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The O.C. ha rovinato la vita sentimentale di una generazione di trentenni

The O.C.
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Ci sono serie che fanno semplicemente il loro lavoro, ossia quello di catturare l’occhio e l’attenzione di chi guarda, e altre che invece fanno molto di più, entrando nella nostra quotidianità senza esitazione. The O.C, dal primissimo accordo della sua sigla, ha varcato i confini di casa nostra con l’immensa voglia di farsi amare come una straordinaria amica, e con l’effetto immediato di immischiarsi nella nostra fantastica avventura di vita. I disagi di Seth e Summer sono diventati col tempo anche i nostri, e la loro relazione ha finito per essere uno specchio atipico in cui osservare anche la nostra. C’é stato un tempo, quello in cui esisteva ancora il mio Nokia 5300 con la vecchissima tastiera da capogiro, in cui The O.C e soprattutto la storia tra Seth e Summer erano visti da noi ragazzini come una sorta di apprendistato per le nostre avventure amorose: bastava non mettere i Death Cab For Cutie in radio per evitare litigi fragorosi, o comprare l’albero più bello per la festa di Natale. Il fidanzamento tra Seth e Summer ha sancito la fine degli incubi di tutti quei ragazzi nerd che, improvvisamente, si trovavano a sperare, proprio come Seth, di essere accettati dalla più bella e popolare della scuola. Ma la realtà era così vicina ai sogni mandati in terra da The O.C?

E se qualcuno di noi avesse usato le storie di The O.C come spunto personale e di coppia?

The O.C.
The O.C.

Quanti trentenni di oggi hanno immaginato di poter baciare il proprio partner sotto una rovente pioggia con la maschera di Spiderman? E quanti ancora hanno deciso di chiamare la propria barca con il nome della persona amata? In quegli anni lontani, quando Avri Lavigne raggiunse il successo mondiale con il singolo Complicated  che la fa diventare un idolo per gli adolescenti di tutto il mondo per via della sua personalità ribelle, abbiamo tarato le aspettative dei nostri rapporti sulla base delle relazioni della serie. Il sottoscritto, ad esempio, aveva tanto timore di incontrare nella propria storia sentimentale una persona come Marissa Cooper, e cioè una ragazza che ne aveva fatte di cotte e di crude nei confronti del povero Ryan. Ho pensato spesso a come ne sarei uscito se anche io avessi dovuto recuperare la mia ragazza dalle grinfie di uno psicopatico come Oliver e dalla sua immancabile gelosia. E soprattutto, come mi sarei comportato se la mia Marissa fosse entrata nella macchina di un pazzo di nome Volchok? Temevo di incontrare qualcuno così instabile e così terribilmente in pericolo, come se fosse un’aspirapolvere di guai. Odiavo il personaggio di Marissa ma amavo il modo in cui Ryan si prendeva cura di lei, cosicché ho capito ancor di più che l’unico modo per amare davvero qualcuno è farlo accettando anche i suoi limiti, soprattutto i suoi limiti, e che delle volte buttarsi a capofitto verso qualcosa serve davvero. Come Ryan con Marissa.

Per Marissa e Ryan non è stato tutto grigio e snervante, e la loro storia ci ha regalato comunque momenti indimenticabili, come il loro primo incontro. L’iconico dialogo tra i due nei pressi di casa Cohen, quello in cui Ryan risponde con “Chiunque tu vuoi che io sia” alla domanda di Marissa “Chi sei”, è stato per anni un classico tra i teenager dell’epoca, parole da usare per farsi apprezzare in una bellissima festa a bordo piscina. Ci avete mai provato a rispondere con un ‘Grazie’ al ‘ti amo ‘ di una persona importante? Nel frattempo Abbiamo immaginato, come illusi sognatori grazie a The O.C, che le nostre giornate si riempissero di passeggiate lungo le spiagge, e di serate passate a giocare in un centro commerciale chiuso e blindato. The O.C ci ha fatto sperare che il nostro primo bacio arrivasse sui banchi di scuola e davanti a tutta la scuola, o che, con la festa di capodanno, arrivasse qualcuno a dirci ‘ti amo’ dopo una corsa lunga quanto una maratona alle olimpiadi. Magari qualcuno di noi ha provato, imitando Seth Cohen, a usare un atteggiamento di indifferenza o noncuranza verso i problemi della coppia, altri invece hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo proprio come Ryan. In un modo o nell’altro guardavamo i piccoli pezzi della nostra vita nella serie e viceversa.

Una serie generazionale che si continua a guardare con profondo amore

The O.C

La serie statunitense ci ha accompagnato mano nella mano durante la nostra fase adolescenziale, cosicché i nostri anni si confondevano con quelli della serie, e la tentazione di imitarli in tutto e per tutto si faceva sempre più vigorosa. Ricordo ancora di aver regalato una sorta di ‘Principessa Favilla’ a una delle mie prime ragazze, e che quella volta non ci fu nessun bacio o carezza ma soltanto un rifiuto netto e triste. Come aveva fatto Seth Cohen a far colpo su Summer? L’ho chiesto a me stesso per ore e ore dopo quel rifiuto ma probabilmente la risposta era più facile del previsto: Non ero Seth Cohen, unico e inimitabile così com’era. The O.C ha segnato una generazione di trentenni come poche altre serie in circolazione, finendo per risucchiarci tutti in una sorta di favola senza tempo. Ma poi la vita reale ha preso il sopravvento e “Chiunque tu vuoi che io sia” come risposta alla domanda “Chi sei”ci ha fatto fare una grossa e brutta figura. Al di là di tutto e al di sopra dell’ironia, le storie di Seth, Summer, Ryan e Marissa faranno sempre un po’ parte delle nostre vite, e cercheranno spesso un modo per emergere anche dopo tutti questi anni. Anche se è solo una serie tv.