La scorsa puntata di The Staircase (qui trovi la recensione) ci ha lasciati con un grande interrogativo, ossia “Michael è colpevole?”. Se ci eravamo illusi che queste ultime uscite ci avrebbero chiarito le idee ci sbagliavamo di grosso, perché siamo decisamente più confusi di prima.
Le dinamiche familiari sono state ampliamente affrontate negli scorsi capitoli, preparando un terreno fertile ad accogliere conflitti che però non si sono verificati. Al contrario, la parte di storia che riguarda la relazione tra Michael e Sophie viene spiegata e approfondita, toccando temi molto comuni a quelli dei più noti true crime.
Per la legge Michael è colpevole
Come abbiamo visto, Michael viene dichiarato colpevole per la morte della moglie e immediatamente incarcerato. La vita in prigione si rivela molto turbolenta per l’uomo, che viene fin da subito bullizzato da un altro detenuto, che lo picchia e gli riempie il viso di lividi ed ematomi.
La vita non sembra prendere risvolti migliori per i figli. Todd continua a drogarsi e a bere, Margareth cerca una stabilità che non riesce a trovare e Martha è sempre più turbata. Al contrario, Caitlin si ritira e torna alla sua vita, motivo per cui non la vediamo praticamente per tutte le puntate. Todd, Margareth, Clayton e Martha si ritrovano, al contrario della sorella, a dover stravolgere completamente la loro esistenza e soprattutto a far fronte alle parcelle sempre più care dell’avvocato del padre.
Iniziano dunque a vendere dapprima tutti i mobili e in seguito la casa stessa, che a causa del terribile fatto avvenuto tra le sue mura, non può essere venduta a un prezzo troppo alto. A nulla servono le pennellate di vernice che Clayton dà al muro ancora pieno di sangue.
In carcere lo chiamano The Staircase
Michael si ritrova dunque in carcere, il tempo scorre e l’unica cosa che gli dà un pò di positività è il fatto che spera in una prossima assoluzione. Nel frattempo continua la sua prigionia intrattenendosi con i libri che Sophie gli invia, la quale non perde tempo a ricordargli che grazie al documentario verrà sicuramente visto sotto una luce differente, migliore.
Grazie a un’amicizia instaurata con l’addetto alle pulizie della prigione, Michael riesce a ottenere uno scambio per non farsi più picchiare. Pagando regolarmente dei soldi ad altri detenuti, riesce ad avere una protezione da parte di quest’ultimi, che lo difendono dal bullo e violento nemico presente in carcere.
Michael sembra aver trovato una sorta di quotidianità, riprendendo anche ad allenarsi, ignaro che quella diventerà una routine per molti più giorni.
Kathleen e le sorelle
Approfondiamo anche il rapporto tra Kathleen e le sorelle, in particolare vediamo un episodio in cui, già molto titubante, si reca a cena della sorella e le due non fanno altro che tirarsi frecciatine a vicenda, finendo poi per litigare.
Scopriamo dunque che tra di loro c’era un rapporto piuttosto travagliato e che forse proprio per questo e per i sensi di colpa, la sorella vuole scoprire a tutti i costi la verità sul suo omicidio. Vengono approfondite inoltre le dinamiche genitoriali, in cui vediamo un Michael arrabbiato con Margareth, che le impedisce di tornare a casa per i voti bassi, e una Kathleen amorevole che cerca di mediare un rapporto contrastato.
The Staircase come altri true crime
Proprio come successo in tanti true crime, pensiamo ad esempio al caso dei fratelli Menendez, anche in questo caso da una tragedia può nascere una storia d’amore. È ciò che accade con Michael e Sophie.
Sophie, convinta dell’innocenza di Michael, inizia una battaglia ostinata per dimostrare la sua innocenza, iniziata proprio dal montaggio del documentario, in cui si impegna a mostrare le parti che lo rendano innocente, litigando con il produttore che è assolutamente convinto della colpevolezza dell’uomo.
Alla fine lei ha la meglio e inizia una sorta di relazione a distanza con Michael, fatta di libri, cartoline e lettere, e presto si innamora di lui nonostante fosse già sposata e con un figlio. Resasi conto della gravità della cosa, tenta inizialmente di allontanarsi dall’uomo, ma senza successo.
L’ipotesi del gufo
Il documentario esce, ma al contrario delle aspettative Michael viene riconfermato colpevole e per lui non c’è più speranza di uscire di prigione. Gli anni passano e ognuno va avanti con la sua vita, ormai rassegnati all’idea che quello sia il destino dei Peterson. Tutto sembra ormai archiviato, fino a quando Sophie, contattata da un vicino di casa, ci dà una rivelazione che ha dell’assurdo. A uccidere Kathleen sarebbe stato un gufo.
Vediamo quindi una nuova versione della morte della donna, ma questa volta tutto ci sembra davvero assurdo. Kathleen esce in cortile a riporre delle renne finte, quando sta per rientrare in casa, però, un gufo la attacca, colpendola in volto e alla testa.
La donna inizia a urlare e rientra dentro casa, chiamando disperatamente Michael. Invece di dirigersi verso l’uomo, però, sale le scale, continuando a chiamare il marito. Colta da un capogiro a causa delle ferite e del sangue, cade e batte la testa. Perchè Kathleen chiama il marito e non va da lui? Perchè salire le scale in quelle condizioni?
The Staircase: un nuovo finale aperto
Sophie, convinta di questa teoria, chiede a Caitlin di riesumare il cadavere della madre per provare questa teoria, ma la figlia ovviamente rifiuta.
Voliamo poi nel futuro, e assistiamo a un nuovo colloquio tra Michael e l’avvocato, in cui lui gli dice che se si dichiarasse colpevole della morte della moglie sarebbe finalmente libero.
Lui ovviamente rifiuta.