Benvenuti, immaginate di trovarvi in un bosco fitto e ombroso in cui le uniche luci sono quelle della luna e di un falò acceso. Prendete posto, sta per cominciare un racconto al quale dovrete prestare orecchio. Tra fascino e mistero, anche oggi ci addentreremo tra i miti e il folklore che hanno ispirato le nostre serie tv preferite. Mi raccomando fate attenzione e non lasciate spegnere il fuoco.
La figura dell’Uomo nero è un’idea così complessa e priva di una netta definizione spaziale e temporale da essere stata incline a molteplici reinterpretazioni. Il Babau italiano, la Babayaga russa sono solo alcuni dei nomi che il Boogeyman per eccellenza ha assunto nel corso del tempo, in svariate parti del mondo. Che cosa è l’Uomo nero? Esso non è altro che la rappresentazione fisica delle più recondite paure dell’uomo, nonché di quel vasto bacino di superstizioni legate all’oscurità e all’ignoto. L’immaginario del Boogeyman supera spesso i confini tra mondo dell’immaginario e mondo reale e ai giorni nostri vive principalmente tra le pagine di crimini reali che sotto il letto o dentro l’armadio. Ovviamente, un maestro indiscusso dell’orrore come Stephen King non poteva rimanere immune al fascino dell’Uomo nero.
In uno dei suoi ultimi romanzi, The Outsider, il re del brivido riprende la mitologia legata alla figura del El Coco calandola nella spaventosa realtà odierna. Non è d’altronde la prima volta che Stephen King riadatta motivi tipici del folklore per adattarli alle esigenze del mondo moderno. Nei contesti urbani, apparentemente innocenti e monotoni della vita americana, si svolgono le storie da incubo della maggior parte dei suoi libri e dei rispettivi adattamenti (qui le migliori serie tratte dai suoi lavori). I tranquilli sobborghi americani si colorano di rosso sangue e i mostri protagonisti sono molto più complicati di quanto pensiamo.
L’Uomo nero di The Outsider è solo l’ultimo di una lunga fila di mostri che Stephen King ha dotato di nuova vita.
State attenti all’Uomo nero!
Nelle opere di Stephen King, uno dei grandi temi ricorrenti è quello della lotta del bene contro il male. Rappresentate più o meno metaforicamente, queste due grandi forze si danno sempre battaglia per la salvezza o la rovina dell’intera umanità. L’Uomo nero “kinghiano” è solitamente l’incarnazione del male stesso e ha assunto, nel corso di romanzi e racconti, l’aspetto di diversi personaggi. In The Stand, l’Uomo nero è Randal Flagg. Lo stregone, dopo aver liberato il virus Captain Trips nel mondo, arruola la feccia dell’umanità dando vita a una società violenta e malvagia con sede a New Vegas. Alla comunità creata da Flagg si contrappone quella guidata da Mother Abigail, una anziana con particolari poteri che rappresenta il Bene. The Stand è un racconto sull’umanità, sulle scelte che siamo portati a compiere in momenti disperati e da che parte decidiamo di restare quando ogni speranza sembra perduta.
L’Uomo nero-Randall Flagg è simile a quello colorato e pagliaccesco di IT, entrambi infatti vogliono corrompere e vincere l’animo umano.
In It, il personaggio di Pennywise riprende i caratteri buffoneschi del clown per adescare gli innocenti e trascinarli nelle fogne. Solo il gruppo di “perdenti” formato da Beverly, Mike, Stan, Eddie, Bill, Richie e Ben può opporsi al male che ha infettato la cittadina di Derry. In virtù del loro essere bambini e quindi della loro innocenza, i sette amici possono non solo riconoscere il mostro ma anche sconfiggerlo. Per colpirli, Pennywise si trasforma spesso nelle loro paure più recondite perché è proprio dalla paura che l’Uomo nero trae origine e forza.
The Outsider: il mostro mutaforma di Stephen King
Le paure collettive che ci riguardano sembrano ruotare spesso attorno a un qualche tipo di mostro che viene da fuori. L’oscura creatura protagonista in The Outsider è in circolazione da molto tempo e si è sempre nutrita indisturbata attirando scarsa attenzione. Nel romanzo così come nella serie tv tutto ha inizio quando un uomo viene accusato del brutale omicidio di un bambino. Gli indizi punterebbero alla sua colpevolezza ma ce ne sono altri inequivocabili che lo vogliono, invece, innocente. Dove risiede dunque la verità? In The Outsider, El Coco è un mutaforma in grado di assumere le fattezze delle persone con cui entra in contatto fisico. Il mostro utilizza questa abilità per uccidere e nutrirsi, soprattutto di bambini, ma non è finita qui. L’elemento più raccapricciante di tutta questa storia è che El Coco dopo essersi nutrito fisicamente delle sue vittime, si nutre anche del dolore dei cari del defunto.
In un ciclo continuo di lutti, dolore e altri lutti, El Coco si muove indisturbato e pronto a mietere nuove vittime.
Solo grazie alla determinazione del detective Ralph Anderson e all’intuito di Holly Gibney , l’incubo in The Outsider trova finalmente una conclusione. Dopo aver messo da parte il proprio scetticismo, Ralph decide infatti di accettare ciò che non può spiegare con la pura razionalità. Così facendo inizia una caccia spietata contro il mostro per eccellenza, che porterà a un ultimo, catartico confronto nelle grotte dove tutto ha avuto inizio.
La leggenda di El Coco
Per molti, la leggenda di El Coco ha origine nelle zone tra la Galizia e il Portogallo. Il nome farebbe riferimento alle noci di cocco, termine usato in maniera colloquiale per riferirsi al cranio, quindi alla testa. La stessa testa che El Coco ama collezionare prendendola alle sue vittime. Esistono diverse varianti su questa figura, ricorrente soprattutto nel folklore iberico e ispanoamericano, ma tutte sono concordi sulla “passione” del mostro verso i bambini. La versione dominicana, per esempio, descrive l’Uomo nero come un essere che si aggira per le strade in cerca di bambini cattivi.
In The Outsider, il mostro conserva quei tratti principali visibili nelle antiche tradizioni: l’appetito per i più piccoli e le abilità da mutaforma.
Inoltre, forse non tutti sanno che la figura di El Coco è stata proposta già in un’altra serie tv prima di The Outsider. Un episodio di Grimm è, infatti, interamente dedicato alla leggenda riguardante questa entità, anche se nello show della NBC il mostro agisce più per sete di vendetta per che pura fame bestiale.