Il 2020 è stato senz’altro un anno difficile e tortuoso, a causa delle complicanze che tutti noi, per forza di cose, abbiamo dovuto affrontare. Altrettanto dura, è stata proprio la situazione nel mondo cinematografico e seriale, che ha comportato a rimandi, rallentamenti e cancellazioni di tante produzioni in ogni paese del mondo. Tra queste dolorose cancellazioni, molti abbonati della piattaforma Netflix non potranno mai perdonare quella di una serie televisiva promettente, quanto originale: The Society. Ancor più imperdonabile e doloroso è stato il fatto che nel luglio 2019, ancor prima dello scoppio della pandemia, il progetto era stato rinnovato per una seconda stagione, assolutamente dovuta visti i risvolti incerti e le tante domande rimaste aperte nel finale della prima stagione. Tuttavia, il 22 agosto 2020 arrivò a tutti la notizia a cui nessuno era pronto, come un fulmine a ciel sereno: insieme all’altrettanto ambiziosa I Am Not Okay with This, la seconda stagione non si sarebbe fatta, a causa dei costi elevati che lo spostamento delle registrazioni avrebbe comportato.
Il 24 luglio 2018, Netflix annunciò l’ordine della serie, a cui si aggiunsero gran parte del cast principale nel novembre dello stesso anno. Nell’arco di quei cinque mesi si è svolta la lavorazione, avvenuta a Lancaster, nel Massachusetts. Da quel punto si ebbero sempre meno notizie, fino al 30 aprile 2019, quando fu rilasciato il primo trailer sulla piattaforma di distribuzione. Infine, il 10 maggio, venne rilasciata in contemporanea in tutto il mondo.
The Society, composta da dieci episodi, prende ispirazione da due fonti letterarie: la fiaba tedesca Il pifferaio di Hamelin e il romanzo britannico Il signore delle mosche di William Golding. La trama, difatti, narra la storia di un gruppo di adolescenti, costretti a dover sopravvivere dopo che sono tornati da un breve viaggio nella città dove abitano e aver scoperto della scomparsa non solo dei loro genitori, ma anche di tutti gli altri adulti, in una località da cui non possono più sfuggire. Inizialmente vivono il sogno adolescenziale di potersi gestire da soli e i primi giorni scorrono sereni tra feste, alcolici e divertimento, solo dopo si renderanno conto che senza autorità, regole e giudizio, la fantasia che stanno vivendo potrebbe facilmente trasformarsi in un catastrofico incubo.
Senza girarci troppo intorno, The Society, al tempo della sua uscita, è stata un vero e proprio successo, ancora oggi riesce a non passare inosservata. Sulla celebre applicazione di monitorizzazione delle serie televisive viste, TV Time, la serie ha circa 850 mila seguaci e una media di 4.7 su 5 stelle. Mentre su altri social networks, come Instagram o TikTok, mantiene ancora oggi vette altissime, con 449 mila follower sulla prima e 557 milioni di visualizzazioni sulla seconda. Anche dalla parte della critica le recensioni sono generalmente favorevoli, sia su Metacritic, che sul sito web aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes, dove la serie ha ottenuto un punteggio medio di 7,4 su 10 e una percentuale di approvazione del 85%, basata su 33 recensioni.
Al di là della trama tessuta finemente e della scenografia studiata al punto giusto, la carta vincente di The Society è stata il suo cast corale, colmo di talenti e nuove promesse della cinematografia statunitense. Tuttavia, alla fine questo vantaggio si è rivelato un’arma a doppio taglio e con quasi tutta certezza ha segnato la fine della serie televisiva stessa. Se da una parte ci soffermiamo a pensare come sia possibile che una serie di così tanto successo sia stata cancellata, dall’altra comprendiamo che forse non poteva essere altrimenti.
La serie ha solo pagato il prezzo di esser stata involontariamente creata in un momento storico complesso e limitativo, che le ha tarpato le ali e il crescendo di successo.
La motivazione principale che ha portato la serie televisiva a essere cancellata non è stata la poca dimostrazione di affetto da parte del pubblico, ma i costi di produzione elevati che l’allungamento delle procedure avrebbe comportato. In poche parole, sarebbe stato impossibile per i produttori allungare il contratto a un cast così ricco, variegato e promettente, pensando poi anche ai progetti a cui gran parte di loro ha partecipato dopo il fallimento del loro trampolino di lancio.
Basti pensare anche solo alla protagonista Kathryn Newton (Allie Pressman), che dopo The Society ha avuto a che fare con progetti del calibro di Freaky e Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Per poi passare a tutte le altre giovani stelle presenti nel cast, come: Natasha Liu Bordizzo nel lungometraggio The Voyeurs o la recente serie Ahsoka, altrimenti Olivia DeJonge nel toccante biopic Elvis, Alex Fitzalan nella serie The Wilds e Kristine Frøseth in The First Lady e American Horror Stories.
Per il creatore di The Society, Christopher Keyser, sarebbe stato altamente difficile, se non appunto impossibile, sospendere momentaneamente i lavori in programma di tutto il cast, oltre che della crew di regia, scenografia e post-produzione, difatti ciò si è poi tradotto con la definitiva cancellazione della serie, nonostante il rinnovo.
A oggi, però, dopo essere usciti dalla drammatica situazione vissuta tre anni fa, la domanda sorge spontanea: per quale motivo non c’è stato alcun tentativo di riunire i tasselli e dar alla storia almeno un’altra stagione, anche solo una degna conclusione? Purtroppo la risposta non è facile da darsi e mai l’avremo, o almeno, fino a eventuali notizie ufficiali da parte della piattaforma. Esattamente come mai sapremmo il reale destino di Cassandra Pressman (Rachel Keller), il nome del padre del figlio di Becca Gelb (Gideon Adlon), il piano escogitato da Elle Tomkins (Olivia DeJonge) per liberarsi di Campbell Eliot (Toby Wallace), l’identità dell’autista che ha riportato i ragazzi nella città natia, ma soprattutto, il motivo per cui i ragazzi sono stati prelevati dal loro mondo e chiusi in una bolla utopica.