Se fossimo in un pub insieme a due appassionati dei due The Office, saremmo perdonati qualora scambiassero il loro parlarne con un dibattito sul controllo delle armi o sulla vaccinazione obbligatoria in tempo di pandemia. La passione della discussione può diventare altissima quando un amante di The Office US incontra e discute con un purista di The Office UK. Il tutto porta spesso a scambi accesi sul chi fosse migliore/peggiore come boss e personaggio fra David Brent e Michael Scott o se fossero meglio Pam e Jim o Dawn e Tim.
Per tutti coloro che non hanno familiarità con entrambi gli show, questa diatriba potrebbe sembrare banale e senza senso, ma per chi ha investito tempo e cuore in The Office è quasi più importante di dare un nome al proprio primogenito.
E quindi qual è il miglior show, fra i due?
Partiamo dalle parole del primo protagonista di The Office in ordine di tempo, Ricky Gervais, che alle telecamere della BBC ha affermato: “Alla gente piace dire che il dramma è la vita reale senza le parti noiose, ma in The Office le abbiamo lasciate. Volevamo che le persone guardassero l’orologio, sprecando le loro vite, aspettando di tornare a casa.”
Questo, insieme ad alcuni personaggi psicologicamente complessi e una narrazione dal ritmo articolato, è ciò che ha reso The Office un’esperienza così emotivamente penetrante per il pubblico.
The Office è riuscito nell’impresa di rendere non solo gradevole, ma anche appassionante un mondo che all’apparenza non dovrebbe esserlo.
Con così tante persone che si sono innamorate così profondamente del mondo di sogni soffocati e desideri insoddisfatti di Ricky Gervais (e del co-creatore Stephen Merchant), non c’è da meravigliarsi che ci fosse così tanto scetticismo sulla decisione della NBC di adottare la commedia britannica in prima serata per il pubblico americano.
In parte, i loro dubbi erano giustificati: quasi tutto ciò che rendeva grande la versione americana di The Office derivava dal suo progenitore dall’altra parte dell’oceano. L’umorismo imbarazzante sul senso di colpa dei bianchi, la storia d’amore tesa tra l’addetta alla reception leggermente carina e l’arguto venditore di carta, il capo irrimediabilmente nevrotico che ha un disperato bisogno di essere amato da tutti era tutto lì prima che il co-creatore di King of the HIll Greg Daniels rendesse la storia appetibile per un pubblico televisivo più a stelle e strisce.
Ma producendo 186 episodi in più rispetto all’originale, The Office US è stato in grado di rimpolpare i personaggi originari, facendogli prendere direzioni che The Office UK non ha mai avuto la possibilità di esplorare.
Nella versione britannica gli attori secondari erano interessanti, ma per la maggior parte servivano solo da paraurti per i tre o quattro membri del cast principale. Non avrebbe mai potuto sognare di sviluppare un personaggio come Meredith o l’incredibile truffatore oscuramente schizofrenico Creed.
E sicuramente possiamo unirci tutti nel concordare sul fatto che Dwight Schrute sia uno dei personaggi più memorabili nella storia della televisione. Mentre Gareth di The Office UK si diverte come un perdente assetato di potere con il complesso del Supereroe fumettistico, il retroscena di Dwight con il suo pragmatismo tedesco e il suo B&B rurale ambientato in una rustica fattoria crea un numero infinito di gag riccamente strutturate.
Il dilemma più critico che deve essere affrontato è il confronto fra le due coppie: Jim e Pam, o Tim e Dawn? E qui bisogna ancora una volta ammettere che gli yankee hanno sconfittodi nuovo gli inglesi.
Dire che il futuro hobbit Martin Freeman sia stato un prodigio migliore del bel John Krasinski di Hollywood, non è un errore. Tuttavia è stata un’implacabile e fantastica fitta al cuore sopportare per tre stagioni che Jim e Pam superassero finalmente i tanti partner sbagliati che si sono trovati sulla loro strada. È stata una bellissima tragedia che ci ha tenuti tutti a morderci le nocche in attesa del fatidico bacio.
Anche se una volta trovato l’amore nella quarta stagione, The Office US è diventato improvvisamente meno divertente.
Guardare le felicità domestiche di Jim e Pam non è stato tanto divertente quanto la loro corsa all’oro delle prime stagioni.
Forse è per questo che così tante persone preferiscono The Office UK, dal momento che Tim e Dawn si sono riuniti solo pochi minuti prima che la serie finisse.
E proprio sapendo tutto ciò gli sceneggiatori americani hanno continuamente riciclato questa stessa dinamica nelle stagioni successive, tentando di far svolgere una simile narrazione con Michael e Holly, Andy ed Erin, Darryl e Val e Dwight ed Angela.
Il divertimento è calato e sia il cast e che gli scrittori dello show se ne sono resi conto, con Steve Carell che salta dalla nave.
Gli scrittori a un certo punto hanno forse perso il coraggio. Il ritmo dello spettacolo è diventato molto più veloce, perdendo il ritmo glaciale che Ricky Gervais aveva inizialmente immaginato come il punto cruciale del dramma targato The Office.
Anche se i primi episodi della versione US erano una corsa emozionante ad altissimo livello, la serie alla fine non si è mai presa gli stessi rischi dell’originale, che ha raggiunto livelli pericolosi (quasi sociopatici) di imbarazzo.
La maggior parte del divertimento, in entrambe le versioni, era dovuto ai due protagonisti: David Brent e Michael Scott.
Steve Carell ha fatto un incredibile lavoro nel rappresentare a schermo un personaggio che basava la sua vita su una negazione di sé e della realtà. In Scott, la tristezza del personaggio è sempre stata palpabile. Provandoci, si potrebbe leggere attraverso la finzione (del personaggio, non dell’attore) e vedere che tipo di dolore si nasconde sotto la superficie. David Brent, invece, era continuamente sepolto in una valanga di fantasia, realizzata comunque in maniera egregia da un grandissimo Ricky Gervais.
Quale sia il migliore è difficile dirlo. Fortunatamente nessuno ci obbliga a scegliere da che parte stare tra le due serie.
Come Star Trek e Star Wars , o gli Stones e i Beatles, The Office UK e The Office US possono coesistere, rimanendo due grandissimi show.
Tuttavia ci saranno sempre puristi che insisteranno sul fatto che tu debba scegliere l’una o l’altra. Il consiglio? Godetevele entrambe ed apprezzatele singolarmente. Ne varrà la pena.