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5 motivi per recuperare The Umbrella Academy prima che esca l’ultima stagione

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Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di The Umbrella Academy

Esce su Netflix nel 2019, la primissima stagione di The Umbrella Academy e silenziosamente si insinua tra i piccoli gioielli della piattaforma. Parte in maniera cauta, proponendosi come una rilettura del fumetto da cui trae origine, omonimo, ideato da Gerard Way e Gabriel Bà. Ma col tempo comincia a essere riscoperta non solo per la qualità del prodotto ma soprattutto per un legame con la fanbase del fumetto che, incuriosita, ne apprezza la veridicità.

La serie, che nonostante sia legata al fumetto riesce a crearsi un mondo seriale tutto suo, è infatti un prodotto più che valido che sa combinare ironia e dark humor con un’ottima narrazione e una altrettanto sagace scrittura. A pochi giorni dall’uscita della quarta e ultima stagione, i consigli che possiamo darvi per andare a recuperarla sono pochi ma buoni. Perché, in fin dei conti, quando un prodotto merita, non ha bisogno di troppe spiegazioni, sono i fatti a parlare. Soprattutto in vista di una nuova stagione, conclusiva, dalla quale tutti i fan si aspettano grandi cose. Come solo The Umbrella Academy sa fare.

1. Numero Cinque

Numero Cinque (interpretato da Aidan Gallagher), che per chi non ha visto The Umbrella Academy può sembrare uno strano nome – e un po’ lo è – è il personaggio che meglio di tutti può introdurvi alla storia della serie, al suo carattere e alla sua inclinazione. Pur essendo il personaggio più enigmatico dell’intera The Umbrella Academy è anche quello più interessante e complesso, uno di quei personaggi che porta con sé il fardello di essere rappresentativo dell’intera serie. È l’unico senza un nome, a differenza dei suoi sei fratelli che hanno tutti un numero ma anche un nome proprio. Cinque rimane (almeno per ora, ecco quello che sappiamo sulla quarta stagione) una sorta di identità. Come gli altri ha un potere speciale, come gli altri ha dei problemi edipici con un padre, Hargreeves, che non lo ha mai trattato da figlio ma più che altro come esperimento.

L’Umbrella Academy, dove crescono i sette ragazzi speciali, è il luogo da cui tenta costantemente di allontanarsi ma da cui non riesce mai davvero a distaccarsi. Cinque è un po’ il motore di The Umbrella Academy e il suo potere, che gli permette di viaggiare nel tempo e nello spazio, è il pretesto principale attorno al quale si delinea l’intera storia (qui per approfondire il personaggio). Numero Cinque è il motivo principale per cui continuerete senza dubbio a vedere The Umbrella Academy, quantomeno per scoprire di più sul suo passato.

2. La colonna sonora

Gerard Way The Umbrella Academy

Uno degli ideatori del fumetto The Umbrella Academy è, come accennato, Gerard Way, frontman della band My Chemical Romance. Non c’è da stupirsi, quindi, se la colonna sonora della serie sia curata nei dettagli e, il più delle volte, sia anche molto originale. Un perfetto mix tra tradizione e innovazione, la colonna sonora di The Umbrella Academy è capace di sottolineare perfettamente gli stati d’animo che prova lo spettatore. Varia dal pop al punk e anche per questo riesce ad accattivare, senza mai risultare di troppo. Sono tantissimi i modi in cui entra – anche in punta di piedi – nella scena e variano dal tipico tappeto sonoro fino ad arrivare a essere la vera e propria protagonista.

Nella terza stagione, ad esempio, c’è un’intera sequenza che rimanda quasi al musical, sulle note di Footloose (una delle tante scene musicali memorabili). Ma, in generale, la scelta della musica di The Umbrella Academy non è solo didascalica, ma anzi, spesso si presenta come una componente unica nella narrazione. Non è inusuale, ad esempio, sentire delle bellissime cover di brani che hanno fatto la storia (come House of the Rising Sun nella versione di Jeremy Renner) nel tentativo di unire, come si diceva, tradizione e innovazione.

3. La particolare narrazione dell’eroe

The Umbrella Academy

La narrazione dell’eroe, come ci si aspetta in qualsiasi prodotto che parli di super poteri, è presente anche in The Umbrella Academy. Ma in un modo diverso dal solito, molto più particolare e soprattutto meno spettacolare. Gli eroi di The Umbrella Academy sono fallibili e non in senso fisico (anche se tutti e sette hanno delle prerogative fisiche piuttosto evidenti) quanto in senso etico. I sette, infatti, hanno un enorme complesso edipico da sradicare e una forte consapevolezza della loro fallibilità. La narrazione che The Umbrella Academy fa dell’eroe risulta, quindi, molto diversa dal tipico supereroe moralmente insicuro ma in fin dei conti molto buono. I sette di The Umbrella Academy sono tutti molto egoisti, quasi cattivi in alcuni punti, e soprattutto sono problematici.

La bellezza di The Umbrella Academy sta nel saperci mostrare il percorso che faranno per accettare tutto questo e andare oltre i loro difetti, senza mai perderli del tutto. L’eroe di The Umbrella Academy è un eroe fuori dal comune, letteralmente. Uno di quelli che non vorresti mai che ti salvasse, se prima non è in grado di salvare se stesso. È un eroe cinico e sgradevolmente ironico, egoriferito e freddo, anche se mai insensibile. In The Umbrella Academy l’eroe è un po’ un villain, ed è proprio per questo che vi conquisterà.

4. La libertà

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Può sembrare un po’ semplicistico ma The Umbrella Academy affronta il tema della libertà in maniera innovativa e mai scontata. La narrazione della serie si basa molto spesso sul presupposto della surrealtà che, però, è in stretto contatto con una realtà anche molto cruda. Il bello di The Umbrella Academy è anche questo: un equilibrio quasi perfetto tra due istanze all’opposto tra loro. Nella serie infatti si incontrano spesso immaginazione e realismo, dolcezza e cinismo. E in questo gioco delle parti si pone perfettamente il concetto di libertà, declinato nel suo modo più semplice e allo stesso tempo più complesso. La sessualità di Klaus fin dalla prima stagione, la lotta di Allison per i diritti civili nella seconda, l’identità di genere di Vanya/Viktor soprattutto nella terza stagione.

The Umbrella Academy riesce, insomma, a collocarsi perfettamente nel momento storico in cui viene trasmessa e con i giusti riferimenti e valori. Senza mai farli pesare come qualcosa di straordinario e di spettacolare, inserendoli semplicemente nella storia dei personaggi. The Umbrella Academy affronta il tema della libertà individuale e collettiva in maniera quasi silenziosa ma con un eco assordante.

5. L’ironia

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Tratto distintivo di The Umbrella Academy è sicuramente un certo tipo di ironia, leggermente black ma anche molto ricercata, soprattutto in alcuni punti e in alcuni personaggi. Di certo sempre efficace e convincente, e sicuramente puntuale nei momenti giusti (cosa mai scontata), il sarcasmo diventa una delle armi che The Umbrella Academy utilizza per stemperare alcune situazioni più paradossali. Ovviamente, come accade spesso, calza meglio su alcuni personaggi e su certe storie invece che su altre. Nonostante questo, l’ironia di The Umbrella Academy riesce a trovare il suo posto senza mai risultare ingombrante o didascalica. E soprattutto sembra essere pensata per ognuno dei protagonisti, così da trasformarsi continuamente, facendo sì che il pubblico possa apprezzarne la volubilità.

Se Klaus è più sfacciato, Allison è più cinica. Laddove Diego è più impulsivo, Cinque è assolutamente strafottente. Se Viktor è riflessivo, Luther è più ingenuo. Insomma, l’ironia di The Umbrella Academy si adatta a ognuno di loro e diventa quasi un personaggio da conoscere e individuare. Ed è sicuramente uno degli espedienti che caratterizza la serie, nel bene e nel male, facendo passare un messaggio da non sottovalutare: la fine del mondo può anche essere molto vicina, ma prendersi troppo sul serio non servirà certo a salvarci tutti.