Introduzione
The Night Of – Cos’è successo quella notte? è la miniserie crime prodotta da HBO e uscita nel 2016 che ci ha tenuti col fiato sospeso anche dopo l’episodio finale. Chiunque abbia divorato le 8 puntate – che potete guardare in streaming su Sky Atlantic – sa di cosa parliamo. Un incessante desiderio di capire cos’è successo quella notte quando Nasir “Naz” Khan (Riz Ahmed), un tranquillo studente universitario, viene accusato del cruento omicidio di Andrea Cornish (Sofia Black-D’Elia). La miniserie ha ricevuto un grande successo, ha ottenuto diversi premi e candidature, come agli Emmy, ai Golden Globe e al Satellite Award. Su Rotten Tomatoes ha guadagnato il 94% di rating e un commento che riassume l’essenza stessa della serie:
The Night Of è un mistero riccamente elaborato e squisitamente recitato che incanterà gli spettatori e li lascerà devastati.
Il New York Times invece l’ha definita: «Tesa e squisita». Il successo è dovuto al fatto che la miniserie scritta da Richard Price e Steven Zaillian non è solo un crime e possiede un series finale per niente scontato che instilla il tarlo come pochi finali sanno fare. Al mondo ci sono due tipi di persone: quelle che non possono restare con il dubbio e quelle che preferiscono i finali aperti per poter immaginare la conclusione che più li soddisfa. Se fate parte della prima categoria, The Night Of vi ha tenuti svegli con tantissimi interrogativi: è stato Nasir a uccidere Andrea? E se non è stato Naz chi è il colpevole? Vediamoli insieme.
1. La trama: di che cosa parla veramente The Night Of?
Come abbiamo detto, The Night Of non è il solito dramma procedurale. Attraverso il racconto dai toni gialli e noir di un crimine e dei procedimenti legali subiti da Nasir Khan, la miniserie affronta con estrema sensibilità degli argomenti molto caldi. Nel corso degli episodi ci fa riflettere su quanto i pregiudizi razziali influenzino il sistema giudiziario degli Stati Uniti; sul ruolo del carcere e sulla responsabilità che questo ha sulla condotta dei detenuti. Se il sospettato non fosse stato di origine pakistana e di fede musulmana sarebbe stato perseguito in modo diverso? E le indagini sarebbero state condotte con altrettanta superficialità?
L’odissea di Nasir inizia quando una sera decide di andare a una festa a Manhattan.
Naz è del Queens, non ha la macchina quindi prende il taxi del padre, senza permesso. Non essendo un esperto si perde nel centro di New York: da questo momento il ragazzo compirà una serie di errori che si riveleranno fatali. Lo studente non conosce il taxi e non riesce a spegnere il segnale che mostra lo stato di servizio. Per questo salgono a bordo prima due uomini – che lui inviterà a uscire – poi una ragazza, Andrea Cornish, quella che tra qualche ora diventerà la vittima di un raccapricciante omicidio.
Naz è interdetto, ma vedendola agitata acconsente ad accompagnarla in spiaggia. I due trascorrono una serata inaspettata ed emozionante; Naz si sente per la prima volta se stesso e trascinato dal carisma di Andrea asseconda tutte le sue iniziative, come assumere una gran varietà di droghe e giocare con un coltello in una sorta di roulette russa. Sono circa le due di notte e dopo il rapporto intimo, Nasir si risveglia confuso in cucina con un buco di memoria. Sale in camera per salutare Andrea, ma la trova riversa sul letto in un bagno di sangue.
Dopo aver rinvenuto il corpo, Nasir Khan compie un’altra serie di errori inesorabili.
Il ragazzo non chiama la polizia ma scappa in preda al panico; dimentica le chiavi del taxi nell’appartamento, torna indietro rompendo il vetro della porta e si ferisce una mano, tutto sotto lo sguardo di un testimone. Ruba una fiala con una sostanza stupefacente e il coltello con il quale ha ferito Andrea durante il gioco. Si mette alla guida finché una pattuglia insospettita lo ferma e – per altre ragioni – lo riporta sulla scena del crimine. Da questo momento Nasir, incastrato dalla presunta arma del delitto, da altre prove (circostanziali?) e da diverse testimonianze, diventa vittima del sistema giudiziario. Il caso è affidato al detective Dennis Box (Bill Camp) mentre il suo difensore è principalmente l’avvocato John Stone (John Turturro) impegnato sia a dimostrare la non colpevolezza del ragazzo che a combattere un problema dermatologico. Ma sono la città di New York, il sistema carcerario, la polizia e la discriminazione raziale – soprattutto dopo l’11 settembre – i veri protagonisti di The Night Of, quelli che donano alla storyline crime un taglio inaspettato.
2. The Night Of è basata su una storia vera?
The Night Of non si basa su una storia vera, ma è tratta dalla prima stagione di Criminal Justice, una serie britannica della BBC del 2008 scritta da Peter Moffat e interpretata da Ben Whishaw. La vicenda però è stata riadattata rispetto all’originale. La serie britannica aveva come protagonista un tassista bianco mentre The Night Of ha optato per uno studente musulmano e di origine pakistana. Una scelta che ha dato vita a un racconto con delle implicazioni completamente diverse. Molti spettatori hanno creduto che si trattasse di una storia vera proprio perché la miniserie è molto realistica e racconta la vicenda con dovizia di particolari. Secondo la dichiarazione ufficiale della HBO però il caso di omicidio trattato è del tutto fittizio, anche se possiamo affermare che la storia di Nasir sia, purtroppo, verosimile. In molti infatti hanno riscontrato delle somiglianze con le vicende di Adnan Syed o di altri casi di cronaca nera.
3. Il cast di The Night Of
Uno dei punti forti della miniserie, che potete guardare in streaming su Sky Atlantic, è di sicuro il cast e la recitazione degli attori. Del resto, si tratta di un prodotto di altissima qualità firmato HBO, la stessa produzione che ha realizzato Chernobyl, True detective e Game of Thrones. Altra nota d’eccellenza è la regia. La miniserie è diretta da uno dei suoi stessi sceneggiatori, Zaillian, salvo una puntata che è stata affidata a James Marsh. Aggiungiamo la fotografia buia e agghiacciante di Charles Libin, il contributo musicale ansiogeno di Jeff Russo, il cast straordinario ed ecco che otteniamo un vero capolavoro hitchcockiano.
John Turturro è l’avvocato John Stone
Se avete dubbi sulla bravura di John Turturro, questa interpretazione li spazzerà via tutti. L’attore newyorkese interpreta John Stone, un avvocato fallito con un eczema ai piedi. È poco influente, è considerato lo zimbello della Legge e rastrella i distretti di polizia in sandali alla ricerca di clienti disperati, colpevoli di reati minori. Quando vede Naz non pensa solo a una possibile svolta per la sua carriera, ma prova un autentico interesse, e così decide di aiutarlo. E pensare che Turturro non è stata la prima scelta, la HBO aveva scritturato inizialmente Gandolfini e dopo la sua morte ha pensato invece a De Niro.
Riz Ahmed è Nasir “Naz” Khan
Riz Ahmed interpreta uno studente di origini pakistane accusato del brutale omicidio di una giovane donna bianca e ricca. L’attore è originario del Regno Unito, quindi ha trascorso del tempo nel Queens per capire il background del suo personaggio. L’evoluzione di Nasir da studente introverso a carcerato con istinti criminali mette i brividi. La sua bravura non è passata inosservata infatti nel 2017 Riz Ahmed si aggiudica il Premio Emmy come Miglior attore per una miniserie o film TV.
Il cast secondario
Anche gli attori secondari di The Night Of brillano uno a uno per il talento e per la capacità di infondere nel proprio personaggio un’intensità mostruosa:
- Michael K. Williams è Freddy Knight, ex pugile e re della prigione di Rikers Island che porterà Nasir sulla cattiva strada.
- Sofia Black-D’Elia è Andrea Cornish, la vittima misteriosa e con problemi di tossicodipendenza.
- Bill Camp è Dennis Box, il detective onesto, ligio al dovere e vicino alla pensione.
- Jeannie Berlin è Helen Weiss, l’accusa.
- Payman Maadi è Salim Khan, il padre certo dell’innocenza di Naz.
- Poorna Jagannathan è Safar Khan, la madre di Nasir che lo ritiene colpevole.
- Amara Karan è Chandra Kapoor, la difesa di Nasir che compie un errore professionale avvicinandosi troppo al suo cliente.
- Paulo Costanzo è Ray Halle, il consulente finanziario di Andrea che nel finale di stagione si rivela un possibile sospettato.
- Paul Sparks è Don Taylor, il patrigno di Andrea che ha guadagnato una fortuna dalla sua morte.
- Glenne Headly è Alison Crowe, l’avvocatessa che prende il caso di Nasir pro bono solo per il prestigio mediatico.
- Il gatto: il piccoletto ha un ruolo marginale ma comunque importante, con lui The Night Of acquista un ritmo malinconico e allo stesso tempo comico, un dettaglio molto insolito per un crime.
4. Il finale: chi ha ucciso Andrea Cornish?
Come abbiamo visto, Nasir ha commesso una serie di errori fatali che lo fanno sembrare colpevole. Al principio siamo certi della sua innocenza, lo abbiamo conosciuto come un ragazzo tranquillo e nonostante le circostanze siamo sicuri che si tratti di un malinteso. Nel corso degli episodi però il dubbio s’insinua nelle nostre menti. Anche i suoi avvocati, John Stone e Chandra Kapoor, e i suoi genitori non sono più certi della sua innocenza. Ciò che ci sconvolge è che soprattutto Nasir Khan dubita di se stesso.
Durante il processo viene messo in discussione il suo comportamento da ragazzo modello. Non solo emergono degli episodi di violenza che avrebbe commesso in passato, ma in carcere, sotto l’influenza di Freddy Knight, viene fuori il suo lato oscuro. Di puntata in puntata le nostre certezze vengono sgretolate e grazie agli interminabili colpi di scena arriviamo al punto di ritenerlo colpevole. Ma ecco che quando ne siamo sicuri, iniziamo a sospettare del patrigno di Andrea, Don Taylor, di Ray Halle – che scopriamo essere il fidanzato della ragazza – e perfino dell’autista del carro funebre. Al contrario, coloro che ritenevano Naz colpevole, come Helen Weiss e Dennis Box, iniziano a valutare l’ipotesi che possa esserci un altro sospettato.
Il verdetto
La giuria si trova in una situazione di stallo, proprio come noi, e non raggiunge un verdetto unanime perché la metà lo dichiara colpevole mentre l’altra metà lo ritiene innocente. L’accusa, ormai dubbiosa, decide di non proseguire e Naz, sebbene non sia stato assolto, è libero. Per quelli che odiano i finali aperti, The Night Of può essere una tortura, ma a pensarci bene siamo di fronte a un series finale unico nel suo genere. È vero che ci lasciano liberi di immaginare l’esito che vogliamo, ma la miniserie non ha mai seguito la solita struttura dei legal drama. The Night Of non ha come scopo quello di risolvere un caso, ma di mettere sotto accusa il sistema penale e giudiziario americano. Ammesso che Naz sia entrato in prigione innocente, se ne va colpevole dei reati che ha commesso durante la reclusione: la prigione è responsabile del suo disgregamento morale, e questo è un fatto oggettivo.
Quindi chi è colpevole?
The Night Of compie un atto rivoluzionario e non ci rivela chi ha ucciso la ragazza, ma ci consegna lo stesso dei colpevoli. Il primo è Naz perché in prigione ha commesso dei reati, ma potrebbe esserlo anche per omissione di soccorso perché non si è accertato che Andrea fosse morta. In merito all’assassinio della ragazza, Nasir stesso ci dà la risposta durante il processo: non lo sa, lui era incosciente. Il finale – come dovrebbe accadere – non ci conforta né ci consola: non lascia nel dubbio solo gli spettatori, ma anche Nasir, i suoi genitori, John Stone e Chandra Kapoor. Tutti dovranno conviverci, a meno che le nuove indagini di Box non riaprano il caso.
L’altro colpevole è la giustizia. Le indagini non sono state accurate, le prove erano circostanziali e speculative e il carcere ha reso Naz un delinquente tossicodipendente. In The Night Of non ci sono vincitori, nessuno è ciò che sembra e nessuno è veramente innocente, per questo non possono concederci il sollievo che agogniamo fin dalla prima puntata. La sensazione di dubbio e di incertezza che ci ha lasciato questo finale disilluso è l’obiettivo che la miniserie di HBO si propone sin dall’inizio. Siamo spiazzati e confusi perché è forse la prima volta che uno show ci lascia con un finale che solleva più dubbi di prima.
La protagonista dell’intera vicenda è quindi l’incertezza che è una caratteristica della vita stessa, e John Stone ce lo conferma con l’arringa finale in cui riflette sul significato del ragionevole dubbio sottolineando che al mondo non esiste mai certezza.
Possiamo supporre che la spiegazione del finale sia racchiusa anche nel titolo della 01×08, The Call of the Wild – Il richiamo della foresta: a causa della detenzione Naz è entrato in contatto con il suo lato selvaggio ed ora è libero dalle costrizioni sociali e, purtroppo, sembra essere molto a suo agio con questa nuova personalità. Molto più di quanto lo era prima, cioè quando tutti lo consideravano solo un ragazzo sensibile, tranquillo e incapace di fare del male a qualcuno.