Per quanto negli ultimi tempi sia stato protagonista di un exploit non indifferente, il teen drama non è certo figlio dell’epoca della Generazione Z. Quando ancora il genere non aveva un nome e la straordinaria macchina pubblicitaria delle piattaforme streaming non esisteva, show come Dawson’s Creek e One Tree Hill avevano già trovato il linguaggio perfetto per mettere in scena amori, disamori, turbe e psicodrammi dei giovanissimi. Ma è stato con The OC che il racconto si è arricchito di un realismo senza data di scadenza, portando sul piccolo schermo una fotografia dell’adolescenza che ben poco aveva a che fare con la fiction. Per quanto la serie di Josh Schwartz sia riuscita a trasformarsi in un tassello iconico della cultura di massa, non sono mancati strafalcioni nella trama ed episodi di cui, forse, si sarebbe potuto fare tranquillamente a meno.
Dalla turbolenta (ma vista e rivista) storyline di Marissa con Volchok all’inutile plot di Taylor e l’ex marito francese, abbiamo provato a selezionare i 5 episodi peggiori della serie (qui invece i migliori). Non tanto per ricordarli e provare a guardarli sotto una luce diversa quanto per evidenziarne ancor di più gli errori e condannarli a un eterno e meritato oblio.
5. L’ipoteca (3×18)
Il fulcro della storia ritornano a essere, ancora una volta, i mille problemi della relazione tra Ryan e Marissa (come se il pubblico avesse ancora bisogno di veder sviscerate situazioni che conosce, forse, anche meglio dei protagonisti). Mentre il ragazzo tenta di tenerla lontana dalle grane, Coop è naturalmente propensa a fare tutto quello che può danneggiarla e a optare per l’alternativa peggiore tra mille. Un rapporto che, se all’inizio sembrava fatto d’amore e di due persone che provavano a smussarsi a vicenda per incastrarsi, col passare degli episodi si è rivelato essere assolutamente tossico e lontanissimo dall’avere un futuro.
Le premesse sono ottime, si nota lo sforzo di far vedere una crescita negli atteggiamenti e nelle decisioni di tutti i personaggi (da Ryan, molto più maturo e centrato che agli inizi, a Seth e Summer, che ritrovano l’equilibrio perduto) ma tutto si perde nella storyline di Marissa. La sua uscita di scena era ormai alle porte e, piuttosto che lasciarne un ricordo diverso ai fan, gli autori l’hanno soffocata nuovamente in un susseguirsi di autodistruzione e sbagli fatali. Il rapporto con Volchok la porta sulle brutte strade del passato fino a spingerla al limite estremo. Mentre gli altri crescono e pensano alla vita da grandi, la cattiva ragazza di Newport rimane uguale a se stessa. Perdendosi, stavolta per sempre.
4. Inconfessabili segreti (3×09)
Quest’episodio è, in sostanza, un tremendo affastellarsi di intrecci senza senso. Dopo il ricovero in ospedale a seguito dell’incidente, Johnny viene dimesso e Marissa ritorna nuovamente a soffrire di quella sindrome da crocerossina che, come i più affezionati alla serie sanno, non l’ha mai davvero abbandonata. Una sindrome che, in quasi tutti i casi in cui si è presentata, non è stata altro che la nefasta anticamera di problemi. E infatti le attenzioni che Coop dedicherà all’amico surfista lo faranno innamorare di lei e questa cotta sarà solo l’inizio di un circolo vizioso che non porterà a nulla di buono. E, stavolta, in maniera più o meno irrimediabile.
Lasciando da parte la trama che coinvolge Kirsten, Julie e la loro decisione di lanciare una start-up di incontri d’alta classe e il fatto che si dia anche troppo spazio a un personaggio che non ha davvero nulla di interessante da offrire, Matt, nuovo acquisto del Newport Group, probabilmente la parte più fastidiosamente insensata è proprio la dinamica che si crea tra Summer e Seth in vista delle ammissioni al college. I due entrano in una competizione che li porta a sviluppare gelosie e invidie immotivate, perdono la leggerezza e la freschezza che li ha contraddistinti anche nei momenti più difficili (prologo di questa crisi), e Cohen mostra una parte di sé che, forse, avrebbe fatto meglio a continuare a tenere nascosta. Insomma, fin troppi spunti senza né capo né coda per un risultato finale da dimenticare.
3. Il club dei cuori solitari (2×12)
La 2×12 è la puntata di metà stagione, quella che mette in discussione personaggi e storie per movimentare il racconto. In realtà, l’effetto sperato non corrisponde a quello ottenuto. Il triangolo formato da Seth, Summer e Zach diventa stancante e noioso a livelli inverosimili, Julie Cooper continua a fare la Brooke Logan della situazione e, per quanto tenti di redimersi, finisce puntualmente a circuire qualcuno per denaro o vendetta (in questo caso, ovviamente, si parla del ricchissimo Caleb Nichol) e Marissa continua a sguazzare in un oceano di immaturità e piagnistei inutili.
L’unica cosa apparentemente fuori dagli schemi ma gestita malissimo è la storyline di Sandy e Kirsten.
Nel tentativo di affrancare la coppia d’oro di The OC dal manto di normalità e noia che li ha sepolti, gli autori mettono in piedi una sorta di rottura, con Sandy che bacia una vecchia fiamma, dimentica l’appuntamento con la moglie nella sera di San Valentino e firma la sua (temporanea) condanna a morte. Apprezzabile lo sforzo di rendere i coniugi Cohen meno ordinari ma non sarebbe stato meglio evitare lo stratagemma della terza incomoda e, non so, farli confrontare più o meno serenamente sul loro matrimonio? Ovviamente no, perché nelle serie come The OC più la situazione ha sbocchi apparentemente semplici, più si fa finta che quelle soluzioni non esistano. Anche a costo di sprofondare nel nonsense più totale.
2. Il fattore ex (2×09)
Quando si tratta di storie d’amore, a chi non piace un po’ di angst. In questo caso, però, è davvero troppo. Probabilmente perché, mancando la base, cioè l’amore, anche il dramma non riesce a fare qual passo in più per risultare un minimo accattivante. Nella 2×09 due personaggi si trovano a fare i conti con gli scheletri nell’armadio delle loro passate relazioni: da un lato, Seth rimane traumatizzato dalla scoperta della bisessualità della barista Alex, dall’altro Ryan, ormai impegnato con Lindsay, scarica addosso a Marissa tutta la sua frustrazione, reputandola colpevole di aver costretto la fidanzata a bere soltanto per ripicca e per metterla in pericolo.
A distanza di anni, non ho ancora capito che senso abbia questa trama, se non quella di far apparire i ragazzi come uomini di Neanderthal con una mentalità più chiusa di una scatoletta di tonno. Il punto più basso, però, non è questo. Perché è proprio da Il fattore ex che si fa spazio una delle storie più inutili dell’universo di The OC, quella tra Marissa e Alex, fatta di noia, ribellione e vendetta piuttosto che di sentimenti puliti e nuovi inizi. Potevamo far a meno di tutto questo e dedicare, piuttosto, una puntata solo e soltanto a Capitan Avena? Assolutamente sì.
1. La stagione delle pesche (3×10)
Arrivata alla quarta stagione, The OC ha iniziato visibilmente ad arrancare negli ascolti. Tranne qualche eccezione, le storyline sembravano essere sempre più raffazzonate e campate in aria, del tutto lontane dalla qualità e dall’originalità che, al contrario, aveva fatto brillare la prima e la seconda stagione. La prova più evidente di questa fatica è, sicuramente, la 4×10. Una puntata assolutamente inutile, per non dire tremenda, che aggiunge personaggi random senza un particolare motivo se non quello di arrivare a confezionare un episodio in un modo o nell’altro, e scombina la trama senza alcuna coerenza. Nella già complessa e traviata relazione tra Ryan e Taylor, sbuca fuori un terzo incomodo. Dal nulla, infatti, fa la sua comparsa l’ex marito francese della ragazza, Henri Michel. Il suo arrivo non cambia più di tanto le cose ma fa sì che, per la triliardesima volta, Ryan si senta fuori posto e, nonostante ormai non sia più l’adolescente di Chino con la sindrome del fuggiasco e certe turbe dovrebbe aver imparato a metabolizzarle, inizi nuovamente a interrogarsi su quale possa essere il suo posto nel mondo.
Come in un loop, sembra di vedere sempre le stesse scene, sentire sempre le stesse parole, assistere agli stessi drammi.
Ma non è tutto. Perché La stagione delle pesche ingarbuglia ulteriormente le cose, cercando nell’angst la soluzione a una totale mancanza di idee. Ed ecco che Summer e Seth si avvicinano nuovamente alla crisi e l’amicizia di Julie e Kirsten, diventata nel tempo anche una partnership di lavoro, ritorna ad essere messa in discussione da circostanze controverse. La sensazione, alla fine della 4×10, è essenzialmente quella di aver fatto un rewatch di due o tre episodi delle stagioni precedenti: gli intrecci vengono riproposti ma svuotati, i personaggi sembrano aver perso tutto il loro smalto e lo show tenta, come può, di arrampicarsi sugli specchi per sopravvivere.