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Numero Cinque si è salvato, nonostante il tracollo di The Umbrella Academy 

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Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di The Umbrella Academy

Il finale di The Umbrella Academy, il finale dell’ultima stagione, è talmente poco memorabile da rimanere impresso solo…per questo. Prima di analizzarlo e di analizzare quali possano essere stati gli errori, lasceremo del tempo a chiunque stia leggendo per cercare di ricordare cosa succeda nell’ultima puntata della quarta e ultima stagione di The Umbrella Academy (qui per la nostra recensione). Il danno, oltre alla beffa, è che The Umbrella Academy è sempre stata una serie tv unica nel suo genere, con una spiccata ironia e una componente narrativa solida e coerente.

Contro tutto e tutti, The Umbrella Academy si è sempre presa il suo posto, certe volte passando anche troppo inosservata rispetto a quello che avrebbe meritato.

La storia degli antieroi, figli del magnate Hargreeves, affetti da un incurabile e malinconico complesso di Edipo, in fondo ci ha sempre conquistati (soprattutto all’inizio). Anche con le sue stranezze con i suoi piccoli difetti. Sette fratelli, un po’ come i vizi capitali, che affrontano una fine del mondo dopo l’altra, con i loro poteri particolari e con una cattiveria disfunzionale che si trova solo nelle migliori famiglie. Il tutto condito con una fortissima ironia, tendente al black humor, che stempera ma che sottolinea anche moltissimi momenti salienti. 

Almeno, questo era The Umbrella Academy fino alla fine della terza stagione (qui per farti convincere a recuperare almeno le prime tre). Quest’ultima, altrettanto criticata (ma solo perché ancora non avevano visto la quarta), aveva però dei piccoli dettagli che la salvavano e aveva in sé una vena narrativa talmente particolare da riuscire ad attrarre nonostante tutto (qui la recensione della terza stagione). Ma la terza stagione, in ogni caso, era solo un campanello di allarme per ciò che stava per arrivare, e che di certo non ci aspettavamo affatto.

Dopo un paio di stagioni quasi perfette e una leggermente sottotono, The Umbrella Academy ci delude davvero, con la quarta stagione. La storia non sta più in piedi, è vista e rivista e soprattutto non riesce a essere coerente come succedeva in passato.

The Umbrella Academy

I personaggi, solitamente molto ben delineati anche nelle loro imperfezioni, sono scialbi e asettici. Sembrano un’imitazione di loro stessi, solo qualche anno prima. Nella trama della quarta stagione ci sono tantissime componenti, troppe senza dubbio. La confusione prende il sopravvento, non capiamo chi sia Jennifer né perché mai dovrebbe essere uscita da un calamaro enorme. Klaus è noioso, che è l’ultima cosa che ci saremmo mai aspettati da lui, Luther è inutilmente felice, Diego diventa un sempliciotto qualunque. Allison è sempre arrabbiata e Lila ha una crisi. L’unico che rimane fuori da questo disastro, ancora una volta, è Cinque

Lasciamo da parte solo per un attimo la quarta stagione e la storia che coinvolge Cinque (interpretato da Aidan Gallagher), per ricordarci chi è davvero il Numero Cinque dell’Umbrella Academy. Cinque è un ragazzino che viaggia nel tempo e nello spazio, talmente irriverente e ribelle da rimanere bloccato per sempre in un futuro apocalittico e invecchiare lì, diventando nel mentre un killer professionista. Questo nella prima stagione, quando la sua storia comincia a delinearsi. A un certo punto, Cinque riesce a tornare indietro per salvare la sua famiglia (gli altri sei ragazzi) dall’ apocalisse che ha vissuto nel futuro.

Perché Numero Cinque è questo: un deus ex machina che salva la situazione. Sempre. Il suo è un ruolo perfettamente delineato e delimitato, che prevede intelligenza, furbizia e razionalità.

È l’unico che sa cosa dice, in ogni situazione e in qualsiasi momento. Ed è l’unico che riesce, almeno un po’ meglio degli altri, ad avere una visione più razionale del vecchio Hargreeves. Perché Cinque ha la saggezza di un uomo vissuto, e la scaltrezza di un ragazzino di undici anni. Per questo è il personaggio più interessante di tutta The Umbrella Academy, e soprattutto è il protagonista che più di tutti crea la storia, letteralmente. 

The Umbrella Academy

Numero Cinque, è il creatore della storia di The Umbrella Academy perché è colui che permette che vada avanti, ed è l’unico che conosce la verità. Soprattutto quella più amara e più difficile da affrontare. Forse anche per questo, per mantenere una sorta di aura da narratore intorno a lui, è l’unico che non ha un nome proprio di persona e che rimarrà per l’intera serie tv Numero Cinque, o Cinque. La sua spersonificazione e il suo distacco emotivo, lo rendono, in maniera un po’ paradossale, il personaggio più complesso e più profondo di tutti. Nella quarta stagione, per ritornare in quell’oblio da cui cerchiamo inutilmente di venire fuori, Cinque è l’unico che riesce a salvarsi.

E non letteralmente, quanto piuttosto moralmente. In una narrazione confusa e caotica, in cui la scrittura dei personaggi si confonde in sfumature irrilevanti, Numero Cinque continua a essere il faro in mezzo alla nebbia. Continua ad assolvere al suo ruolo di traghettatore di anime.

Ma questa volta, l’unico che riesce a uscirne vivo è proprio lui stesso. Stavolta, si lascia indietro i suoi fratelli, il passato e il futuro e finalmente viene fuori per il personaggio perfetto che è. 

Attenzione, non si sta parlando della trama, non lascia indietro nessuno in maniera letterale, né improvvisamente diventa egoista e menefreghista. Semplicemente, per forza di cose, dopo quattro stagioni, The Umbrella Academy continua a puntare su di lui, sulla sua complessità e sulla sua profondità. Ed inevitabilmente, è l’unico che ne esce in maniera dignitosa, quanto meno per il passato che il personaggio ha alle spalle. Dal tracollo della quarta stagione, Numero Cinque è il solo a uscirne onorevolmente. E nonostante una trama romantica che nessuno riesce a spiegarsi, che coinvolge Lila e un triangolo amoroso di cui davvero non avevamo bisogno, Cinque rimane in piedi. E anche nella rivedibilissima narrazione che gli si costruisce intorno, riesce a uscirne come un uomo complesso e interessante, emotivo e anche razionale. Riesce a completarsi, anche e soprattutto da solo.

Mentre il mondo intorno a lui crolla – e stavolta non ci riferiamo all’apocalisse, quanto alla serie stessa – Cinque regge botta e porta ancora una volta tutta la baracca.

I suoi enigmi sembrano sciogliersi e il suo passato sembra non interessarci più così tanto. Quello che è importante è che possiamo contare su di lui, per salvare The Umbrella Academy.  

Numero Cinque

E allora come un novello Caronte, che trasporta le anime verso l’inferno, Numero Cinque porta tutti i suoi fratelli dove dovrebbero essere. Nel vuoto, nel nulla, mai esistiti. Perché è così che si conclude The Umbrella Academy ed è così che Numero Cinque sembra salvarla. Anche nella quarta stagione, la decisione è la sua, è l’unico che può prenderla ed è l’unico che è in grado di assumersene le responsabilità.

Numero Cinque, che nel disastro ha sempre trovato la forza di combattere, è abituato al caos e ne conosce ogni dettaglio. Ma se l’apocalisse ha una risoluzione, The Umbrella Academy non ne aveva più e l’unico modo per uscirne era quello di porvi fine.

Certo, speravamo in maniera meno superficiale, meno frettolosa e più coerente. Ma il nostro faro, il nostro traghettatore, la nostra guida, è rimasta salda. E la magra consolazione che quantomeno non abbiano rovinato il personaggio di Numero Cinque, è l’unica cosa che ci aiuta. Impavido guerriero del tempo, uomo e ragazzo senza eguali, creatore e distruttore del caos, Cinque è l’unico che non ci ha mai deluso, il solo che ha sempre davvero messo la storia davanti a tutto il resto. A costo di farla concludere. 

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