In letteratura, nei film e nelle serie tv la famiglia è sempre un microcosmo da analizzare con precisione e The Slap è, allora, solo l’ultimo esempio di questo sistema nella sua forma più contorta, cruda e incoerente. Il nucleo familiare è il primo sistema relazionale entro cui un individuo si riconosce e si forma. I primi modelli di comportamenti sono proprio loro, i genitori, da cui apprendiamo come spugne per poi essere scaraventati nel vasto oceano che è il mondo. Per Lewin la famiglia va sempre intesa come gruppo e non solo come somma delle singole parti. Per lui esiste un’interdipendenza tra i singoli membri tale da formare una struttura peculiare, unica e distinta da qualsiasi altra.
Stando alle parole di Franco Cambi, professore ordinario di filosofia dell’educazione, la famiglia moderna si troverebbe di fronte a una crisi la cui origine è da ricercarsi ancora più indietro nel tempo.
La prima di queste tre crisi viene definita “permanente” ed è legato al conflitto centenario tra padri e figli; la seconda è la crisi “epocale” ovvero quando la figura intoccabile del padre è stata messa per la prima volta in discussione; la terza e ultima è quella “attuale” che riguarda i rivoluzionamenti interni al concetto del sistema famiglia e le sue trasformazioni in epoca moderna. La crisi “permanente” è la più antica. Si tratta della crisi di cui è imbevuta la letteratura ottocentesca e novecentesca risalendo fino alla tragedia greca. Edipo è un re, un padre e un figlio, la cui intera esistenza è segnata dal destino e da una colpa familiare alla quale non può sfuggire. Agamennone sacrifica la figlia Ifigenia per poter partire in guerra ma a casa ad attenderlo c’è la vendetta servita fredda.
La crisi “epocale” è quella che viene inconsapevolmente studiata più di frequente a scuola.
Quella che riguarda la messa in discussione della figura paterna nel Novecento (anche nelle sitcom la figura paterna è andata incontro a una vera evoluzione) coincidente con la crisi di un’epoca intera e di un momento storico di evoluzioni e trasformazioni radicali. Le più grande opere della letteratura dedicate proprio al sistema familiare sono da ricercare in questi anni. Opere nelle quali la famiglia viene vivisezionata e analizzata in maniera sempre più critica e spietata ma anche attraverso prospettive diverse. La famiglia come ritratto in opere come “I Buddenbrook” di Thomas Mann, “Cent’anni di solitudine” di Gabriel García Márquez o “I Malavoglia”.
Sono esempi di un tipo di narrazione epica che esplora la storia di una famiglia attraverso molte generazioni. La famiglia dei conflitti generazionali, romanzi che esplorano le tensioni tra le diverse generazioni all’interno di una famiglia e le conseguenze di questi conflitti sulle vite dei personaggi, oppure quella dei rapporti disfunzionali, in cui le relazioni sono segnate da abusi, dipendenze o altri problemi, come nel caso di The Slap o di innumerevoli film.
The Slap si lega, invece, alla crisi “attuale”, quella del rapporto educativo, dei ruoli genitoriali e della individualità e personalità del figlio.
Una festa di compleanno tra parenti e amici fa emergere dissapori e incomprensioni esplodendo in uno schiaffo, quello del titolo, che rompe lo status quo. La tranquilla esistenza di tre famiglie e delle persone che gravitano loro attorno è sconquassata dall’interno. The Slap (arrivata in Italia un anno dopo la messa in onda americana, su Mediaset Premium) racconta attraverso otto puntate le ripercussioni di un unico gesto sulle vite dei protagonisti coinvolti. Otto puntate, quindi, raccontate attraverso gli occhi di otto personaggi, ognuno colpito in maniera diversa dall’accaduto. Lo schiaffo, alla fine, diventa solo un espediente per dare sfogo a gelosie, rancori e contrasti sepolti molto più in profondità.
Il primo episodio di The Slap, che segna l’inizio della vicenda, si incentra su Hector (Peter Saaarsgard). Padre di famiglia, marito amorevole, Hector ha appena compiuto quarant’anni e lo scorrere del tempo è una verità che non gli da pace. Alla ricerca disperata di un appiglio che lo faccia sentire ancora “nel fiore degli anni”, Hector si invaghisce della babysitter Connie riversando in questa figura femminile tutti i sogni, le speranze e la paura di una giovinezza che è ormai sfiorita. Durante la festa di compleanno organizzata dalla moglie Aisha (Thandie Newton), emergono molti screzi sia tra i membri della famiglia che nel gruppo generale di amici.
La conversazione agitata tra Harry, cugino di Hector, e Gary raggiunge il culmine quando il primo schiaffeggia Hugo, il figlio fuori controllo del secondo.
Lo schiaffo dà inizio a una reazione a catena che coinvolge non solo le due famiglie strettamente coinvolte ma anche i personaggi che gravitano loro attorno e che sono chiamati, inevitabilmente, a prendere le parti dell’uno o dell’altro. Così ogni episodio di The Slap segue l’evoluzione della vicenda ma, allo stesso tempo, scruta con occhio curioso nella vita personale dei singoli individui. Da Harry (Zachary Quinto) che ha un problema con la gestione della rabbia ad Anouk (una eccelsa Uma Thurman che forse non tutti sapevano avesse recitato in una serie tv) che deve venire a patti con la figura materna. Da Aisha, che non si è mai sentita accettata dalla famiglia del marito, a Rosie (Melissa George), madre messa alla gogna pubblica.
La miniserie si colloca all’interno di un filone prolifico, tanto in letteratura quanto al cinema e in televisione, che mette al centro della discussione la famiglia e i rapporti che la costituiscono.
Partendo da un evento isolato nel tempo e nello spazio, la serie tv ne analizza le ripercussioni a lungo termine. Il focus rimane sempre il sistema familiare, clan di appartenenza del singolo e primo luogo di crescita e formazione dell’individuo. Il cinema è pieno di film altrettanto validi che esplorano il tema, forse in termini anche più crudi e viscerali rispetto a The Slap. Di recente in Italia è uscito il bellissimo Educazione Fisica, con Giovanna Mezzogiorno, Claudio Santamaria e Sergio Rubini (che potete vedere qui incluso nell’abbonamento con NOW). Un altro esempio molto valido, anche per vicinanza con la trama della serie tv NBC, è Carnage. Il film, diretto da Roman Polanski e basato sulla pièce teatrale Il dio del massacro, parte anch’esso da un accadimento isolato per studiarne le ripercussioni sulle famiglie coinvolte.
Il nucleo sociale della famiglia è regolato da leggi scritte, giuridiche e regolamentate. Ma esistono anche leggi non del tutto esplicite ma silenziosamente riconosciute. Questo perché la famiglia è un po’ come una bolla entro i cui confini valgono delle regole valide, nel bene e nel male, solo per la famiglia stessa. Non esistono quindi esclusivamente delle leggi universalmente riconosciute (rimaniamo nell’ambito della famiglia occidentale moderna) ma anche regole non scritte: rispettare i genitori da un lato, prendersi cura dei figli dall’altro.
Questa rete che connette tra loro genitori e prole sostiene la bolla e la tiene insieme.
Nessuno, al di fuori, può permettersi di infrangerla. Così se Harry colpisce il piccolo Hugo, la sua colpa è di travalicare i confini della bolla, di non rispettare la rete non sua. Nel caso di Carnage (film che dovete assolutamente vedere) la premessa è la stessa ma stavolta la violenza è compiuta da un figlio sull’altro ed è dunque l’educazione genitoriale il tema centrale della vicenda. Il ruolo del genitore ha in sé oneri e onori che riguardano la protezione ma anche l’educazione dei figli.
D’altronde perché si utilizza la parola “maleducato”? Con essa ci rivolgiamo a un individuo che non è stato educato dalla propria famiglia secondo quelli che dovrebbero essere i costumi corretti della società in cui vive. Con “ineducato”, d’altro canto, cerchiamo una parola un po’ più blanda per non far ricadere la colpa solo ed esclusivamente sul genitore. In Carnage le due famiglie costituiscono due cerchi distinti l’uno dall’altro che finiscono con l’incrociarsi al centro formandone un terzo. Il terzo cerchio non è altro che l’evento scatenante: durante una lite al parco, un ragazzino di 11 anni colpisce un compagno di scuola con un bastone. Quello che ne viene fuori è un ritratto stupendo di famiglie disfunzionali e meschinità borghese, in cui le maschere pirandelliane cadono una dopo l’altra mostrando gli istinti più bassi e animaleschi degli attori coinvolti.
The Slap ricorda molto il film ma la narrazione segue il modello dell’effetto domino.
Nel caso della serie tv, innanzitutto, l’evento è causato da un genitore ed è all’interno di un contesto in cui le famiglie si conoscono e sono persino imparentate tra loro. Harry, quindi, compie due errori agli occhi di quelle regole non scritte di cui parlavamo qualche riga fa. Il primo è aver oltrepassato i confini della propria genitorialità andando a esercitare il suo potere su un figlio non suo.
Il secondo è aver compiuto tale prevaricazione in un contesto amicale, usurpando il ruolo da genitore di una persona vicina a lui. Inoltre, se il film Carnage mette in scena questo circo degli orrori in una dimensione limitata (la casa), The Slap affronta le conseguenze dello schiaffo su ogni singolo personaggio coinvolto e spostandosi anche in ambienti e luoghi diversi. Da qui l’effetto domino. E a proposito di “ambienti e luoghi”, vi lasciamo con le 7 serie tv che ci fanno venire voglia di vivere in mezzo al verde.