La quattordicesima puntata della sesta stagione di The Walking Dead (qui la recensione) ci ha lasciato entrare in contatto con due personaggi rimasti fino ad ora più defilati: Denise ed Eugene.
Entrambi hanno avuto modo di dimostrare di essere più forti, più competenti, più capaci e più motivati di quanto chiunque pensasse. Entrambi hanno scelto di essere più coraggiosi e di voler affrontare le proprie paure. Entrambi ci sono riusciti non solo grazie ai loro gesti e alle loro scoperte, ma soprattutto grazie a quello che hanno trasmesso a noi e agli altri personaggi di The Walking Dead attraverso i loro dialoghi.
Ovviamente non si tratta solo di Eugene e di Denise, ma anche di Carol, Rosita e di tutti gli altri protagonisti di questo episodio.
Ecco le migliori citazioni della settimana di The Walking Dead.
-Morgan..perché?
–Così potrai scegliere la prossima volta.
Affermazione molto esplicita di Morgan che sta ultimando la costruzione della cella nella sua casa. Le sue intenzioni richiamano a piena voce il suo defunto amico Eastman e l’Arte dell’Aikido e del Perdono che è riuscito a fare così sua. La sua volontà è quella di offrire una scelta a chiunque. Rick pone la domanda quasi con un tono sarcastico per dirgli “tanto lo sappiamo che non servirà a nulla“. Morgan però ribatte con una risposta che parla non solo di una possibilità di vita in più per chi verrà catturato, ma anche della possibilità di non uccidere per chi catturerà.
-Le hai salvate, giusto? Mi dispiace. Sei fatto così. Non possiamo liberarci di questo.
-Sì che possiamo. Avrei dovuto ucciderli.
Forse ha davvero ragione Carol in questo dialogo con Daryl. “Non possiamo liberarci di questo”. Questa frase è un risvolto molto importante della vita di tutti i membri del gruppo di Rick. Questo, cosa? E’ evidente che si tratti di sentimenti, stati d’animo, umanità. Nessuno di loro riesce davvero a fare a meno della pietà, della fiducia e della speranza negli altri, della volontà di dare una possibilità e un futuro, di tutti quelle emozioni che li contraddistinguono da personaggi come il Governatore o Gareth o altri. Questa è la verità. Daryl afferma il contrario ma sappiamo tutti che non è così. Da Woodbury ad Alexandria, da Axel e Michonne ai lavoratori del Grady Memorial, il gruppo di Rick, seppur con i dovuti accorgimenti, non ha mai mancato di offrire una possibilità alla persone che si ritrovavano lungo il loro cammino. E di questo..non se ne libereranno mai.
-Io non seguo nessun sentiero. (Daryl)
La frase originale era: “io non seguo i binari”. Il richiamo a Terminus è evidente e ci viene servito su un piatto d’argento. Daryl non ha intenzione di prendere la strada più “comoda” perchè gli ricorda un’esperienza orribile. A fatti conclusi si può dire che avesse ragione perché l’imboscata del gruppo di Dwight avviene proprio sui binari quando Daryl decide di concedersi di passare di lì, di non avere più paura di quel simbolo che gli ricorda i cannibali. La sua scelta si rivela sbagliata, così come si rivelò sbagliata quella di salvare Dwight nel bosco incendiato, così come era sbagliata quella di seguire i binari per Terminus.
–E’ semplice in realtà. Come in qualsiasi gioco di ruolo, da tavolo, elettronico o di altro tipo, la chiave per la sopravvivenza è lasciarsi plasmare dall’ambiente circostante. Così si acquisisce un’ampia gamma di competenze con cui cambiare gli eventi e si utilizzano tali competenze per plasmare il suddetto ambiente e ottenere la massima longevità. Ora sono nel bel mezzo del secondo livello. Sono cambiato, mi sono adattato, sono un sopravvissuto. (Eugene)
Il modo spedito e i paroloni difficili che usa Eugene quando parla non permettono sempre di capire quanto siano complete ed esatte le sue affermazioni. In questo caso egli prova a spiegare il suo cambiamento e la sua voglia di riscatto paragonando tutta la loro situazione ad un videogioco in cui l’obbiettivo è sopravvivere, andare avanti. Il “livello” di cui parla, usato anche per il titolo della puntata, è il punto in cui uno può concedersi di dire che si è adattato quasi totalmente all’ambiente circostante. Il primo livello probabilmente è l’accettazione di che cosa sta succedendo, la consapevolezza degli zombie e del doverli uccidere. Il secondo alza l’asticella e si traduce nel poter fare del male alle altre persone se necessario per te e per il tuo gruppo. Eugene finalmente l’ha capito e ha dimostrato di poter donare agli altri, oltre alle sue competenze, anche la sua forza.