The New Look, la serie Appe TV+ creata da Todd A. Kessler, è stata un successo senza precedenti. Considerando come Kessler negli anni abbia regalato al suo pubblico serie tv come Bloodline e Damages, partecipando anche alla scrittura di alcuni episodi de I Soprano, The New Look non fa che confermare le caratteristiche dei prodotti televisivi precedenti. La serie tv di Appe TV+, che ha debuttato con 3 episodi il 14 febbraio 2024, assolda un cast di star del grande e piccolo schermo, primi fra tutti Ben Mendelsohn e Juliette Binoche nei panni rispettivamente di Christian Dior e Coco Chanel. Superlativi nelle loro interpretazioni. Dalla regia alla fotografia alla ricostruzione storica, The New Look è una delle migliori serie tv Apple TV+ dell’ultimo periodo.
Accanto a loro Maisie Williams nel ruolo di Catherine Dior, sorella minore di Christian e John Malkovich che interpreta Lucien Lelong, proprietario dell’atelier dove Dior lavorava prima del successo con la sua collezione personale del 1947. Nel microcosmo di Dior gravitano, oltre a Lelong, personalità della moda come Cristóbal Balenciaga, Pierre Balmain, Pierre Cardin, ai quali prestano il volto rispettivamente Nuno Lopes, Thomas Poitevin e Eliott Margueron. Del cast fanno poi anche parte Glenn Close ed Emily Mortimer, la prima nei panni di Carmen Snow, caporedattrice dell’Harper’s Bazaar e la seconda nel ruolo di Elsa Lombardi, amica di lunga data di Coco Chanel, basata in realtà su due figure fondamentali nella vita e nella carriera di Chanel.
Dior e Chanel nella Parigi occupata dai nazisti
La serie parte nel 1955 alla Sorbonne, quando Dior è ormai uno stilista affermato, pioniere dell’alta moda francese. Una domanda, un unico riferimento a quanto accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale, porta un Dior ancora scosso a ricordare quegli anni, dando così inizio a un lungo flashback. Un flashback che dura tutta una stagione, tutta la serie tv The New Look. Allo stesso modo Coco Chanel nel ’55 sta per tornare a Parigi. Lei che, sempre rinomata, vede ormai re della moda Dior, pur non accettandolo. E nel racconto a ritroso iniziato da Dior, metà della narrazione interessa la figura di Chanel. Due stili opposti, entrambi amati prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Mentre Dior, preoccupato per la sorella che fa parte della Resistenza, continua a lavorare come stilista, Chanel deve chiudere la sua maison, ritrovandosi, consapevole e non, collaborazionista del Reich, mossa dall’unico interesse di non perdere tutto ciò che aveva a fatica conquistato. Quando Catherine viene arrestata, per Dior inizia un percorso ad ostacoli per scoprire dove si trova e come riportarla a casa.
Le ottime interpretazioni degli attori e il significato del titolo
Tutto è equilibrato, misurato, dettagliato, curato e ineccepibile. Coerentemente indirizzato verso l’universo che racconta. Ben Mendelsohn è il fratello di una giovane sorella membro della Resistenza che deve salvare da una morte certa e atroce. È un uomo pieno di insicurezze, timori, e che appare a volte incapace di capire, deciso e tenace nel tentativo di ritrovare Catherine, ma senza strumenti certi per farlo. Da lì l’inventiva, la genialità brillante e il talento estroso di quando il conflitto è finito, Catherine è tornata, lui può mettersi a lavoro, creare e dar vita a ciò che aveva dentro, a quel genio e quella vena artistica sedata e schiacciata dalla folle disumanità del nazismo. Allo stesso modo la Coco Chanel di Juliette Binoche, della quale si dovrebbe conoscere l’infanzia per capirla appieno, appare infatti a tratti insopportabile. Una Chanel provata da un senso di abbandono, tra chi la segue per convenienza e non per affetto e il suo bisogno di farcela da sola, perché da sola tutto era nato.
Nel tentativo disperato, comprensibile, eccessivo – riesce a essere tutto ciò insieme – di rimanere sovrana del regno che aveva creato, e nel terrore di non essere più non solo la Chanel che tutti conoscevano, ma la Chanel che a lei piaceva essere, compie degli atti estremi, tanto riprovevoli quanto, all’epoca e ai suoi occhi, apparentemente necessari. Iniziati per salvare l’unico parente, quel nipote che ama come fosse un figlio. Il New Look del titolo è quello che cercava Dior e ciò che cercavano tutti. Un ritorno alla bellezza, una bellezza nuova, che non poteva essere ricostruita dopo la guerra. Ma che doveva ricostruirsi da quelle macerie per dar vita a qualcosa di diverso, di autentico e al tempo stesso mai visto. C’era bisogno di stupirsi, di meravigliarsi, di poter dare un senso a ciò che era accaduto. È il nome che fu data alla collezione da Carmen Snow, interpretata da un Glenn Close tanto stupita quanto temuta, e che cerca di rimanere impassibile nell’espressione luminosa di fronte alla sfilata dei nuovi abiti di Dior.
Ritrovare la gioia di vivere in un mondo che tornava a brillare
La comodità, la funzionalità e il minimalismo che avevano contraddistinto lo stile di Chanel durante il secondo conflitto mondiale venne sovrastato da quello che Dior riuscì a creare: un vero e proprio tripudio di eleganza, sfarzosità e innovazione. Uno stile rivoluzionario che ridava linfa vitale per sognare di nuovo. Per dimostrare che quella creatività soppiantata da morte e devastazione poteva tornare a risplendere. Fondatore dell’alta moda, nel 1947 il mondo vide per la prima volta quello stile, quel New Look che si aspettava, senza saperlo. Gonna lunga e ampia, vita piccola, stretta con bustino femminile, e spalle morbide. Fino al tessuto: niente di tutto ciò che era stato ampiamente usato e voluto negli anni precedenti, quelli della guerra. Le stoffe erano pregiate, eleganti, ricercate, preziose: un’esplosione di lusso, ricchezza e classe. Dior non ha solo quindi creato uno stile completamente nuovo, ma anche una nuova idea di femminilità. Un qualcosa che oggi si continua ad ammirare in tutto il mondo. Ciò che rilanciò l’industria della moda, creando la così detta haute couture.
Le angosce del talento in The New Look
Una creatività salvifica che per molto tempo fu un martirio, un tentativo di essere se stessi, di snaturarsi per soddisfare richieste impossibili e difficili. Un terreno, quello della moda durante la Seconda Guerra Mondiale, pericoloso, dove non c’è spazio per l’emotività. Né per la verità. Né per ciò che si è pronti a fare per sé e per cosa si è fatto per il proprio Paese. Dior e Chanel solo quelle personalità che, vedendo la guerra da lontano, hanno dovuto poi scegliere da che parte stare. Senza sapere cosa sarebbe successo, cosa ne sarebbe stato di quel lavoro che doveva essere al servizio di un popolo invasore. Guardando The New Look non si entra solo nella sfera più intima e privata di 2 personalità così diverse, contrapposte, figlie di 2 epoche diverse. Ma si combatte insieme a loro nelle decisioni obbligate, improvvise, nate dall’egoismo, dall’amore, dall’egocentrismo individualista di tornare a essere chi si è stati. Anche mentre tutto intorno cambia e muore.
Chanel è una donna terrorizzata dal ritornare in una povertà che ricorda fin troppo bene. Dior è un uomo incapace di salvare la giovane sorella rinchiusa in un campo di concentramento. Entrambi provano a sfruttare ciò che sanno fare meglio, l’unica cosa che li rende unici. Ciò che gli ufficiali nazisti riconoscono essere superlativo, affascinante, incantevole. The New Look è la massima espressione artistica di incarichi e responsabilità che tra, paure opportune, ingenuità umane e obblighi sottili, quasi indecifrabili, non hanno sempre trovato la propria strada. InThe New Look è prima latente, poi lampante la contrapposizione tra gli abiti straordinari e l’orrore della guerra, una tragedia ineguagliabile per alcuni invisibile fino all’ultimo. Come testimonia una delle scene più indelebili di tutto lo show. Quando i parenti dei sopravvissuti ai campi di concentramento aspettano trepidanti l’arrivo in stazione dei propri familiari, intonando entusiasti l’inno francese. Prima che di fronte ai loro occhi si dipani quell’immagine di corpi martoriati e visi deturpati. Di anime di fratelli, sorelle, mogli, mariti e figli che non sarebbero mai più state le stesse.
Confini interiori invalicabili
L’occupazione nazista mette un punto, costringendo persone a fuggire, altre a sopportare soprusi e maltrattamenti. Altre ancora, come Dior e Chanel, a incontrare e soddisfare i desideri dei più alti funzionari del Reich. In particolare di coloro che vedevano in Berlino la nuova capitale della moda. E le cui mogli e compagne dovevano sfoggiare i migliori e più eleganti abiti mai realizzati. Coco Chanel deve dire in parte addio al suo primato e al suo successo nell’immediato secondo dopoguerra. Mentre Dior si avvia in parte ignaro, in balìa di un sogno, all’inizio di quello che sarà il momento più alto della sua carriera. E dell’alta moda francese. La Parigi di Coco Chanel è una città piena d’odio verso il solo minimo sospetto di collaborazionismo. Una città che celebra la fine dell’occupazione, ma che ne porta ancora le cicatrici. Quella di Dior è invece una città pronta a una nuova luce e a una gioia dimenticata. Una città pervasa da una vitalità bramata con forza, che attende il prestigio e lo charme che l’avrebbero risollevata.
The New Look è una serie rivoluzionaria che racconta la nascita di una moda rivoluzionaria
La serie di Apple TV+ racconta la moda della guerra, nella guerra e per la guerra. E lo si percepisce fin dall’intro, dalla sigla che apre ogni puntata. The New Look è da subito perfetta, accurata e rifinita. Proprio come lo sono quegli abiti che, timidamente, e in silenzio, come appare Dior, chiudono il cerchio e la storia. Pronti a un nuova era e a un secolo. Perché, idealmente, dopo il ’45 c’erano fin troppi errori da non ripetere, peccati da espiare e macchie indelebili da cercare di togliere. Il secondo conflitto mondiale e tutti i complicati sentimenti e le controverse direzioni che prendono chi lo vive, sono filtrati dagli occhi dei protagonisti. In particolare Chanel e Dior. Perché se il personaggio di Catherine è prima membro della resistenza, poi prigioniera di un campo di concentramento, la mentalità dei 2 stilisti non è inizialmente così netta e definita. È nel tentativo di salvare chi si ama, salvare se stesso e la propria professione che prima Chanel, poi Dior, si ritrovano invischiati.
Moda e guerra: due mondi opposti
Apple TV+ è noto per offrire, con moderata frequenza, alcuni prodotti televisivi davvero eccezionali (ecco una lista delle migliori serie tv da non perdere presenti su Apple TV+). Ma bisogna anche dire che The New Look è qualcosa di più. Perché forse mai, sul piccolo schermo, si era legato il mondo della moda, così assoluto, ideale e privo di imperfezioni, a quello della guerra. L’eleganza della moda e la paura della guerra. Il gusto e la precisione contro stenti ed incertezza. La ricchezza e il lusso di una e la miseria e devastazione dell’altra. Incantevole e letale, ammaliante e irreparabile, The New Look è quel contrasto tra la moda e la guerra.
Luce e buio, verità e menzogna, desiderio e obbligo. Tra la bellezza della magia e la cattiveria di un maleficio, il fascino si contrappone al disgusto, la vita alla morte, il sogno all’incubo. The New Look è un viaggio a ritroso nelle psicologie emblematiche, nelle complesse e sfaccettate figure di Christian Dior e Coco Chanel. Nomi conosciuti oggi in tutto il mondo, marchi che ancora rappresentano l’haute couture francese, 2 personalità che hanno fatto la Storia della moda. Con The New Look a Dior e Chanel viene restituita quella parte umana che, nella Parigi occupata, ha dovuto combattere contro se stessa. Quella genialità arrestata che aspettava di tornare a splendere.