Quando il gioco si fa duro, The O.C. dimostra di essere perfettamente in grado di giocare. Stiamo notando sempre più spesso come, per quanto ci siano contesti diversi, musica ed immagini riescono a creare una perfetta correlazione con la storia che una determinata Serie Tv ci sta narrando. Hide and Seek ne è la dimostrazione.
Neanche a dirlo, The O.C. riesce a fare centro in più di un’occasione, quando si tratta di musica ed immagini.
Lo ha fatto con Hallelujah, alla fine della terza stagione, ma non dobbiamo scordarci che, prima ancora, The O.C. ci ha fatto vivere un altro passaggio epocale, più forte di quanto, forse, la nostra mente di adolescente potesse sopportare.
Noi non viviamo negli Stati Uniti, non siamo autorizzati a possedere un’arma da fuoco. Ma dati determinati eventi degli ultimi tempi, sappiamo bene che in America queste cose non sono esattamente nuove. E se adesso ne sentiamo più spesso, probabilmente ci siamo solo dimenticati del fatto che ne avevamo già sentito parlare. L’inserimento di armi nelle mani di civili risulta quasi una routine nel mondo delle Serie Tv. La cosa si può considerare giustificata quando ci troviamo all’interno del genere crime. Tutt’altra storia è, invece, quando stiamo guardando un teen drama e osserviamo degli adolescenti impugnare una pistola.
La nostra attenzione però, oggi, non la portiamo all’utilizzo delle armi, quanto più all’effetto che queste hanno dato ad una determinata scena di The O.C.. O meglio, ALLA SCENA di The O.C. per eccellenza, che paradossalmente sarà anche il motivo scatenante della crisi, che si svilupperà in un secondo momento, tra Ryan e Marissa.
Non è facile tenere dei segreti. Se poi sono tenuti all’interno di una relazione, non è nemmeno da considerarsi un bene, per nessuna delle due parti. Chi tiene dentro il suo segreto soffre in silenzio, mentre l’altro tenta in ogni modo di offrire il suo aiuto, trovandosi davanti un muro impossibile da buttare giù.
Questo è ciò che accade, alla fine della seconda stagione di The O.C. Vengono svelate verità che in realtà non si sarebbero dovute sapere, ma che, se fossero rimaste nascoste più a lungo, avrebbero davvero distrutto dei personaggi. Trey ha cercato di violentare Marissa, durante l’assenza di Ryan da Orange County, e lei è rimasta sufficientemente traumatizzata da non riuscire a parlarne con il suo ragazzo.
Anche perché c’è un dettaglio che non stiamo considerando: Ryan e Trey sono fratelli. Il secondo è da poco uscito di galera, e Ryan vorrebbe tanto credere nel suo cambiamento, ma la loro storia pregressa rende tutto più difficile.
Furti d’auto, spaccio di droga, ecco qual era la vita dei due fratelli prima che venissero presi. Ryan non è mai stato come il fratello, e l’ha dimostrato fin dall’inizio. L’altro, beh, ha sempre avuto un altro tipo di approccio alla vita, ed ha sorpassato il limite più di una volta. A volte credere nei cambiamenti è un bene, ma non sempre.
Tuttavia, la verità su ciò che sta facendo soffrire Marissa viene a galla, e si sa, certi errori non possono restare impuniti. Ryan e suo fratello hanno una questione aperta ormai da troppo tempo, ed è arrivato il momento di mettere la parola fine. Anche se questa parola nasce da una forte sete di vendetta e risentimento.
Stiamo parlando di quei sentimenti che ti spingono a fare di tutto e questo è ciò che succede tra i fratelli Atwood. Trey minaccia Ryan con una pistola, ma non sarà verso di lui che verrà rivolto lo sparo.
Tra i due parte una semplice lotta fisica, di quelle violente e brutali, fino all’arrivo di Marissa, che disperata tenta di dividerli.
C’è chi dice che l’amore è la forza più potente al mondo, e ammettiamolo, forse non si sbaglia più di tanto. Ma spesso questa è anche la tipica frase detta da chi non ha mai conosciuto la vera rabbia. È quel tipo di emozione che blocca il tuo cervello, mandando letteralmente in stand by la parte razionale e portandoti ad agire seguendo solo l’istinto. L’attacco di rabbia, in sé, sembra avere una durata relativamente breve, ma non ci accorgiamo di quanto male possiamo aver causato all’altro finché non è finito. Quando in noi torna la calma, quando riusciamo finalmente a razionalizzare ciò che ci è successo, veniamo presi da un’altra delle sensazioni più spiacevoli che noi umani possiamo provare: il senso di colpa.
La verità è che ci arrabbiamo più facilmente con le persone a cui teniamo, e nel momento in cui sentiamo che in qualche modo ci hanno fatto un torto non ci importa più quanto il tutto sia reale o meno. Siamo arrabbiati, incazzati, delusi, e vogliamo la nostra vendetta, anche se dovessimo solo finire ad attaccarci verbalmente.
Ryan e Trey hanno bypassato questo passaggio, arrivando direttamente all’attacco fisico. Tutto il risentimento, nascosto per anni, si riversa in calci e pugni, e ci basta un’occhiata veloce per capire che solo uno dei due può sopravvivere a tutto questo. E, in tutto ciò, Marissa, a sua volta in preda al terrore, chiude il tutto con un unico, secco colpo di pistola.
Hmm what you say?
Hmm, that you only meant well? Well, of course you did it.
Hmm what you say?
Hmm, that it’s all for the best? Of course it is.
Marissa è guidata da un altro sentimento, se possibile ancora più pericoloso della rabbia: il terrore. Se, quando siamo in preda ad una crisi di rabbia, chiudiamo il nostro cervello e agiamo solo d’istinto, con il terrore in corpo facciamo la stessa cosa. L’unica differenza tra le due parti è che il terrore prende le sue mosse dalla paura.
L’insicurezza, il non sapere come agire, le scelte che facciamo quando siamo terrorizzati sono più pericolose perché, a volte, non siamo nemmeno coscienti di ciò che stiamo facendo. Maggiore è la paura, più alto è il nostro livello di ansia e terrore, e più facile sarà per il nostro cervello darsi da fare per cancellare la nostra azione sconsiderata dal sistema. Questo effettivamente accade solo in casi limite. I più si trovano a dover convivere con un senso di colpa ancora maggiore di quello derivato dalla rabbia, ed è questo ciò che la stessa Marissa si troverà a vivere. Ma quando il tuo ragazzo, l’amore della tua vita, sta per morire di fronte ai tuoi occhi, e stai finendo le opzioni a tua disposizione, che altro puoi fare se non agire?
Marissa lo fa. Marissa agisce. Senza pensare, senza chiedersi quali potranno essere le conseguenze: Ryan deve essere salvato. Agisce per il meglio, o per quello che crede sia il meglio. Un’azione che avrà conseguenze devastanti, per la sua famiglia e per lei. Ma nel frattempo?
Perché ci viene spontaneo chiedercelo: cosa succede prima del disastro? Cosa passa nella mente dell’individuo che si è trovato a commettere qualcosa di incredibile, prima che realizzi ciò che ha fatto, dolore incluso?
Speak no feeling, no I don’t believe you.
You don’t care a bit, you don’t care a bit.
Ancora una volta, ci troviamo di fronte ad una Serie Tv che permette alla musica di parlare al posto dei personaggi.
Con Hide and Seek, The O.C. chiude la bocca di Marissa, Ryan e Trey, e usa le parole della canzone per far capire a noi spettatori come si sentono loro.
Ryan è fermo a terra, incapace di realizzare nell’immediato ciò che gli è appena capitato. Si sta riprendendo dalla morsa delle mani di Trey sul suo collo, e per quanto abbia effettivamente sentito il rumore di uno sparo, ha bisogno del suo tempo per alzarsi, capire, riprendere a pensare e decidere cosa fare.
Trey si volta a guardare Marissa, una volta che è stato colpito dal proiettile. Uno sguardo che effettivamente vale più di mille parole, in cui c’è una gamma vastissima di sentimenti: sorpresa, rabbia, stupore, rassegnazione, paura. Tutto ciò che si può leggere negli occhi di una persona che sta rischiando la vita è qui, di fronte ai nostri occhi.
Marissa crolla a terra dopo aver sparato. Certo, realizza piano e metabolizza la sua azione ancora più lentamente, ma si trova ad essere, se possibile, più spaventata e terrorizzata di quando ha compiuto il gesto. Cerca di dare un senso a ciò che ha fatto, ma le risulta sempre più difficile accettare l’idea di aver superato una linea che ha sempre considerato invalicabile.
In tutto questo, noi ci troviamo ad essere più tesi di loro. Siamo pieni di domande, a cui ovviamente vorremmo dare subito una risposta! Ma allo stesso tempo sappiamo che c’è una regola tacita, che lega spettatori e creatori di uno show: avremo le nostre risposte quando loro vorranno darcele. Né prima, né dopo, ma al momento giusto.
Ogni volta che riguardiamo questa scena, noi fan di The O.C. ci troviamo trasportati nello stesso vortice di emozioni che ci ha colpito durante la prima visione. Non c’è modo di scappare, possiamo solo arrenderci all’inevitabile. L’unica variabile forse sta nel fatto che ora sappiamo come tutto è andato a finire.
Ma ci chiediamo comunque cosa sarebbe successo, o cosa sarebbe potuto accadere, se i sentimenti non avessero preso il sopravvento e i personaggi avessero fatto delle scelte totalmente diverse.