile trasversale adatto un po’ a chiunque.

Proprio con The Morning Show, Apple Tv+ ha fatto centro: ben lontana dalla perfezione e con competitor migliori e di maggior successo, la serie tv è comunque una storia di qualità in grado di calamitare a sé chiunque, complice anche un budget considerevole e una pluralità di livelli che la rendono più complessa di quel che sembra.

Per questo, e grazie alla nuova scommessa lanciata dalla terza stagione, The Morning Show è stata in grado, fino a ora, di resistere e adattarsi al cambiamento, mantenendo ancora un’aura di prestigio nel panorama seriale contemporaneo. Superata la soglia del terzo capitolo e l’importante prova di maturità, la serie tv deve, ora, essere in grado di trovare il proprio punto fermo ed estendersi in maniera chirurgica nei giusti canali narrativi. E’ essenziale che si sviluppi solo fin dove necessario: in attesa di un rinnovo, c’è la speranza che la serie tv possa proseguire con fermezza e dignità, dando animo alle tossiche dinamiche rappresentate fino questo momento in una struttura sofisticata e che tanto sembra ibridare uno stile passato e presente.

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