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Il sogno di Spotify attraverso gli occhi di The Playlist

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Poco più di un mese fa, miliardi di storie Instagram sono state invase da ricondivisioni Spotify Wrapped. La funzione annuale di Spotify che dal 2017 saluta la fine di un anno. Con questa strategia innovativa, Spotify analizza i dati di ogni utente e rivela poi le canzoni più ascoltate, nonché gli artisti, i generi e i podcast più ascoltati durante l’anno. Questa è solo una delle funzioni che contribuiscono a definire la piattaforma streaming come una delle aziende più potenti sul mercato musicale. Mentre Spotify continua a crescere e a innovarsi, una parte del suo pubblico ha iniziato a chiedersi come ha avuto inizio questo immenso regno.

E ancora una volta Netflix ha colto la palla al balzo, decidendo di rispondere con The Playlist.

Netflix The Playlist Spotify
Daniel Ek (Eddie Hanzon) e Martin Lorentzon (Christian Hillborg) in The Playlist (640×360)

Dopo la storia sulle origini di Facebook con The Social Network nel 2010 e quella di McDonald con il film The Founder nel 2016, è il momento per un altro grande marchio di essere raccontato dai media televisivo, questa volta con una serie tv di 6 episodi di circa un’ora ciascuno. È il caso di Spotify e di The Playlist.

Diretto dal regista norvegese Per-Olav Sørensen, The Playlist porta sugli schermi di Netflix una versione romanzata sulle origini di Spotify, basandosi sui fatti raccontati nel libro Spotify Untold dai giornalisti investigativi Sven Carlsson e Jonas Leijonofvuld.  Daniel Ek (interpretato da Eddie Hanzon) è il visionario che già nel 2004 aveva anticipato la futura digitalizzazione della musica e la sua necessaria trasformazione in un’industria libera. Daniel Ek è la mente dietro la creazione di Spotify e quindi colui che dà il titolo al primo episodio dello show, iniziando a parlare del suo rapporto con la musica e del suo potere salvifico. Spotify è nato per sostenere il potere della musica, e il suo valore in quanto bene primario va condiviso e messo a disposizione del pubblico. Nei primi anni 2000 le etichette discografiche sono minacciate dall’avanzare della pirateria streaming. In particolare in Svezia la minaccia principale è The Pirate Bay, un servizio illegale che consentiva a tutti di scaricare file musicali alla qualità desiderata, ma senza alcun rispetto per i diritti d’autore né guadagno per gli artisti e le case discografiche.

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Per Sundin (Ulf Stenberg) e Sophia Bends (Ella Rappich) in The Playlist (640×360)

Il sogno di Daniel Ek è quello di costruire il miglior servizio gratuito di riproduzione musicale al mondo.

I miei ricordi più felici sono legati alla musica.

Dice Daniel Ek nel primo episodio di The Playlist.

Spotify infatti ha ridisegnato i contorni della discografia mondiale, trasformando un ostacolo (la musica in streaming) in un’opportunità. Ovviamente non è stata un’operazione semplice. Spotify non è certo nata in un giorno e per mano di una sola persona. No, di persone ce ne sono volute tante, ma le più importanti sono almeno 6.

Daniel Ek (Eddie Hanzon) “Il Visionario” volto ventiduenne della nuova generazione, Martin Lorentzon (Christian Hillborg), “il Partner”, che ha sempre creduto nel sogno di Daniel. Proseguendo con il top manager musicale della Sony Svezia, Per Sundin (Ulf Stenberg) “l’industria”, Petra Hansson (interpretata da Gizem Erdogan), il consulente legale, “la legge” che troverà il punto d’incontro tra le esigenze del fondatore e quelle dell’industria. Poi Andreas Ehn (Joel Lützow), “Il Programmatore”, studente modello al Royal Instute of Technology, che riuscirà a togliere quel fastidioso Lag per farci ascoltare la canzone in streaming e infine Bobby T“L’Artista”, amica d’infanzia di Daniel nonché musicista, che ci porta l’ultimo punto di vista che chiude la serie facendoci riflettere su quanto poco sia il guadagno per chi non fa parte del cartello.

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Daniel Ek (Eddie Hanzon) in The Playlist (640×360)

Questi sei nomi forniscono sei punti di vista differenti della stessa storia, senza dare il senso di già visto, come fa Caleidoscopio, un gruppo di persone e svariati milioni di dollari coinvolti, ma senza la parte della rapina e con un’ambientazione svedese. The Playlist si articola proprio come farebbe la playlist di Spotify, ma con la selezione da parte dell’utente di un personaggio anziché di una canzone. Come fa il film di Babylon con la storia del cinema, così The Playlist scandisce le note che compongono la storia di Spotify, una tappa fondamentale nella linea temporale della storia della musica. In principio c’erano i dischi in gommalacca a 78 giri/min, poi è stato il momento delle Cassette, dei Floppy Disk, poi CD e Mp3 fino ad oggi con Youtube e Spotify.

Avidità, denaro, passione, imbrogli e un sogno questa è la storia della rivoluzione musicale realmente accaduta, è la storia di Spotify attraverso gli occhi di The Playlist.