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The Outsider: 10 validi motivi per guardare la serie

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Le opere di Stephen King sono magistrali metafore dell’animo umano, delle sue contraddizioni, dei vizi e delle virtù e dei legami che ci uniscono. L’orrore utilizzato dal re del brivido diventa, allora, solo un particolare tipo di cornice entro cui raccontare queste storie e non l’elemento principale al quale prestare attenzione. Questo perché il buio e i mostri che vi abitano fanno appello a paure primordiali vicine all’uomo, fin dall’alba dei tempi, e alle quali l’essere umano ha da sempre cercato di dare un senso per poterle comprendere meglio. L’Uomo nero o Boogeyman è, in fin dei conti, l’appellativo che diamo a un immaginario mostro sotto il letto per dare così sostanza a uno dei terrori più antichi e intangibili che esista.

Il mostro mutaforma di The Outsider è solo l’ultimo di una sfilza di famosi mostri venuti fuori dalla penna di Stephen King – come It o Randall Flagg – il cui appetito vorace e la natura sovrannaturale solo a spiegare, in maniera colorita, gli orrori del mondo reale. Uscita nel 2020, la miniserie trasmessa da HBO è uno dei migliori adattamenti da un’opera di Stephen King e oggi vi spieghiamo perché.

Se siete quindi appassionati di King o semplici amanti delle storie di paura, ecco 10 validi motivi per i quali dovreste recuperare al più presto The Outsider!

1) Il folklore

The Outsider
El Coco (640×360)

Il mutaforma antagonista presente in The Outsider è una creatura senza volto che si muove indisturbata tra la gente nutrendosi del dolore e dell’angoscia delle sue vittime. Si tratta di El Coco, un essere mostruoso in grado di assumere le sembianze fisiche delle persone con cui entra in contatto, abilità utilizzata per uccidere e nutrirsi dei bambini indifesi e, successivamente, del dolore dei cari del defunto. A metà tra un Boogeyman e un goblin, la leggenda di El Coco avrebbe origine nelle zone tra la Galizia e il Portogallo collegandosi dunque al folklore tipicamente ispanoamericano e iberico.

Coco o Cucu o Cucuy, il nome deriverebbe dalla parola portoghese per “cocco” con riferimento dunque alla forma della noce di cocco, simile a quella delle teste collezionate dal mostro. Nel folklore iberico, la figura di El Coco veniva utilizzata soprattutto come spauracchio per i bambini disobbedienti. Nelle ninne nanne, infatti, il mutaforma veniva indicato come mostro in agguato, pronto a portar via i bambini cattivi di notte per poi mangiarseli.

In The Outsider, il mostro conserva quei tratti principali visibili nelle antiche tradizioni: l’appetito per i più piccoli e le abilità da mutaforma.

2) Ben Mendelsohn finalmente!

Chissà in quanti ricordano o anche solo conoscono una certa serie tv prodotta da Netflix e intitolata Bloodline. Nella suddetta serie tv, tra i protagonisti principali, spiccava un attore australiano sconosciuto ma dall’enorme talento che è stato premiato con un Emmy e il riconoscimento globale che meritava. Dopo quel piccolo ma intenso ruolo, durato il tempo di una stagione, Ben Mendelsohn sale alla ribalta per il ruolo del villain in Rogue One: A Star Wars story prima e quello di Talos nell’MCU poi. In The Outsider, Mendelsohn dimostra ancora una volta le sue straordinarie doti recitative con il ruolo del criptico Ralph Anderson. Il detective, al quale viene assegnato il difficile caso di omicidio, è un uomo con i piedi saldamente ancorati a terra, dall’animo razionale e diffidente. La sua logica e disciplina verranno, però, messe in discussione quando l’avversario da fronteggiare si rivelerà essere un’entità tanto mostruosa quanto antica.

L’universo di Stephen King è popolato di personaggi maschili mai scontati. Si tratta quasi sempre di uomini scissi tra morale e istinto, dal passato difficile e da complessi vari ed eventuali. Non sono uomini perfetti né tantomeno relegati a certi stereotipi ma persone sensibili, spezzate e problematiche. Come Jack Torrance, padre amorevole ma dalla mente fragile, o Bill Hodges, detective determinato ma divorato dai sensi di colpa. La lista è infinita e il personaggio di Ralph Anderson si inserisce perfettamente.

3) Holly Gibney

Una caratteristica tipica delle opere di King è l’affacciarsi, qua e là, di qualche personaggio ricorrente. Come è, appunto, il caso di Holly Gibney. Introdotta per la prima volta nella trilogia di Mr. Mercedes (nello show omonimo veniva interpretata da un’ottima Justine Lupe), Holly Gibney è inizialmente presentata come una ragazza timida, piena di problemi psicologici ma anche dotata di uno straordinario intuito. Infatti, è proprio grazie a lei che il detective Bill Hodges riesce a catturare il killer della Mercedes. In The Outsider, Holly è più adulta e consapevole. Diventata ormai un’investigatrice privata, Holly si unisce al caso solo in un secondo momento giocando un ruolo fondamentale nell’identificazione del vero colpevole.

Descritta da King stesso come un personaggio “ossessivo compulsivo con un enorme complesso di inferiorità”, la giovane donna soffre di diversi disturbi tra i quali anche la sinestesia. A compensare i problemi mentali ci pensano l’intelligenza fuori dal comune e la memoria fotografica che la rendono una risorsa indispensabile e un personaggio da ammirare ancora e ancora. Nello show è interpretata da Cynthia Erivo, che, pur non condividendo tutti i tic del personaggio, le dona forza vitale ed energia. La Holly della Erivo è decisamente una delle cose migliori della serie.

4) Cast superbo

Oltre a questi due straordinari interpreti, lo show HBO può fare affidamento su comprimari di prim’ordine. Non dimentichiamo per esempio Jason Bateman al quale viene affidato il ruolo di Terry Maitland, professore di letteratura inglese e allenatore di baseball che viene accusato dell’omicidio del ragazzo. Da questo terribile avvenimento che ha, d’altronde, inizio la tragedia che coinvolgerà la sua famiglia e l’intera cittadina di Flint City. Nel cast troviamo anche il Paddy Considine di House of the Dragon, qui nei panni di Claude Bolton, che gestisce uno strip club locale e che viene inizialmente interrogato come testimone nell’indagine di Maitland, prima di essere coinvolto maggiormente nel caso.

5) Il male ha molte facce

Una delle particolarità più interessanti della serie tv è vedere come la leggenda di El Coco sia stata adattata nel mondo reale, diventando così metafora di ben altri tipi di mostri. La sequenza d’apertura ha inizio con il corpo mutilato di un ragazzino di 11 anni. Nel fitto dei boschi si è da poco consumata una tragedia che getterà nel panico e nell’orrore la vita di una cittadina modesta e tranquilla. Non è poi così diverso dalle notizie agghiaccianti che leggiamo o sentiamo, ormai, ogni giorno in tv o sul cellulare. Storie di vite spezzate che si susseguono una dopo l’altra e alle quali ci stiamo, paurosamente, assuefacendo. Ci stiamo abituando al male. Un Male a cui assegniamo l’iniziale maiuscola, proprio come fa Stephen King nelle sue opere. Manifesto in chiave horror di sventure quotidiane.

Solo che, nel mondo reale, il colpevole non è mai un essere sovrannaturale ma un mostro tutto umano. Il mutaforma El Coco diventa il simbolo di un Male dall’essenza molteplice e dall’aspetto camaleontico, in grado di adattarsi perfettamente al luogo e al tempo in cui si trova e di assumere atteggiamenti tali da passare indisturbato tra la folla prima di colpire di nuovo. Il maligno, in The Outsider, si contrae e si trasmette, si nutre del dolore e delle lacrime dei vivi. Il male del nostro mondo fa esattamente lo stesso, mutando continuamente volto ma non la propria maledetta natura.

6) Tensione al cardiopalma

The Outsider

Il true crime è un genere sempre più popolare e di successo, in larga parte dovuto all’esorbinate numero di documentari che escono ogni anno e che alimentano la fame di cronaca nera. Il morboso interesse per i serial killer e via dicendo ha prodotto anche serie tv di notevole successo e qualità. Due su tutte Mindhunter e True Detective (qui trovate la recensione della quarta stagione). Eppure, anche The Outsider, pur presentando elementi sovrannaturali, può essere ricondotta anche al genere thriller. La prima parte della miniserie, d’altronde, si focalizza molto di più sulle indagini, gli interrogatori e le ricerche che sull’elemento folkloristico protagonista della seconda metà. Per il detective Ralph Anderson, il caso si è chiuso con la cattura dell’unico sospettato, fino a quando il mondo della razionalità deve necessariamente essere messo da parte. L’animo pragmatico del detective è il ponte che collega tra loro le diverse nature dello show.

7) The Outsider – un romanzo angosciante

Ciò che rende il romanzo di King così affascinante è che sfida le aspettative del genere, spostandosi da un mistero di omicidio a una storia di sovrannaturale. L’abbiamo già detto nel punto precedente e non è la prima volta che l’autore riesce a spaziare, con sapiente maestria, da un genere all’altro. Oltre a questo, sono parecchi altri i punti di forza che contribuiscono a rendere questa storia, una delle migliori scritte e adattate per il piccolo schermo.

Innanzitutto i personaggi ben sviluppati. Stephen King è noto per la sua abilità nell’approfondire i personaggi e The Outsider non fa eccezione. I personaggi sono complessi e realistici, con le loro paure, incertezze e motivazioni. Il racconto crea, poi, una tensione costante man mano che la storia si evolve. La domanda di come sia possibile che il sospettato sia in due posti contemporaneamente aggiunge un elemento di suspense che tiene lo spettatore incollato alla sedia e partecipe attivo degli eventi che vede scorrere sullo schemro.

8) Paura dell’ignoto

The Outsider

La serie tv tocca anche il tema della paura dell’ignoto e dell’irrazionale. L’entità sovrannaturale riconosciuta come El Coco rappresenta il concetto di ciò che sta al di là della comprensione umana. Una paura dell’ignoto, che non si limita solo al topos dell’Uomo nero, ma che abbraccia l’ampio spettro dell’irrazionale, del terrore e della ansie profonde dell’animo umano. Altro importantissimo tema che la serie tv si preoccupa di affrontare è quello dello straniero.

Antico ma anche molto attuale e riconducibile ai timorosi preconcetti e stereotipi che si formano nei confronti di chi o cosa è diverso da noi. La letteratura e le arti visive sono piene di metafore che danno vita a questo tipo di timore. I demoni dei film dell’orrore, gli alieni della fantascienza e il caro buon vecchio mostro di Frankenstein sono alcuni degli esempi più celebri di una tematica che nelle arti è riflesso di un terrore ancora oggi presente e vivo.

9) Apparenza sociale

The Outsider affronta anche diverse tematiche sociali e culturali.

Uno dei temi centrali del romanzo, che viene messo in primo piano nella narrazione seriale, è il concetto di attendibilità e come la società moderna affronti l’informazione e la verità. Quando Terry Maitland viene accusato dell’omicidio di Frankie Peterson, ci sono prove apparentemente incontrovertibili a suo carico. Ben presto, però, emerge anche il contrario e spuntano fuori prove a sostegno della sua innocenza. Le certezze del detective Anderson cadono una dopo l’altra, mentre la cittadina di Flint City si divide in fazioni. Nella serie tv le convinzioni degli abitanti di Flint City vengono rapidamente influenzate da ciò che, in apparenza, sembra essere vero, anche quando rimane margine di ambiguità.

Sono queste tipo di informazioni fallaci ma accettate con paurosa facilità che danno luogo a effetto domino di paura e rabbia. All’interno di una società in cui le informazioni possono essere facilmente manipolate o distorte, è sempre più difficile distinguere tra fake news e verità oggettiva.

10) La fotografia

La fotografia in The Outsider gioca un ruolo importante contribuendo a creare un’atmosfera cupa e inquietante che riflette l’atmosfera del romanzo di Stephen King.

Ci sono diversi elementi evidenti utilizzati per dare fare alle parole dello scrittore. Innanzitutto, lo show utilizza una tavolozza di colori scuri e terrosi per creare un’atmosfera tetra e inquietante. Ci sono numerose scene notturne e un’alternanza netta tra luci intense e ombre profonde che ben rappresentano il contrasto tra il mondo dei vivi di Ralph e quello dei morti di El Coco. Altra caratteristica rilevante è l’uso di effetti visivi che rendono tangibile la minaccia sovrannaturale: allucinazioni, presenze spettrali, sdoppiamenti e molto altro ancora.