The O.C. è una di quelle serie tv generazionali che si sono imposte sul grande pubblico più di altre. Altri prodotti, pur avendo ottenuto successo, non sono riusciti come The O.C. a coniugare benissimo humour, drama, cultura pop e una buona dose di originalità , forse troppa a volte, che comunque non ha mai annoiato lo spettatore.
Alcuni momenti della serie poi sono diventati persino iconici grazie alla combinazione perfetta di battute a effetto (chi non sorride ancora sentendo la frase “Chiunque tu vuoi che io sia“) e canzoni perfette, perché sì, uno dei punti a favore di questa serie, scritta e prodotta da Josh Schwartz nel lontano 2003, è sicuramente la musica.
Alcune canzoni sono diventate famose proprio grazie alla serie mentre altre già conosciute, una su tutte Hallelujah di Jeff Buckley, hanno suggellato momenti televisivi che si sono impressi indelebilmente nell’immaginario collettivo (come anche, e soprattutto, Hide and Seek di Imogen Heap). La maggior parte di queste sono legate a Ryan e Marissa, due dei quattro protagonisti, la cui travagliata e sfortunata storia d’amore ha tenuto incollati gli spettatori allo schermo per anni.
Praticamente tutti ormai sanno come finisce la terza stagione e molti se la ricordano proprio grazie all’ipnotica versione di Hallelujah cantata da Imogen Heap.
Ma c’è un altra canzone che ha inconsapevolmente segnato i fan della serie, sia per il momento in cui l’hanno ascoltata, sia per il testo tristemente allineato al punto della storia a cui siamo arrivati.
Running Up That Hill dei Placebo apre il primo episodio della quarta stagione prendendosi carico dell’annosa domanda che tutti i fan si fanno dopo aver assistito all’episodio finale della terza stagione, quello dove abbiamo visto Marissa, la sfrenata e ingestibile principessa di Newport Beach, morire tra le braccia di Ryan dopo un incidente causato dal suo ex.
Che cosa ne sarà del personaggio di Ryan adesso?
Poco conta che ai tempi della sua messa in onda la morte della protagonista ci venne spoilerata a destra e sinistra, sapevamo tutti cosa sarebbe successo e grazie alla diffusione di alcune immagini avevamo anche intuito come. Josh Schwartz ci ha comunque strappato il cuore dal petto senza pietà , con un uso perfetto di sguardi, sospiri, frasi spezzate e note struggenti.
Non importa cosa pensavamo o pensiamo ancora di Marissa, se la sua discesa verso l’inferno ci avesse stufato oppure no, se la volessimo vedere ancora insieme a Ryan o tifassimo per tutte quelle che hanno tentato di superare nel cuore del giovane protagonista la bellissima californiana. Volevamo tutti bene a Ryan e abbiamo assistito alla crescita del suo personaggio nonostante una sfilza di antagonisti tentassero in tutti i modi di farlo regredire e tornare il ragazzino collerico dell’inizio, madri spietate e ossessive, fratelli risentiti e gelosi e persino presidi dalle sembianze plastiche neanche fossero usciti da una fabbrica Mattel.
Quando prendono di mira Ryan diventiamo tutti di Chino e tifiamo in maniera sfegatata per lui, a prescindere da chiunque gli stia remando contro.
Per questo tutti temevamo l’inizio della quarta stagione, non tanto perché sapevamo il numero di fazzoletti che avremmo consumato, ma anche perché avevamo il terrore di scoprire che lo show non avrebbe retto a un colpo simile. Cosa che per molti è effettivamente successa.
La scelta della canzone con cui rivediamo dopo mesi di assenza Ryan, sporco e dal volto ammaccato, scrivere un nuovo capitolo della storia, è semplicemente perfetta per la struggente malinconia che ci raggiunge dopo poche note ma anche per le parole che Brian Molko ci canta attraverso lo schermo, che sembrano uscire direttamente dall’animo spezzato del protagonista.
You, it’s you and me.
And if I only could
I’d make a deal with God
And I’d get him to swap our places
Be running up that road
Be running up that hill
Be running up that building.
Non importa se Ryan non lo dice apertamente, chi lo sta guardando lo sente benissimo, divorato dalla rabbia, solo e ferito. Lui farebbe di tutto per vendicarsi ma ancora di più sarebbe disposto a fare a cambio con lei. Prenderebbe il posto di Marissa pur di non dover essere lui quello che ha subito una perdita del genere e soprattutto in quel modo.
Be running up that road, be running up that hill poi ci rimanda immediatamente a ciò che abbiamo visto mesi prima, lui e Marissa che fuggono a tutta velocità da un Volchok fuori controllo lungo una strada che li condurrà all’unica fine che non ci saremmo mai aspettati all’inizio di questa avventura.
Riusciamo ad avere un barlume di speranza quando poi arriva lui, il vero eroe di tutti i fan di The O.C., Sandy Cohen che ancora una volta veste i panni del padre perfetto ma non per questo stereotipati come quelli di Happy Days e Beverly Hills 90210. I suoi sono quelli sinceri e rassicuranti di un padre che nonostante le sue imperfezioni risulta essere comunque una guida credibile e illuminante, quello che con ironia ma anche polso fermo, ha saputo raddrizzare un ragazzino ferito e arrabbiato, cambiandogli la vita. Ed è proprio questo che temiamo di più mentre siamo fuori da quella porta con Sandy e vediamo Ryan fuggire per non doverlo affrontare, abbiamo paura che dopo tutto il percorso che hanno fatto insieme nemmeno lui possa ricostruire ciò che in Ryan è andato in pezzi.
Nemmeno a Sandy Cohen, il padre che tutti vorremmo avere, può riuscire il miracolo a questo punto della storia.
Ma il pugno finale allo stomaco ce lo dà ancora la voce di Brian Molko, che di nuovo torna a ripetere il verso And if I only could, I’d make a deal with God, and I’d get him to swap our places, ma stavolta insieme a un cambio di scena improvviso. Adesso guardiamo Julie Cooper, l’ex Regina di Newport Beach, stravolta e con gli occhi svuotati, e non fatichiamo a credere che anche lei farebbe un patto con Dio per prendere il posto della figlia diciassettenne.
Ed è proprio con un suo insospettabile sorriso che si spegne la canzone dei Placebo, mentre guardiamo lo stesso Ryan, fuggito da Sandy, bussare alla porta di un motel che verrà aperta proprio da quella che è sempre stata fin dall’inizio la sua più grande nemica, quella che è sempre stata cieca di fronte alla crescita che Marissa ha avuto grazie all’arrivo del ragazzo venuto dalle strade di Chino.
Ed è con la promessa di questa nuova, sorprendente ma comprensibile alleanza, che iniziamo la quarta e ultima stagione di The O.C., perché non importa se non abbiamo mai digerito la morte di Marissa, non importa nemmeno se abbiamo perso interesse sullo show con il passare degli episodi rimasti ormai orfani di una inevitabile leggerezza, siamo arrivati comunque tutti all’epilogo della serie perché avevamo bisogno di scoprire se alla fine Ryan sarebbe tornato a stare bene.