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The Playlist – Martin Lorentzon: la dirompente leadership di un uomo fuori dagli schemi

The Playlist - Martin Lorentzon sul Lago di Como
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Ci sono serie tv in cui l’interpretazione di alcuni attori diventa il segno distintivo delle serie stesse, come una sorta di pennellata che rende perfetto il quadro che si sta guardando. In questo caso sto parlando di The Playlist (ne abbiamo parlato anche qui) e dell’attore svedese Christian Hillborg, nei panni del co-fondatore di Spotify, Martin Lorentzon. Hillborg ha vinto il premio Kristallen nel 2023 per la migliore interpretazione maschile come personaggio principale proprio per quest’opera, mentre all’interno del catalogo Netflix lo potete vedere in tutta la sua bravura anche in altre serie tv come Snabba Cash, The Last Kingdom e Young Royals.

Ma per capire fino in fondo le ricchissime sfumature di questo personaggio è necessario analizzare la sua dirompente personalità, assolutamente determinante per il contributo che ha apportato alla nascita della piattaforma musicale che tutti conosciamo. Martin Lorentzon è infatti un ottimista, un sognatore concreto, che potrebbe sembrare un ossimoro, ma che in realtà rappresenta proprio uno dei tratti più incisivi e distintivi del suo carattere. E’ vivace ed energico, eccessivamente eccentrico, tanto da essere stato dichiarato affetto da ADHD, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività. L’insieme di queste caratteristiche lo fanno diventare la spalla perfetta per Daniel Ek, il suo socio, il quale, al contrario, ha un carattere più freddo, distaccato e tremendamente intransigente.

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The Playlist – Martin Lorentzon ospite alla radio

All’inizio del quinto episodio, intitolato “The Partner”, vediamo Martin ospite di una trasmissione radiofonica, durante la quale ripercorre la sua storia personale e professionale fatta di alti e bassi tramite alcuni flashback. Ci troviamo così nel 2016 sul lago di Como, un tuffo al cuore per me che ne scrivo (essendo un luogo che conosco a menadito abitandoci vicino) con la sua atmosfera estiva, i colori sgargianti dei fiori, la vegetazione rigogliosa, l’acqua di un azzurro turchese e le ville lussuose.

Ed è proprio in una di queste residenze che si sta svolgendo il pranzo di nozze di Daniel Ek, durante il quale Martin richiama l’attenzione degli invitati per dedicare un discorso al suo socio: gli rivolge parole belle, affettuose, ma condite di un’ironia sottile e abbastanza tagliente. Esattamente nel suo stile.

Torniamo ancora più indietro e vediamo Martin da bambino, saltare sui banchi di scuola urlando le tabelline, rimproverato da uno dei suoi maestri. Un altro salto nel tempo e il protagonista è adulto, lavora in un ufficio di un’importante società svedese, ma non è cambiato di una virgola: salta sulle scrivanie, grida, ride, si diverte. Peccato che ad assistere alla scena, oltre al suo capo, ci sia un rappresentante della Borsa di Stoccolma, in visita per stringere alcuni accordi d’affari con la società. Ed è in questo stesso ufficio che Lorentzon incontra Daniel Ek, il quale vorrebbe presentare un nuovo software da lui creato. Martin gli dà fin da subito piena fiducia, capisce di avere di fronte a sé “un diamante allo stato grezzo” come lo descrive egli stesso durante il monologo radiofonico.

Il resto è storia.

Nel corso dei flashback successivi li vediamo sempre insieme, inseparabili, prima all’interno di un Casinò, poi al tavolo di un ristorante, infine su di una barca durante una festa. Il protagonista infatti, grazie alle sue doti comunicative e al suo essere estremamente estroverso, è incaricato di incontrare e selezionare il personale da assumere per la nascente startup. E lo fa quasi sempre affiancato da Daniel, per il quale prova una fiducia incondizionata e forse un po’ ingenua.

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The Playlist – Martin Lorentzon in una scena della miniserie svedese

Parla a cuore aperto, Martin, seduto davanti al microfono. Il suo monologo è sincero, trasparente, a tratti nostalgico, ma da un certo momento in poi prenderà una piega diversa. Infatti, se fino ad ora aveva descritto i successi e i traguardi raggiunti, gli eventi narrati negli ultimi venti minuti dell’episodio di The Playlist sono un susseguirsi di problemi e discordie con Ek, prima tra tutte la notizia dell’abbandono di Spotify da parte di Taylor Swift.

E’ questo il punto di rottura tra i due. Il momento preciso in cui le loro strade si dividono. Martin Lorentzon infatti rimane fedele a sé stesso fino alla fine: non scende a patti con la Swift, non le riserva un trattamento speciale o privilegiato, illudendosi in qualche modo che anche il suo socio faccia lo stesso. Ma non è così. Ek tradisce gli accordi e la fiducia reciproca, agendo da solo.

Siamo di nuovo nel 2016, il giorno del matrimonio sul lago di Como. Siamo al crepuscolo, reale e metaforico. Martin e Daniel parlano in disparte e quest’ultimo fa intendere al primo che dovrà dimettersi. La reazione del protagonista e la scena finale dell’episodio sono eloquenti: Martin balla sul brano “Just can’t get enough” dei Depeche Mode, prima durante i festeggiamenti delle nozze e poi in studio, insieme alla presentatrice della radio svedese.

Una chiusura perfetta, di forte impatto, che racchiude l’anima di un personaggio controcorrente ed imprevedibile ma allo stesso tempo molto sensibile e umano. E’ lui stesso infatti a definirsi in questo modo: ”Crescendo mi sono sempre sentito un po’…diverso. Il modo di pensare degli altri ragazzi mi sembrava così tipico e svedese. Marciavano tutti allo stesso ritmo. Mentre nella mia testa sentivo qualcosa di simile a diciassette orchestre, quaranta dj e un po’ di metallari che suonavano tutti insieme”.

Chi non vorrebbe incontrare una persona così?