Estrarre 10 episodi da un racconto da vivere tutto d’un fiato come The Shield non è facile. La sua struttura prevede, infatti, una successione concatenata di eventi che, quasi sempre, sfocia in un cliffhanger. Insomma, Shawn Ryan ha realizzato una delle serie più adatte al binge-watching ben prima che questa pratica diventasse moda.
Vi sono tuttavia alcuni episodi che sono più significativi di altri, perché scandiscono le tappe che hanno portato a uno dei più incredibili finali di Serie che la TV ci abbia mai regalato. Attraverso un viaggio lungo 10 episodi proviamo a ripercorrere i momenti più importanti per Vic Mackey e il suo team, nonchè tutto quello che hanno rappresentato per noi.
Naturalmente si tratta di una ricostruzione parziale della Serie che non tiene conto di mille altre sfaccettature e personaggi come Aceveda o Dutch, di villain atipici come Gilroy e Antwon Mitchell, o delle introspezioni psicologiche dei serial killer.
Quello delineato è un percorso lineare che mette in evidenza il lato più emozionale di The Shield, ciò che innegabilmente più di tutto ci spingeva a premere il tasto play puntata dopo puntata.
1) Il Pilot
Per come si stava sviluppando il pilot di The Shield sembrava che la FX avesse dato vita a un crime come tanti altri. Qualche poliziotto corrotto di troppo, un linguaggio fuori dagli schemi ma, tutto sommato, nulla che non si fosse già visto. Poi, a pochi secondi dal termine dell’episodio, Vic spara in faccia a Terry Crowley riscrivendo i canoni della TV generalista e lasciando tutti gli spettatori a bocca aperta.
Non solo: ai fini della trama, la morte di Terry rappresenta il primo dei tanti fardelli che si ergerà tra Vic e il suo braccio destro, Shane.
In sostanza non c’era modo migliore in cui The Shield potesse far capire di che pasta fosse fatta.
2) Episodio 2×09 – Uno sguardo al passato
Questa è considerata la puntata meno riuscita di tutta la Serie sia per come è strutturata, sia per la sua collocazione all’interno della seconda stagione. Col senno di poi, tuttavia, il minimo che si possa fare è rivalutarla. Per quanto riguarda la prima obiezione, infatti, non è così scandaloso mostrare il background di partenza di tutti i personaggi e quali dinamiche hanno fatto si che Vic cominciasse a muoversi in precario equilibrio tra fiuto investigativo e corruzione.
Ma è soprattutto la collocazione ad aver un senso più che mai. Lo Strike Team si sta preparando a raggiungere un punto di non ritorno, la rapina al treno degli Armeni, e quello della puntata flashback è l’ultimo momento in cui si può realmente tirare il freno. Basti pensare che la pausa successiva arriverà alla penultima puntata della serie, quando Mackey confessa tutto al Bureau. Dopo questo episodio The Shield toccherà livelli di epicità raggiunti veramente di rado nel panorama seriale.
3) Episodio 2×13 – Il giorno cruciale
La famosa rapina al treno degli Armeni. Ciò che più di tutto resta impresso di questa puntata, ancor prima delle scene dell’effettiva rapina, girate in modo fantastico e con un carico di tensione non indifferente, è il fotogramma finale: lo Strike Team che osserva il bottino, più soldi di quanti potranno mai farne nella loro vita.
Eppure dai loro sguardi non traspare alcun segnale di vittoria. Ciò che si percepisce è ansia, forse paura. E noi spettatori capiamo che il peggio deve ancora venire.
4) Episodio 3×15 – Fine dell’amicizia
Fino alla rapina al treno lo Strike Team era stato straordinariamente unito. Dopo quell’evento, come dicevamo, le cose non sarebbero più state le stesse. L’impossibilità di mantenere un basso profilo, l’ingresso di nuove variabili, come il personaggio di Mara, gettano un carico di tensione tra i membri del team che culmina con l’incendio di gran parte del bottino, da parte di Lem, nella 3×14.
Nel season finale Vic si affanna a tentare di mantenere la pace tra Lem e Shane ma, pur sistemando a modo suo, quasi definitivamente, la pratica armeni, non può evitare la frattura. La lite finale, una sorta di tutti contro tutti, è un’altra delle immagini copertina di questa formidabile serie.
5) Episodio 4×01 – Il nuovo capitano
Il nuovo Strike Team, in attesa di una nuova collocazione, annovera i soli Vic e Ronnie, sebbene la loro popolarità sia quasi compromessa e il distretto sembri in procinto di poter fare a meno di loro. Tuttavia gli intrecci tra i due con gli ex membri sono tutt’altro che conclusi, con risvolti inattesi.
Questa puntata è però considerata una pietra miliare nella storia della TV per un altro motivo: è la prima volta che un esponente di spicco del cinema hollywoodiano entra a far parte del cast principale di una Serie Tv. Si tratta niente di meno che di Glenn Close, premio Oscar per Attrazione Fatale, nei panni del capitano Monica Rawling. A fine stagione la Close lascerà la serie per impegni personali ma la strada è stata ormai tracciata.
6) Episodio 5×01 – Ore contate
Se per quattro stagioni The Shield si è rivelata una Serie fenomenale sotto tutti i punti di vista, dalla quinta stagione in poi Shawn Ryan e i suoi sceneggiatori (su tutti Kurt Sutter, il futuro creatore di Sons of Anarchy) decidono di alzare ulteriormente il tiro. Parte del merito è dovuto all’ingresso di un nuovo personaggio, anche in questo caso interpretato da un pezzo da novanta del grande schermo: Forest Whitaker nei panni di Jon Kavanaugh.
Il Team d’Assalto è tornato in azione, ma sorge sulle macerie dell’esperienza precedente. Kavanaugh insinua una tensione continua al loro interno, minandone la fiducia alla base, facendo leva sul membro più emotivo (e forse per questo più “umano” dei quattro): Lem.
7) Episodio 5×11 – Feroce condanna
Senza dubbio uno dei finali di stagione più struggenti di sempre. La continua partita a scacchi tra Mackey e Kavanaugh, con il povero Lem nel mezzo, ha un epilogo tragico e inatteso. Shane decide di risolverla una volta per tutte eliminando Lem, la cui unica colpa è stata quella di restare fedele al Team.
Dopo il fisiologico stato di trance in cui si cade è bene soffermarsi ad applaudire a scena aperta Walton Goggins (Shane Vendrell) che in un cast stellare riesce a rubare letteralmente la scena in questo frangente. Con buona pace della FX che voleva eliminare il suo personaggio dopo il pilot.
8) Episodio 7×08 – La Fuga
La morte di Lem rappresenta il punto di non ritorno nel rapporto tra Vic e Shane. La convivenza forzata alla quale i due si sottopongono, dopo la scoperta della verità da parte del primo, non può reggere per molto. Shane ha infatti commesso errori su errori, fino a tentare di uccidere Vic e Ronnie.
Non possedendo l’inventiva e la destrezza del suo mentore, viene scoperto piuttosto agevolmente ed è costretto alla fuga. Stiamo per entrare nella fase cruciale di The Shield.
9) Episodio 7×12 – Tutta la verità
Tutti quelli che hanno visto The Shield, con ragione da vendere, la definiscono una serie anfetaminica, dinamica, dotata di un ritmo costantemente sopra le righe. Caratteristiche rese palpabili anche dalla sigla, breve ed essenziale, e dai nomi del cast che scorrono in sovrimpressione con la fretta di chi vuole subito immergerti nella storia. Tutto questo per 7 stagioni meno una puntata e mezzo, fino a quando, cioè Vic Mackey non è più in grado evitare l’inevitabile e accetta un accordo che metterà nei guai Ronnie, l’unico rimastogli fedele.
Il lungo silenzio a cui si sottopone, prima di rivelare tutti i suoi crimini all’FBI, è quanto di più antitelevisivo si sia mai visto fino ad allora, eppure è un’operazione straordinaria dal punto di vista del carico emotivo capace di trasmettere. D’altra parte è il momento che aspettavamo da quando Vic aveva sparato a Terry in piena faccia.
10) Episodio 7×13 – Degradato
In The Shield, alla fine, vincono i buoni eppure ti lascia con un cazzotto allo stomaco che più forte non si può. Probabilmente è proprio questo a rendere il finale di Serie uno dei più belli mai realizzati. L’incredibile costruzione dei personaggi conduce lo spettatore a empatizzare con Ronnie, ma anche con lo stesso Shane, vittima a sua volta di un epilogo straziante.
L’accordo di Vic con l’FBI, inoltre, segna la definitiva sconfitta di quest’ultimo. A prescindere da quella che sarà la nostra interpretazione sul suo futuro, su ciò che sapientemente non ci viene detto, egli è rimasto solo. Non soltanto ha condannato l’unico amico rimastogli al carcere a vita, ma deve rinunciare probabilmente per sempre la sua famiglia e al suo habitat, la strada, costretto dal Bureau a un modesto lavoro di ufficio, in un abito che non gli dona e che lo invecchia terribilmente.