La notizia è ancora piuttosto fresca, eppure, forse, non tutti i serializzati ne sono venuti a conoscenza. Ebbene sì, The Office, una delle comedy più amate e più di successo della storia della televisione, tornerà sui nostri schermi. E non è detto che lo farà con la reunion tanto desiderata dai fan della serie: è probabile che lo faccia con un vero e proprio reboot. Una vera e propria ripartenza, quindi, che potrebbe riprendere il concept di base dell’amatissima comedy per apporvi un nuovo cast e chissà quali altre variazioni rispetto alla versione originale. Dopo tantissimi rumor, con il termine dello sciopero degli sceneggiatori e il nuovo accordo tra le case di produzione hollywoodiane e la Writers Guild of America, l’annuncio, anche se non ancora formalizzato, sembra parecchio attendibile e ci viene da una newsletter tematica piuttosto affidabile, Puck: secondo quanto riportato dalle fonti, il progetto sarebbe stato riposto nelle sapienti mani di Greg Daniels, già creatore e showrunner di The Office U.S., che aveva già parlato del desiderio di far tornare la serie nel febbraio 2022 durante un’intervista con Collider. Data questa importante presenza alle redini di tale reboot, dovremmo quindi stare tranquilli? Per noi la risposta è no.
Questo perché non siamo per niente sicuri che produrre un reboot di The Office sia una buona idea.
Partiamo da questo presupposto: reboot e serie tv sono termini che difficilmente vanno d’accordo. Da quando è nata l’era dei remake, dei revival e dei reboot, possiamo contare sulle sole dita di una mano gli show che sono riusciti effettivamente a imporsi positivamente e a piacere al pubblico, smentendo dubbi e perplessità. Nonostante l’idea di rivedere situazioni e personaggi in altra salsa possa attrarre, a conti fatti, essa porta solo raramente a buoni risultati. Questo perché ci sono dei mostri sacri che, semplicemente, non dovrebbero essere mai toccati e contaminati da operazioni di questo tipo:The Office rientra a buon diritto in questa categoria. Non sarà perfetta in tutto e per tutto, eppure, la comedy incentrata sulle vicende dei dipendenti della Dunder Mifflin Paper Company in quel di Scranton, Pennsylvania, è, senza esagerazioni, una tra le serie che più si è imposta nell’immaginario collettivo degli ultimi anni. Conclusasi nel 2013 (quindi da ben dieci anni) dopo nove stagioni seguitissime, The Office ha infatti continuato e continua tuttora a essere un vero e proprio fenomeno culturale. Per capire quanto la serie si sia imposta all’interno del nostro quotidiano e sia ancora una tra le più popolari di sempre vi basti sapere che essa è stata la serie tv più vista nel 2020 e che rimane tra le più guardate di ogni catalogo streaming sulle quali viene pubblicata.
Se già in Italia la serie è un vero e proprio fenomeno, non parliamo degli USA, dove la serie viene usata come metro di paragone per qualsiasi prodotto a stampo comico.
Dopotutto, se c’è una serie che ha saputo rendersi davvero iconica è stata proprio The Office: tra citazioni indimenticabili, meme spassosi e situazioni originali che hanno fatto la storia del genere e che continuano a farla, la comedy rappresenta una vera e propria eccellenza. Come si può, dunque, pensare di replicare tutto questo e non renderlo una copia spenta dell’originale? Certo, forse il nostro è un ragionamento alquanto prevenuto, ma voi davvero riuscite a vedere qualcuno che non sia Steve Carell nei panni di Michael Scott? Dei diversi Jim e Pan? Un altro Dwight?
Forse questo sarà un nostro limite, ma proprio non riusciamo a immaginarci un cast che arrivi anche solo a un decimo della perfezione di quello storico della serie. Certo, le informazioni in nostro possesso al momento sono pressoché nulle: non abbiamo idea di quello che questo fantomatico reboot terrebbe del format e della storia originale della serie. Non sappiamo se essa andrà a rinarrare le vicende di Michael Scott e della Dunder Mifflin in un contesto più moderno o se semplicemente ne manterrà il format, lo stile e le tematiche per discostarsi parecchio dal materiale di base. Ma se questo fosse il caso, perché parlare di reboot e non di remake? Perché, se di remake si trattasse, non solo non ci indigneremmo, ma saremmo ben lieti di vedere e conoscere altre storie, altri personaggi e altre folli situazioni assurde all’interno di un Ufficio. Se ci pensiamo bene, lo stesso The Office U.S. nasce come remake della controparte britannica creata da Ricky Gervais (che riveste anche il ruolo di protagonista) e i risultati si sono visti!
Proprio non riusciamo a trovare dei motivi validi che giustifichino l’operazione se non una mera ricerca di guadagno. Certo, se la serie originale fosse partita da un buon presupposto ma non fosse riuscita a sfondare, una ripartenza da zero sarebbe stata auspicabile, ma come abbiamo già detto, oltre ad aver avuto grande successo a livello di numeri e di gradimento da parte della critica, The Office piace e piace tanto, tantissimo. Piace per il suo parlare delle stranezze della quotidianità, per la sua spontaneità e la scrittura brillante, per la scorrettezza di un personaggio come Michael Scott e per le dinamiche interpersonali tra i protagonisti, rese uniche dall’alchimia degli attori del cast. Perché dovremmo voler vedere nuove versioni di personaggi che per noi già rappresentano l’apice?
D’altra parte, le notizie sono così poche che non abbiamo effettivamente idea se questa nuova versione di The Office prevedrebbe il ritorno di qualcuno tra i volti storici dello show!
Ma, al di là di questo aspetto, ha davvero senso raccontare nuovamente una storia che, dopotutto, si è conclusa da soli dieci anni? Davvero si sente il bisogno di “sostituire” una serie che, per quanto datata se si guardano i progressi tecnologici, risulta ancora tanto attuale e racconta di situazioni in cui allo spettatore viene facile calarsi e riconoscersi?
Secondo noi questa volta il gioco non vale la candela, ma siamo prontissimi a ricrederci qualora il risultato di questo reboot riuscisse davvero a fare il miracolo e ad avvicinarsi alle vette della serie madre. Per ora, però, non ce la sentiamo proprio di fidarci a braccia aperte di questa operazione. E voi che ne pensate? Ha davvero senso un reboot di The Office?