Julie Cooper non si presenta con un bel biglietto da visita. In The O.C. è una donna egoista, superficiale, malvagia, manipolatrice e calcolatrice. Per i soldi farebbe di tutto, per una vita agiata e immersa nel lusso venderebbe pure l’anima al diavolo. E quasi lo fa sposando Caleb Nichol, che non era proprio uno stinco di santo. Sperperare il denaro di suo marito per i suoi vizi e quelli delle figlie è il suo hobby preferito. In più è ossessionata dal timore che la gente pensi male di lei. La sua immagine è tutto, tanto che questa eccessiva attenzione nell’apparenza si riversa su Marissa. In The O.C. la ragazza deve sempre apparire e comportarsi in modo impeccabile, avere amici e fidanzati perfetti, anche a costo di rimanere in una relazione in cui era chiaramente infelice.
Julie non è una brava mamma in The O.C.
Insomma, andare a letto con l’ex ragazzo della figlia non è proprio il modo per conquistare il premio di madre dell’anno. Nasconderglielo poi è ancora peggio. Tenta pure di far internare Marissa in un istituto psichiatrico dopo che la ragazza era andata in overdose in un vicolo a Tijuana. La maggiore dei Cooper lotta strenuamente per impedirlo, riuscendo a evitarlo a patto che frequenti uno psicologo. Quello dove incontra Oliver. Forse era meglio il manicomio?
Dobbiamo anche dire che Julie non è mai stata una fan di Ryan. Non lo ritiene all’altezza di Marissa, mina la sua immagine, è un delinquente che avrebbe distrutto sua figlia trascinandola nel fango e nella povertà. Ecco perché fa di tutto per ostacolare la loro relazione in The O.C..
Quando acquista più spazio in The O.C. capiamo il comportamento di Julie. È il personaggio più spaventato e vulnerabile della serie tv, terrorizzato di tornare quella donna povera ed emarginata di un tempo. Quella che deve fare i film porno per raccattare quattro spiccioli. Per sopravvivere è dovuta diventare un’arpia. È come se non conosca un modo diverso per andare avanti o, se lo conosce, non lo usa perché troppo rischioso, dato che la strada che ha intrapreso dà risultati certi. Pur di non perdere i soldi di Caleb vorrebbe ucciderlo ma non va fino in fondo. Anzi si butta in piscina per salvarlo dopo che l’uomo è stato colpito da un infarto. Forse una delle prime volte in The O.C. in cui vediamo il buon cuore di Julie.
Quando incontra il Dr. Roberts si convince di amarlo, di provare per lui un sentimento sincero, anche se alla fine sono il suo denaro, la sua casa e il suo prestigio le reali motivazioni per iniziare una relazione con lui.
Poi l’abbiamo vista cambiare grazie a una stupenda evoluzione.
Certo, non abbandona i suoi modi subdoli e contorti, ma li mette al servizio del bene. Potrebbe andare fino in fondo con la truffa di Charlotte ai danni di Kirsten. Non avrebbe nemmeno rischiato niente perché, scappando, Charlotte si sarebbe presa la colpa. Ma non può fare questo a Kirsten, non può tradire la sua migliore amica, non può sfruttare la sua generosità e bontà a proprio vantaggio. La sua amicizia è troppo importante per Julie. Così fa in modo di sabotare il piano di Charlotte, regalandoci una delle perle più meravigliose di The O.C.:
Impacchetta i tuoi quattro stracci e sparisci al volo. Una stronza manipolatrice basta e avanza qui a Newport. Tante care cose.
Julie impara a essere più comprensiva anche nei confronti di Marissa. Non riuscirà mai a essere il tipo di genitore di cui questa adolescente problematica ha disperatamente bisogno, a darle quel supporto necessario per superare tutti i suoi traumi. Soprattutto quando la ragazza sta affrontando le conseguenze del tentato stupro, della sparatoria e della morte di Johnny. Lì ha bisogno della madre. Lì Julie non c’è.
Ma capisce che Marissa deve lasciare Newport, capisce che deve dare alla figlia spazio e una spiegazione: tutto quello che ha fatto in The O.C. è stato il suo tentativo di dare a Marissa una vita migliore della sua. Perché la ama talmente tanto da fare qualsiasi cosa per lei, da difenderla anche quando è indifendibile, quando la tratta male, quando non lo merita. Provandoci anche quando non ci riesce. Perché, alla fine, questo fa una madre.
Per la prima volta in The O.C. Marissa (qui la sua analisi psicologica) ammette di volerle bene e di sentirsi orgogliosa di essere la figlia della donna più coraggiosa che abbia mai conosciuto. Riescono a ricostruire un rapporto che verrà spazzato via dal destino. Julie si perde per un po’, convincendo Ryan a intraprendere una missione omicida pur sapendo di commettere un errore.
E lo ammette, in quella bellissima scena del “Dimmi qualcosa di lei”, il suo modo per chiedere scusa al ragazzo.
Solo dopo che Volchok finisce in prigione Julie ritorna alla vita. Capisce che non è il denaro che fa la felicità. È il rapporto con la figlia, la relazione con i Cohen, il legame con Summer, Taylor e Ryan la cosa più importante. In fondo la ricchezza non ha significato senza coloro che amiamo. Sono le persone che rendono la vita preziosa e colorata. E così prova a cavarsela da sola, così decide di perseguire i propri sogni con le sue sole forze, senza un uomo che la sostenga o l’aiuti economicamente. Sceglie se stessa, ma non nella maniera egoistica di un tempo.
Mette Julie e Kaitlin Cooper al di sopra di un altro matrimonio, smettendola di passare da una relazione fasulla all’altra. Va a scuola, prende una laurea, riesce a innamorarsi davvero, mantiene un bel rapporto di amicizia con entrambi gli uomini della sua vita. Con Frank, per via del loro bambino. Con Bullit per il bel rapporto tra lui e Kaitlin. Perché a Kaitlin serve una figura paterna, perché Julie prova con lei a essere una madre migliore di quella che è stata con Marissa (qui cosa sarebbe successo se non fosse morta).
Julie Cooper era una pessima madre e una pessima donna. Ma ci ha provato, ha preso coraggio, è cambiata. Ecco perché, alla fine, è lei la vera vincitrice di The O.C..