The O.C è in assoluto uno dei teen drama che più ha caratterizzato la nostra adolescenza o infanzia. La sua storia, andata avanti per quattro stagioni, si è insidiata all’interno della vita di tutti noi rendendoci parteci delle vicende dei quattro amici a cui ci siamo affezionati fin da subito. Ryan, Seth, Summer e Marissa ci hanno portato con loro nelle folli avventure adolescenziali insegnandoci – episodio dopo episodio – sempre qualcosa di più. Qualcuno però, tra i vari insegnamenti, ci ha anche insegnato cosa non essere: stiamo parlando di Marissa Cooper.
Marissa è a tutti gli effetti il personaggio che più infastidisce i fan di The O.C per via della costruzione contraddittoria, volubile e casinista che la rappresenta.
Vediamo insieme i 10 motivi per cui questo personaggio proprio non piace, e fateci sapere cosa aggiungereste alla lista!
1) La sua relazione con Ryan
Un consiglio spassionato a Ryan (ma anche a chiunque stia leggendo): quando si ha una vita complicata, la cosa peggiore che si possa fare è mettersi accanto una persona ancora più complicata.
Ryan soffre, e lo fa dal primo episodio. Ha una vita difficile, sconclusionata, instabile. Si trasferisce a casa dei Cohen cercando di sfuggire a tutte quelle complicazioni che lo hanno sempre inseguito, e cosa fa? Si innamora dell’involucro di ogni contraddizione, sofferenza e inaffidabilità. Questo è Marissa per Ryan.
Non nascondiamoci dietro allo stereotipico dell’ovvia relazione complicata in cui ogni protagonista si cimenta, perché qui non esistono giustificazioni. Il male che riceve da Marissa è imperdonabile e lo rende a tutti gli effetti spesso un suo succube. Lui, casinista di professione, ha deciso di avvinghiarsi a qualcuno che del casino ne ha fatto un’arte raffinata. Non siamo mai riusciti a perdonarla per il dolore che ha spesso inflitto al ragazzo lasciandolo e riprendendolo con una semplicità disarmante. La sua relazione con Ryan, in questa maniera, diventa qualcosa che rende tangibile la sua incapacità di relazionarsi a qualcuno in maniera costante e affidabile: qualsiasi opportunità era quella giusta per mettere fine alla loro storia o per costringere l’altro a lasciarla perché sfinito.
No, Marissa: per questo non ti perdoneremo mai.
2) La sua autodistruzione
Marissa Cooper è la migliore auto sabotatrice di se stessa. Non importa quanto le cose nella sua vita possano essere complicate, lei riesce a portarle agli estremi.
Riuscire sempre a fare la scelta sbagliata non è facile: almeno una volta su cento riesci ad azzeccare l’opzione corretta. Invece Marissa no: lei è la campionessa delle scelte sbagliate che la porteranno perennemente ad auto sabotarsi. Sembra quasi che nelle vene le scorra il sangue dell’autodistruzione, come se lei fosse nata per questo e basta. Per ogni problema Marissa propone un problema ancora più grande, e per ogni soluzione un problema: il circolo delle droghe in cui cade è l’esempio concreto del male che in realtà vuole a se stessa.
A pensarci bene a volte è proprio il suo metodo per risolvere le cose sbagliato, come se le sue soluzioni a volte fossero ancora peggio dei problemi che si è creata e in cui vuole annegare. Per tutte le tre stagioni in cui è presente non riesce a essere un personaggio positivo, ma pesante e avvilente che non fa altro che immergerci nella sua confusione e negatività che ripercuote sia nei suoi gesti autolesionisti che nei suoi rapporti. I legami che sviluppa all’interno di The O.C sono carichi di tensioni per via del suo modo avvilente di vivere le relazioni umane, e questo riuscirà a intromettersi anche nel rapporto con la solare Summer, la sua migliore amica e unico personaggio – insieme a Ryan – che non avrebbe mai meritato di cadere dentro i loop autodistruttivi di Marissa.
3) Toglie tutta la leggerezza a The O.C
Vi sveliamo una chicca che riesce perfettamente a far comprendere perché Marissa dovesse fare la fine che ha fatto!
Per il decimo anniversario il creatore di The O.C ha rivelato che la morte di Marissa fosse inevitabile per cercare di dare un’atmosfera diversa allo show. Questo personaggio è stato fonte di negatività non solo per la sua vita ma per tutto lo show. La sua essenza è riuscita a influenzare la serie così tanto da darle un tono più pesante rispetto a quello in realtà dovesse avere, e proprio così ci ritroviamo di fronte a una storia triste guidata specialmente da lei.
Inevitabile dire che la quarta stagione riesce a distanziarsi molto da questa tristezza e il motivo è proprio la scomparsa della protagonista. La sua negatività si è imposta talmente tanto all’interno da rendere un elemento che voleva essere velato, assolutamente chiaro e concreto. Fare a meno di lei è stata una scelta d’obbligo e ci dispiace ammettere che probabilmente è stata anche una scelta giusta: la sua tristezza, citando il grande Nanni Moretti, non era vitale o teatrale. Lei era triste squallida.
4) La sua mancata evoluzione nelle sue tre stagioni di The O.C
Marissa Cooper non cresce. La protagonista di The O.C rimane sempre al punto di partenza, non imparando mai dai propri errori.
Per tutte e tre le stagioni assistiamo a un personaggio che non riesce ad andare oltre ciò che è. Non ci sono segni di evoluzione o rimorso, non esistono momenti in cui migliora. Tutto viene nascosto da pezze che tappano buchi, da tappeti che nascondono la polvere: questo è ciò che accade quando Marissa cerca di superare i propri errori.
Tutti hanno una crescita importante, ma lei non riesce a evolversi e a diventare – se non migliore – almeno diversa. Veniamo ingozzati dalle stesse particelle che l’hanno sempre contraddistinta e questa staticità ci porta inevitabilmente a un’intolleranza nei confronti del suo personaggio, che per ben 76 episodi ci riserva sempre e solo la stessa zolfa: drammi da cui non ha intenzione di preservarsi. Ogni personaggio incasinato – e nelle Serie Tv sono molti – a un certo punto arriva a un punto di svolta, ma in questo caso tutto ciò non accade e la sua morte appare inevitabile. Sembrava scritto fin dall’inizio che il suo destino sarebbe stato questo e che dunque nulla sarebbe stata la sua evoluzione: il dramma della sua morte era l’unica cosa che bisognava aspettarsi da chi, come lei, non ha mai voluto salvarsi.
5) La sua perenne insoddisfazione
Marissa Cooper è un’insoddisfatta di prima categoria. Ottiene ciò che vuole e poi, a malapena, lo sopporta.
Questa insoddisfazione viene dimostrata in tutti gli ambiti della sua vita, ma in particolar modo nei rapporti. Cerca sempre qualcosa di diverso, qualcosa che la renda viva facendola sentire diversa giorno dopo giorno. Non riesce a distinguere la felicità sana dall’euforia, ed è proprio su quest’ultima che fonda la sua intera esistenza. Il divorzio dei suoi genitori è un argomento che non ha mai davvero superato e ogni pretesto – in questo modo – è quello giusto per tornare a rivangare il passato lasciando completamente da parte il presente.
La stessa cosa possiamo dirla della sua relazione con Ryan, amore che ha sempre voluto ma che non ha mai saputo trattare davvero. La sua insoddisfazione la porta a non sapere mai quale possa essere la scelta giusta e questo perenne dubbio è il fautore della sua volubilità: non avendo mai un’idea chiara di base tutto viene architettato dalla sua volontà del momento, dalle sue condizioni. Quando ha un momento sereno riesce a essere presente e altruista, ma stiamo parlando di attimi rari che all’interno di The O.C hanno vita breve e che lasceranno spazio a insoddisfazioni, ripicche e disastri.
6)La sua incapacità di amare
Questa è la storia più triste di The O.C. Una disparità, quella di cui stiamo per parlare, che ha devastato non solo Ryan ma anche tutti noi.
Ryan ha amato Marissa fin dal primo momento. Le ha teso la mano e ha cercato di tirarla verso di lui con tutto la pazienza e la dedizione possibile. Le ha perdonato ogni cosa, le ha fatto spazio e ha cercato di salvarla.
E lei?
Indubbiamente se c’è una persona che nella vita della Cooper ha fatto la differenza quella è proprio Ryan. Lui era l’unico che riusciva ad avvicinarsi a lei, l’unico che sapeva come cercare di calmarla e portarla – almeno per un attimo – lontana dal baratro, ma salvarla era qualcosa di troppo. Marissa era ben consapevole del potere che Ryan aveva su di lei, ma questo non è bastato per insegnarle ad amare: proprio così cercherà di amarlo come meglio può, e a volte malissimo. Inevitabilmente ferisce chiunque le stia accanto per via di questa sua incapacità, ma questo non deve diventare in alcun modo un motivo per giustificarla: non ha mai voluto imparare.
Il suo era un tentativo già fallito in partenza perché la sua ambizione in amore e nei rapporti in generale era sempre quella di dare ciò che riusciva, e quei momenti in cui fa tanto sono destinati sempre a finire. Si apre per richiudersi, si espone per poi nascondersi.
7) Il suo essere arrendevole
Sopravvivere è l’arte indiscussa di Marissa Cooper. Assecondare i suoi drammi è invece l’hobby preferito.
L’istinto di sopravvivenza lo abbiamo tutti, tutti eccetto lei. I suoi drammi continui hanno trovato la strada spianata perché era lei a spianarla. L’aggiustava per fare in modo che loro potessero passare senza alcun problema, e invadere in questo modo la corsia della sua esistenza. Non si è mai voluta salvare da nessun dramma, neanche quando quest’ultimo aveva una natura un po’ più semplice.
Non è mai importante cosa abbia di fronte, lei si arrende alla tristezza avvilente che l’ha sempre caratterizzata trovando in quest’ultima la chiave per sentirsi comunque viva nella sua devastazione. La sua arrendevolezza la riscopre anche nell’ultima scena che la coinvolge: decide di non far cercare aiuto a Ryan ma di arrendersi al dramma che si sta consumando, scegliendo così la morte che forse, sapeva, fosse l’unico rifugio per avere la pace che non ha mai voluto in vita.
8) Il suo lasciarsi andare alle persone tossiche
La scelta della foto non è casuale. L’aiuto che questi ragazzi danno a Marissa è infinito, ma non le è mai bastato. Se avesse deciso di accerchiarsi solo di tutto questo, forse alcune cose sarebbero andate meglio.
Fin dalla prima stagione attorno alla sua vita girano essenze pericolose che la portano all’estremo in ogni situazione. Probabilmente la sua vicinanza a questi personaggi le permette di riconoscersi in qualcosa di più vicino e meno morale. Non comprende che circondarsi solo del bene potrebbe essere la chiave giusta per fare un cammino più stabile, e proprio su questa base fin da dalla prima stagione inizia un rapporto malsano con Oliver che, all’estremo della sua follia, svilupperà un’ossessione per la ragazza che lo porterà a tenerla in ostaggio in una camera di hotel.
La depressione di cui si è sempre fatta carico non le bastava perché nutriva il bisogno di condividerla con qualcuno che potesse comprenderla, viverla di suo pugno e – più egoisticamente – cercava la conferma che lei in realtà fosse migliore di altri. Attorno a lei – il dramma – girava Summer che rispecchia, invece, la comedy. Questo contrasto si è rivelato più volte l’ingrediente adeguato per una persona come Marissa, ma ciò non le andava bene perché – come dicevamo – ha bisogno di ricoprirsi di ombre per sentirsi meglio.
9) Il suo vittimismo, indiscusso protagonista di The O.C
Forse cercando sul dizionario alla voce “vittima” troveremo il volto stampato di Marissa Cooper. Provare per credere.
Fin dal primo episodio Marissa si mostra come una vittima che sopporta il peso di tutte i disastri del mondo. Questo suo lato è talmente estremo da renderci difficile l’empatizzare con il suo personaggio: rare sono le volte in cui riusciamo a sentirci davvero vicino a lei perché i suoi drammi, anche quelli più normali, vengono portati allo sfinimento da lei stessa. La sua unica priorità è mostrarsi indifesa e incapace di poterli risolvere, cercando di nasconderci quella parte che in realtà gode nel vivere circondata da loro. Tale sfumatura si scoprirà tangibile nel suo rapporto con Ryan che periodicamente dovrà sentirsi carnefice di fronte al vittimismo spudorato della Cooper. Nella maggior parte dei loro litigi o rotture lei non sarù in grado di assumersi le proprie responsabilità dando la colpa di ogni cosa a Ryan che, semplicemente, cercava spesso solo di dare un senso a tutto quei disastri che vivevano.
Il suo vittimismo sarebbe più che giustificabile se avessimo di fronte una persona che ha sempre cercato di salvarsi ma in questo caso appare forzato e fuori luogo, in netta contrapposizione con il resto dei personaggi che cerca ogni giorno di affrontare qualsiasi situazione personale o creata da lei.
10) Il suo orgoglio
Sarebbe bastato poco a volte: chiedere scusa, chiedere aiuto.
Marissa è il vulcano di The O.C, il motivo per cui la maggior parte dei personaggi vive tragedie su tragedie. Tutto per lo più segue questo piano: Marissa ha un problema e cerca di affrontarlo da sola peggiorando la situazione, oppure li coinvolge tutti mettendoli in situazioni complicatissime. Non esistono vie di mezzo: o tutto o niente. Non riesce a chiedere scusa quando serve ma trascina le situazioni fino all’inverosimile alterando così la natura delle cose: spesso la soluzione a una discussione arriverà così talmente tanto tardi che dimenticheremo perché sia nata, e tutto ciò per un orgoglio che non sa andare oltre.
Saccente e sicura di sé, Marissa non fa spazio a chiunque voglia dirle che così non si fa, che potrebbe reagire diversamente. Non accetta che le si possa dire no e – spinta dall’orgoglio – raramente riuscirà ad ammettere le proprie colpe. A noi i personaggi piacciono in continua evoluzione. Li amiamo quando si mettono in dubbio, quando non sono padroni del mondo. Marissa ovviamente non lo era, ma si è dimenticata di non trasformarsi in una caricatura. Peccato.