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Le 5 scene più sconvolgenti di The Night Of

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The Night Of è l’intensa e drammatica storia di un ragazzo, un giovane come tanti, un bravo studente con pochi amici che una sera decide di violare le regole dei genitori pur di andare a una festa, sperando di vivere una notte magica, diversa dalla sua solita routine.

Una speranza che per Nasir Khan sembra diventare realtà nell’incontro con Andrea, la misteriosa e complicata ragazza che riuscirà in poche ore a conquistare la sua fiducia. Ma quella che poteva sembrare solo una notte di sesso, droghe e divertimento, per Naz si trasforma ben presto in un incubo, l’inizio della fine della sua vita così come l’aveva vissuta fino a quel momento.

Attraverso gli occhi di Nasir, lo spettatore viene condotto alla scoperta delle incongruenze e delle oscurità del sistema giudiziario americano e del suo carcere. Un luogo capace di trasformare un innocente in un criminale, un luogo in grado di cambiare per sempre qualsiasi uomo.

Per 8 stupefacenti puntate, The Night Of ci racconta questo viaggio all’interno dei più controversi aspetti dell’America, facendoci rivivere le tragiche conseguenze di un brutale omicidio e le ripercussioni che una morte così violenta e misteriosa avranno su numerosi innocenti.

The Night Of non è una serie facile da guardare, così cruda nel racconto da far venire i brividi in numerose scene, così reale nel dolore e nella tragedia da riuscire a commuovere e a turbare. Ma è una serie che merita di essere guardata, proprio per la sua capacità di sconvolgerci, farci riflettere e farci sentire parte della sua storia, esattamente come avviene nelle 5 scene di cui vi parleremo oggi, le più forti e segnanti della miniserie.

Attenzione: da questo momento potrete imbattervi in spoiler sul finale di The Night Of

1) Petey

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Mentre il caso di Nasir Khan si dipana pezzo per pezzo sullo schermo, le vicende del carcere di Rikers Island continuano a susseguirsi sullo sfondo, raccontando la dura realtà di una prigione dalla quale nessuno può mai veramente uscire integro.

Ed è proprio muovendoci sul contorno di The Night Of, in quelle scene che apparentemente ci allontanano dal tema principale, ma che costituiscono in verità la vera essenza del capolavoro della HBO, che facciamo la conoscenza di Petey, giovanissimo carcerato affidato alla protezione di Freddy.

Poco e niente ci viene concesso sapere sul suo conto. Non conosciamo le motivazioni che lo hanno condotto in carcere, non sappiamo nulla sulla sua innocenza o colpevolezza. Tutto quello che vediamo è il suo volto, apparentemente innocente, sicuramente giovane. Un piccolo ragazzo finito in qualche modo in quel contorto sistema giudiziario, abbandonato a se stesso in una prigione in cui sopravvivere sarà tutt’altro che semplice.

E basterà poco, infatti, perchè la permanenza di Petey a Rikers Island si trasformi in un incubo. La protezione di Freddy non è sufficiente a salvarlo dalle violenze di Victor, lo spietato carcerato che fa del giovane il suo passatempo erotico.

Un peso forse troppo grande per Petey, che non è in grado di sopportare l’idea di vedere ridotta la sua vita a ciò. Un peso che lo porta a compiere la scelta più tragica ed estrema che esista: il suicidio.

Ed è così che avvolto in una pozzanghera di sangue, il corpo senza vita di questo giovane carcerato viene presentato allo spettatore, rivelato pian piano dietro le sottili pareti di un bagno.

Una scena forte, non solo e non tanto per la drammaticità della fotografia, che ben riesce a trasmettere la violenza di un suicidio per certi versi prevedibile, quanto nella sconvolgente realtà che quel gesto lasciato cadere sullo sfondo ci racconta.

Un gesto che nasconde una storia di tormento e di dolore, solo accennata, eppure abbastanza struggente da lasciarci coinvolti.

2) Victor

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Nessun tradimento può rimanere impunito a Rikers Island. Non se perpetuato nei confronti del potentissimo Freddy quantomeno. Ed è così che la morte di Petey si ripercuote inesorabile sulle vicende di tutti i protagonisti, diventando parte della loro storia e di quella del protagonista.

Nasir è ormai parte integrante di quel sistema carcerario in cui è stato relegato, ne conosce i meccanismi, ne accetta le regole. Ma non si tratta più solo ed esclusivamente del lento strascico di delle azioni dovute, necessarie per sopravvivere. Naz adesso è in grado si scegliere, e sceglie di diventare come l’uomo che lo protegge: un criminale.

Una scelta che diventa evidente nell’aiuto offerto a Freddy nell’architettare la morte di Victor, il colpevole della morte di Petey. Un aiuto che non manifesta più solo la tacita accettazione di un omicidio inevitabile, ma che diventa concreto, attivo e colpevole. Non si sporca le mani Naz, ma si assume la responsabilità di quella morte. Fornisce un diversivo, lo fa nella piena consapevolezza del gesto che il suo protettore compierà in quel frangente.

Come un angelo della morte, Freddy arriva silenzioso a decretare il destino di Victor, in un frame veloce e drammatico che rimane impresso nelle nostre menti. Una scena che segna un passaggio importante nella storia di Naz, una morte che significa molto di più di ciò che appare.

3) Nasir

Fin dalla primissima puntata di The Night Of abbiamo sentito Naz raccontarci gli eventi di quella tragica notte che ha cambiato il suo futuro. Lo stesso identico racconto ripetuto più e più volte, come una poesia imparata a memoria, e confermato anche durante quel difficilissimo interrogatorio mostrato nell’ultima puntata.

Un interrogatorio che rappresenta una delle scene più intense e sconvolgenti di The Night Of, a partire proprio da quella frase finale, quella risposta che Nasir lascia cadere dalle sue labbra a seguito del difficile confronto. “L’ha uccisa lei?” “Non lo so”.

Trasformato in un criminale, sommerso di critiche, circondato da persone che non credono alla sua innocenza, Nasir perde a poco a poco ogni certezza, arrivando persino a dubitare di se stesso. Non ha ucciso Andrea, lo sa bene. Nonostante non riesca a ricordare nulla di quei cruciali istanti, Naz sa che non sarebbe mai stato in grado di compiere un crimine tanto feroce.

Ma è per questo meno colpevole? La morte di quella donna è forse dovuta alla sua incapacità di agire, di intervenire provando a salvarla e chiamando i soccorsi? Perfettamente lucido nel momento della fuga, tanto da pensare di portare via gli oggetti che avrebbero potuto incriminarlo, Nasir non è riuscito a trovare nella vista del cadavere la stesa prontezza d’animo. Salvare se stesso era più importante che proteggere Andrea.

Un gesto di egoismo, una codardia, che Nasir non può veramente perdonare a se stesso. Seduto di fronte a quella giuria pronta a giudicare le sue azioni, il ragazzo si rende conto di non essere più tanto sicuro della sua innocenza. E insieme a Naz, anche noi perdiamo le nostre convinzioni.

Quel ragazzo tanto bravo ed educato che avevamo conosciuto nei primi istanti della serie sembra non esistere più. Chi è veramente Nasir Khan? Il brillante universitario, rispettoso delle regole che credevamo, o l’uomo tatuato che abbiamo visto in carcere, quello che abbiamo scoperto essere in grado di picchiare dei compagni di scuola da bambino, spacciare farmaci agli amici e abbandonare una scena del crimine senza chiamare i soccorsi?

The Night Of non ci concede una risposta a questa domanda, decide di lasciarci sospesi, nell’incertezza di un verdetto che non fornisce alcuna risposta. Perchè il punto non è mai stato veramente capire se Naz fosse o non fosse colpevole. Il punto era solo seguire il sistema, lasciare che la storia più convincente incantasse la giuria, decretando un verdetto di innocenza o colpevolezza che poco aveva a che fare con la verità.

4) Chandra 

Se c’è una cosa che The Night Of ci insegna è quanto possano essere sfocati i confini del bene e nel male in un mondo come quello che fa da sfondo alla sua storia.

Ogni personaggio, ogni individuo che agisce sulla scena deve fare i conti con la propria morale, con la sua personale idea di giustizia. Perfino lei, quella donna che con tanta convinzione ha deciso di difendere Nasir, forse attirata da quel giovane ragazzo dall’aria innocente che sembrava non avere nessuno veramente disposto ad aiutarlo.

Ma quel processo iniziato quasi per caso, diventa per Chandra l’occasione per dare prova del suo valore. Quando parla in tribunale, quando interroga un testimone, la donna si sente potente, in un modo in cui mai si era sentita prima. E quel senso di grandezza la spinge ad andare sempre oltre, la porta a sfidare ogni regola, a superare ogni confine.

Vuole fare il grande salto Chandra, vuole sfidare le regole di chi da più tempo di lei fa parte del gioco. Nasir deve salire sul banco dei testimoni, deve farlo non perché questo sia utile al suo caso, ma perchè Chandra ha bisogno di quella prova. Vuole sfidare se stessa, vuole sfidare la giuria, vuole vincere, a ogni costo.

E per farlo è disposta ad accettare qualsiasi condizione. Perfino violare quella legge che le è tanto cara, introducendo della droga dietro le sbarre per Naz, donandogli l’unico strumento in grado di convincerlo a giocare la sua parte nel grande colpo di scena finale che ha progettato.

E mentre la vediamo estrarre le compresse dal suo corpo sotto lo sguardo impassibile di Nasir, comprendiamo tutta la sorprendente complessità degli attori di questo dramma moderno. Un palco in cui nessuno è veramente innocente, in cui ogni uomo e ogni donna si trova a mettere in dubbio se stesso, inesorabilmente posto faccia a faccia con la propria più profonda moralità.

5) Andrea

E proprio in quella scena che segna l’inizio di tutti gli eventi in The Night Of si conclude il nostro viaggio tra i momenti più sconvolgenti di questo piccolo capolavoro.

Un momento che di fatto costituisce il fulcro da cui si muove ogni pezzo della storia, una scena di forte impatto, resa graficamente e registicamente con una maestria encomiabile.

Soffusamente illuminato dalla tenue luce della abat-jour posizionata sul comodino, il corpo senza vita di Andrea compare nei nostri schermi senza alcuna censura, mostrato perfettamente nella atrocità delle sue ferite. Le ventidue coltellate che ricoprono il cadavere sono perfettamente visibili, spiattellate alla mercé dello spettatore, messo nella condizione di comprendere pienamente la drammaticità della scena a cui sta assistendo.

Non è certamente la prima volta che un corpo privo di vita diviene soggetto di un prodotto televisivo. Eppure in quella scena c’è qualcosa in grado di turbare profondamente l’anima di chi guarda. L’efferatezza del crimine, la spietatezza del suo artefice, riescono a trapelare attraverso lo schermo, fedelmente espresse nell’incapacità dei protagonisti di mantenere lo sguardo.

Insieme a Nasir anche noi rimaniamo senza fiato di fronte alla vista di quella tragedia appena consumatasi, ci sentiamo parte della storia, riusciamo a identificarci in quel ragazzo che per un crudele scherzo del destino si è ritrovato ad essere centro e protagonista di una vicenda tanto sconvolgente.

Le sensazioni di Nasir, la sua confusione, il conflitto morale che lo dilania nel momento in cui deve scegliere se chiamare i soccorsi o fuggire, diventano i nostri. Siamo noi, non Nasir, a trovarci in quella stanza, a immaginarci al suo posto.

E mentre il nostro dramma si consuma, mentre il nostro cervello spaventato e confuso cerca di trovare la strada migliore per salvarsi da quella che inevitabilmente diventerà la scelta più importante della nostra vita, Andrea giace immobile di fronte a noi, la sua esistenza ormai totalmente consumata, spezzata precocemente da un crimine di cui non conosceremo mai le modalità e i motivi.

Mortalmente malmenato, deformato e distrutto dalla ferocia della morte, il corpo di quella che era stata una giovane e complicata ragazza si imprime nella nostra mente, ricordandoci la fugacità della vita e l’inesorabilità della morte, in una scena che ci esprime il dramma di chi se ne va, e il dolore di coloro che restano.

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