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L’irriverenza molto britannica di The Royals

The Royals
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In un angolo più nascosto di Netflix, in qualche fila più sotto e poco visibile, si nasconde una favola moderna in cui un Re, una Regina, una Principessa e un Principe cercano di guidare il loro paese sostituendo allo specchio delle brame un selfie, e ai cavalli una Porsche. In questa favola non esistono buoni o cattivi, ma solo personaggi che cercano di non farsi togliere dalle mani l’unica cosa che sanno davvero trattare: il potere. Non è Succession, non è The Crown, non è dolce come Downton Abbey. Questa è The Royals, una Serie Tv britannica maleducata e irriverente dal destino amaro tanto quanto lo sono i suoi personaggi. La serie, giunta alla sua fine definitiva nel 2018, è stata cancellata a sorpresa dopo la sua quarta stagione lasciandoci con tante domande e pochissime risposte. Oramai, dopo tutto questo tempo, è chiaro che non rivedremo mai una quinta stagione conclusiva, ma è anche chiaro che quello che è successo all’interno delle quattro lunghe stagioni noi, amanti del trash, non lo cancelleremo mai dai nostri ricordi. Ogni giorno ci guardiamo allo specchio e ci rendiamo conto che la Regina Helena Henstridge ci ha reso quello che siamo oggi, e noi per questo non possiamo far altro che ringraziarla.

Chi se ne frega dell’amore e del sentimento, di Ophelia e i Liam o qualsiasi altro momento romantico. In questa favola moderna l’amore non conta niente. Ciò che importa davvero in The Royals è il potere, i mezzi per mantenerlo, e l’irriverenza

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The Royals (640×360)

In The Royals non esistono personaggi di Serie A o personaggi di Serie B. Ognuno ha un ruolo ben definito che non ha altro obiettivo se non quello di preservare il potere o, in alternativa, ottenerlo. La caccia al conquista dei propri obiettivi non è dunque mai silente, ma deve giocare d’astuzia per cercare di non insospettire mai la stampa o la Nazione. Perché The Royals è, di fatto, una realtà alternativa in cui la Famiglia Reale che conosciamo nella realtà non esiste e al centro della Monarchia troviamo questo gruppo di persone unite solo dal sangue. Sì, i sentimenti esistono, alcuni di loro sono legati da un bene superiore, ma questo non li distrae mai dalla loro corsa verso il potere. Insomma, io ti amo ma devo diventare Re.

Ed è proprio attraverso questo spietato ritratto che scopriamo quanto la famiglia di The Royals sia ipocrita e politicamente scorretta. Qualsiasi cosa loro facciano, se onorevole, viene compiuta solo a favor delle telecamere. Una volta che lo strumento che li rende internazionalmente osservati si spegne, il loro cammino continuerà nel modo più irriverente e scorretto di sempre, anche a costo di ferire qualcuno che di fatto fa in realtà parte della famiglia. Perché anche in questo caso i sentimenti contano solo fino a un certo punto. Contano perchè li rendono vivi, a volte perfino consapevoli di cosa provino davvero, ma non contano mai più del trono. C’è un confine labile tra dedizione e ossessione, e questo confine viene superato e oltrepassato da tutti i personaggi della Famiglia Reale, tranne che da Re Simon. Lui è l’unico che crede davvero nei valori, nella potenza del suo ruolo. La sua autorevole voce è però fuori dal coro del palazzo, e la sua prematura morte permetterà alla Regina e ai suoi figli di portare avanti la battaglia senza mai alcun ritegno per il vero ruolo che ricoprono.

Ma tutta questa serie di azioni politicamente scorrette non infastidiscono mai il telespettatore, anzi. The Royals è, d’altronde, una Game of Thrones che gioca con lo strumento del trash senza mai aver paura di spingersi troppo oltre, accettandosi di fatto per quella che è. Non cerca moralismi, non fa prevalere il bene, non divide il mondo in due lati in cui c’è chi ha ragione e chi ha torto. In The Royals tutto questo non esiste e, al contrario, ciò che importa veramente non è tenersi lontani dagli scandali, ma soltanto nasconderli. L’intera famiglia non segue infatti alcun codice morale, e ciò che nascondono non sono i soliti scandali sentimentali, ma qualcosa che va ben oltre e che non ha alcuna coerenza con il loro ruolo nella Monarchia.

The Royals
The Royals (640×360)

Ed è per questo che The Royals, nonostante tutto, non potrà mai essere paragonata ad alcun’altra Serie Tv di questo genere. Utilizza l’arma del trash con consapevolezza e senza timore, rendendolo di fatto l’unico Re di questa storia. Niente moralismi o stucchevoli monologhi perbenisti, niente corse sul jet privato per andare a riconquistare qualcuno, nessuna lezione di vita madre – figlio. Niente di tutto questo prende qui vita. Niente di tutto questo è The Royals.

Scomposti e seduti su un trono troppo stretto per contenerli, i personaggi di The Royals sfuggono dalle ambizioni per cercare di non fallire e, con stratagemmi opinabili, provano ad arrivare al traguardo che li dovrebbe vedere vincitori. Una volta che questo è stato raggiunto, nessuno di loro vince davvero qualcosa, e ciò che gli rimane è soltanto un continuo senso di insoddisfazione. Ora che hanno raggiunto il loro scopo non sanno che cosa farci. Il senso di vuoto li divora, e così si preparano per un nuovo obiettivo da raggiungere. Ma anche in quel caso nulla li renderà davvero soddisfatti. Il potere gli serve per allontanare la noia, per fare qualcosa che possa tenerli distanti dal riflesso del loro narcisismo. Per avere ancora, sotto sotto, qualcosa per cui valga la pena svegliarsi la mattina in una realtà che non li rappresenta e che – ogni giorno – cercano di plasmare a loro modo.

Perché The Royals è finita nel dimenticatoio?