Ci eravamo lasciati con una discreta curiosità in merito a come sarebbero proseguite le indagini sullo scrittore Michael Peterson e la terribile morte della moglie Kathleen Peterson (qui trovi la recensione delle puntate precedenti). Queste due attesissime puntate di The Staircase ripartono con il botto e ci addentriamo sempre più in un processo che fa da cornice alle vicende familiari, la parte decisamente più intrigante.
Le indagini proseguono, così come il processo, e finalmente ci vengono sveltati lati interessanti sulla composizione familiare, che rappresenta uno dei valori aggiunti di questo true crime.
The Staircase inizia a schiarirci le idee
Si comincia subito con una scena che vede Martha in compagnia della fidanzata. Capiamo dunque qualcosa in più in merito a questo personaggio e soprattutto in merito alla sua famiglia. Con maestria il plot introduce poco alla volta informazioni utili e scopriamo che la madre biologica di Martha e Margareth è morta – quando erano piccolissime – di aneurisma; rimaste ormai orfane è quindi arrivato Michael che si è preso cura di loro.
L’introduzione di questi dettagli non è fine a sè stessa, o comunque non è finalizzata solo a farci capire come è composta la famiglia, ma ha uno scopo ben preciso. Anche la donna, infatti, è stata trovata da Michael morta in fondo a una scala.
Insomma, una coincidenza che unita alle altre informazioni che emergono dalle indagini ci spinge sempre di più a dubitare dell’uomo, che scopriamo aver mentito anche in merito a un incidente avuto nell’esercito.
L’arma del delitto
Ad avere sempre più spazio in queste puntate è poi Clayton, che decide di tornare a casa. Capiamo subito che è stato volontariamente allontanato a causa di qualche problema con la giustizia avuto in passato, di cui si accenna solo in una conversazione tra lui e Todd sullo “spring break”. Scopriamo che il ragazzo (interpretato da Dane DeHann, che nella vita reale ha 36 anni) è stato arrestato per guida in stato di ebrezza e per violenza su quella che continua ad essere la sua fidanzata.
Chiarita da parte sua la volontà di lasciarsi questi episodi alle spalle, Clayton si mette a disposizione per aiutare. Purtroppo fa l’esatto contrario, trovando quella che, secondo le dichiarazioni della sorella di Kathleen, è l’arma del delitto.
Dentro al processo di The Staircase
Per gli amanti del genere, queste due puntate sono più interessanti che mai. Il motivo? Ci addentriamo nel processo. Seppur tenendoci abbastanza a distanza e vivendolo in maniera affrettata, la seduta in tribunale ci basta per vivere tutta l’angoscia che contraddistingue ogni singolo membro della famiglia.
Come vediamo nella puntata, infatti, lo stress inizia a farsi sentire e i ragazzi cominciano a litigare, sentendo più o meno l’appartenenza alla famiglia. Caitlin mette in chiaro fin da subito da che parte sia, ovvero quella dell’accusa, al contrario i figli di Michael sono certi del fatto che il padre non abbia ucciso la madre, mentre le due figlie adottate sono inizialmente convinte della sua innocenza ma iniziano poi a vacillare.
Martha, in particolare, crolla più volte sentendo la lontananza della sorella Caitlin, ricercando invano il suo sguardo tra le panche del tribunale. I momenti più pesanti, sia per lei che per noi, rimangono quelli in cui vengono mostrate le fotografie del cadavere in aula.
Chi è Sophie, la nuova fiamma di Michael
Queste puntate introducono inoltre una figura solamente accennata nelle precedenti, ovvero quella di Sophie Brunet, interpretata dalla premio oscar Juliette Binoche.
Come avevamo già intuito, Sophie è colei che in futuro ha preso il posto di Kathleen e che nella quarta puntata, attraverso la risposta alla domanda “è stata fatta giustizia?”, ci rivela come è andato a finire il processo.
Della donna ancora non si sa molto, sappiamo però che è probabilmente la montatrice del documentario che viene girato durante le indagini e che è fermamente convinta fin da subito dell’innocenza di Michael.
The Staircase 1×04: come è morta Kathleen
Dopo aver scoperto qualche informazione in più sui personaggi coinvolti, come Todd che si droga, Clayton che ha avuto problemi con la legge e Michael che da mera fantasia confessa di aver sempre avuto rapporti sessuali con gli uomini, arriva la sentenza.
Le due figlie adottive di Michael acconsentono a far riesumare il cadavere della madre biologica per constatare che sia effettivamente morta di aneurisma. Inoltre, il ritrovamento della presunta arma del delitto da parte di Clayton non fa altro che peggiorare le cose, perchè come ci viene mostrato alla fine non c’è nessuna arma del delitto.
Michael avrebbe sbattuto più volte la testa della moglie contro il gradino delle scale, dopo che quest’ultima aveva scoperto della sua omosessualità e voleva lasciarlo. Non solo, mentre la moglie era agonizzante lui non ha neanche tentato di aiutarla, nonostante nell’esercito gli avessero insegnato diverse tecniche di soccorso. Vediamo infatti Michael omettere volontariamente aiuto, nel tentativo di far in modo che la donna morisse così da non poter raccontare nulla a nessuno.
Michael è colpevole?
Anche questa puntata termina con il grande quesito “ma è stato davvero lui ad ucciderla?”.
Di fatto tutte le prove portano a quella ipotesi, ma il dubbio è che se fosse così ovvio e così semplice non ci sarebbero ancora 4 puntate da vedere. Non possiamo che attendere una settimana per scoprire altri interessanti segreti di uno dei casi di true crime più interessanti di sempre.