Citazioni: le migliori di The Walking Dead 7x03, La cella

-Dopo tutto quello che lui ha fatto a te e a tua moglie. […] E’ quello che ci dice lui. Che non c’è scelta, che la sua è l’unica soluzione. Un criminale piomba qui con una mazza da baseball e un sorriso e noi ci siamo spaventati a tal punto che abbiamo rinunciato a tutto! Lui è uno solo e noi siamo tanti, quindi perchè viviamo così?!

Gordon, ex-amico e ex-collega di Dwight al Santuario dei Salvatori, è per strada e affronta a viso aperto il suo conoscente. Messo alle strette esprime tutto il suo disgusto nei confronti di Negan e dei suoi seguaci senza orgoglio e tenacia. I suoi dubbi sono i nostri dubbi. ‘Ma se è così terribile, perché tutti si inchinano ai suoi piedi? Le rivoluzioni sono sparite nel nuovo mondo?’. La verità è che forse non conosciamo ancora abbastanza Negan per giudicarlo solamente come un tiranno. Nel cerchio di Lucille, quando il gruppo di Rick era inchinato ai piedi del leader, non c’era solo paura negli occhi degli altri sudditi. C’erano anche comprensione e gratitudine per la protezione e c’era orgoglio perchè essere nel team più forte è sempre incoraggiante. Quello che viene da pensare è che non tutti gli uomini di Negan siano schiavi o sudditi: vive male solo chi non vuole accettarlo completamente, gli altri possono avere comunque qualcosa in più.

-Pensavamo di sapere come combattere i mostri.

Questa è senza dubbio una delle più forti citazioni di tutta la puntata. Non c’è molto da aggiungere. La forza di queste parole è devastante. Gordon è probabilmente uno di quelli che non ha mai davvero accettato la leadership di Negan, che non ha mai compreso a pieno il suo regime e le sue regole. O che, più semplicemente, non le ha mai accettate.

Con questa affermazione egli ci riporta alla già imparata grande verità di The Walking Dead. I veri mostri non sono gli zombie. Quelli infatti si possono sconfiggere più facilmente, se devi morire a causa loro muori e basta. Non devi essere torturato, schiavizzato e lasciato senza dignità. Puoi morire, sì, ma puoi morire da persona libera. I mostri invece non te lo permettono.

-E’ meglio così che essere morti.

Il punto di vista di Dwight: meglio schiavi senza onore e diritto di parola che morti. Meglio perdere tutto: il nome, il viso, la moglie, gli amici che morire. E’ contestabile, sì, ma alla fine è solo il modo di pensare che accomuna (quasi) tutte le schiere di Negan.

-Chi sei tu?

-Daryl.

Come già detto anche nella recensione questa non è una di quelle citazioni bellissime applicabile anche alla ‘vita quotidiana’, ma senza dubbio è la più memorabile della puntata. E’ il segnale più forte che Daryl potesse dare a Negan, ben più forte del tentativo di fuga, del pugno in faccia davanti ai suoi uomini e dell’essere freddo come una pietra sotto la minaccia di Lucille. Negan potrà anche avere tantissimi uomini e mezzi, potrà anche togliere tutto agli avversari (il nome, le armi, la libertà) ma l’essere se stessi è una cosa che non potrà mai appartenergli. Lui è Daryl Dixon, qualunque cosa gli faccia, non potrà mai cambiare la sua identità e il suo onore.

-Capisco perchè lo hai fatto, perchè hai accettato: pensavi a qualcun altro. E’ per questo che io non posso.

Questo è il punto centrale di tutto l’episodio. Riusciamo, in ultimo, a comprendere tutti i pensieri di Daryl, dal più ribelle e orgoglioso al più triste e solitario. La foto con la testa di Glenn maciullata è ciò che permette al nostro (ex) arciere di piangere e crollare sotto il peso del senso di colpa. Quello stesso senso di colpa che lo spinge a non accettare nessun compromesso con i suoi guardiani. Daryl sente di meritare quella vita, quella punizione perchè per colpa del suo essere se stesso, Negan ha dovuto uccidere Glenn, una delle persone che era con lui dall’inizio di tutto il loro percorso. Chiarisce con Dwight il fatto ‘non sono stupido, ma ragiono esattamente come te’; ha fatto quella scelta ben ponderando le sue possibilità.