La fine di un’era è vicina. L’era dei vampiri sta per giungere al termine. Il periodo in cui Edward Cullen caratterizzava le camere delle ragazze e Elena Gilbert i sogni proibiti dei ragazzi è destinato a non avere alcun erede. The Vampire Diaries con l’ottava stagione sta per avere un epilogo e, insieme a Teen Wolf, chiude un capitolo di serialità, inevitabilmente, importante.
Correva l’anno 2009 e i vampiri vantavano un successo non indifferente dopo il debutto di Twilight. The Vampire Diaries ha dato il via ad un genere restaurato e adatto al periodo.
Joss Whedon ci aveva visto lungo 12 anni prima: Buffy l’Ammazzavampiri aveva aperto al pubblico un tipo di serie tv basata su creature sovrannaturali, amicizia, azione, situazioni surreali. La combo liceali-vampiri ha funzionato fin da allora. Ma se prima la bionda protagonista doveva uccidere i vampiri, successivamente la concezione cambia. L’umano viene completamente stregato da questa figura misteriosa e diversa. Cosa è successo adesso? La situazione è ulteriormente cambiata. I vampiri, i licantropi e le streghe hanno annoiato.
Il telespettatore adesso ha una pretesa diversa rispetto a qualche anno fa. In un mondo seriale, dove Breaking Bad e le recentissime Westworld e Mr Robot ci hanno abituati a storie tangibili e strutturate nel migliore dei modi, non c’è più spazio per i teen drama. I quindicenni di una volta guardavano Teen Wolf, The Vampire Diaries, Pretty Little Liars. Ora, nell’era di Netflix e di “ehi, ma se non guardi serie tv non sei nessuno!”, i quindicenni sono fanatici degli antieroi, delle personalità forti e delle trame sconvolgenti. Le cancellazioni di serie tv decennali avvenute tutte nello stesso momento ci fanno riflettere.
E’ un’esigenza generale? Sono davvero peggiorate nel tempo questi teen-drama, oppure siamo cambiati noi?
The Vampire Diaries negli anni si è perso svariate volte. In otto stagioni le costanti sono state cinque: Delena o Stelena, Bonnie che resuscita, arrivo di cattivi sempre diversi, Damon che senza il suo amore perde il senno, Stefan ci ha rimesso il più delle volte. Che ci piaccia o no, i personaggi sono stati caratterizzati in un determinato modo. In otto anni, sperare in un rinnovamento in questo senso è un’utopia. Certo, Bonnie potrebbe anche smetterla di morire e tornare in vita continuamente. I difetti ce li ha avuti e ce li ha tutt’ora, come negarlo.
“Non è più la serie tv di una volta”
Siamo sicuri? Alla fine dei conti ha seguito un filo temporale e logico tutto suo, restando coerente con quello che ci è stato presentato fin dalla prima stagione. Ha provato anche a stare al passo col tempo e a giocare con flashforward e flashback nella settima stagione.
“Non siamo più quelli di una volta”
Ecco, credo sia più appropriata questa affermazione. Otto anni fa avevamo un atteggiamento diverso rispetto a qualsiasi serie tv. Probabilmente abbiamo iniziato a guardare The Vampire Diaries per sbaglio: ricordo che stavo per spegnere la televisione e, casualmente, ho notato un telefilm sui vampiri in seconda serata su Italia Uno. Il giorno dopo dovevo andare a scuola, ma a quindici anni restare sveglia a guardare una serie tv con bollino rosso riempiva di carica e di adrenalina.
Immaginiamo di prendere i noi adolescenti e proiettarli nel 2017. Iniziereste The Vampire Diaries?
Non si tratta più di iniziare a guardare un episodio per sbaglio o a caso. Si tratta di scegliere da un catalogo Netflix, dalla lista di TvShowTime, dai consigli dell’amico più grande quale esperienza visiva iniziare a vivere. E soprattutto The Vampire Diaries non rientra più nelle corde di nessun tipo di telespettatore, piccolo o grande che sia. Siamo cresciuti con The Vampire Diaries e ciò ha fatto sì che dopo otto anni potessimo esigere di più e innamorarci di serie tv come Breaking Bad o Game of Thrones.
Julie Plec si è arresa, per così dire, al mondo odierno. Dopo così tanto tempo The Vampire Diaries non ha avuto modo di raccontarci qualcosa di nuovo, perché non c’era nulla di nuovo da raccontarci. Ha faticato per tre-quattro stagioni, proprio nel momento in cui qualcosa stava cambiando in generale. Con The Originals si prova a tenere viva l’attenzione dell’ormai ristretto pubblico. Lo spin-off, seppur azzardato, ha voluto affidarsi alla potenza del personaggio di Klaus, e per ora sembra aver fatto bene. Ma quanto durerà?
I triangoli amorosi, la ragazza indifesa e l’eterna lotta tra il bene e il male sono passati di moda. Si punta, adesso, ad una fusione delle varie parti in un unico prodotto. Gli intrecci sono molto più sofisticati e le aspettative da parte del pubblico sempre maggiori. The Vampire Diaries ha risentito del tipo di narrazione diverso e dal disagio nel non riuscire ad adattarsi. Per questo i difetti sono emersi man mano, ma in realtà ci sono sempre stati. E’ arrivata comunque ad una dignitosa ottava stagione, soffrendo dell’addio di Nina Dobrev, di ripetizioni nella storia e di buchi nella trama.
Teen Wolf, The Vampire Diaries, Pretty Little Liars hanno trovato nel 2017 l’anno in cui chiudere i battenti.
Nulla da ridire, la chiusura è giusta se non comunque già fin troppo procrastinata. Ma mi domando: come mai tutti ora? Stanno per essere annunciati altri miliardi di nuove serie tv, e quelle con cui siamo cresciuti devono lasciare il posto.