Il sangue che scorreva sullo schermo. Le risate sadiche. Le urla strazianti. Il fischio provocato dal violento impatto. La morte che asseconda il macabro gioco della pazzia. Negan rappresenta l’epicentro dello spaventoso terremoto che si sta abbattendo sul mondo malato e distopico di “The Walking Dead“.
Quando il male sviscera dalle tenebre per addentrarsi nel nostro mondo, e per fiorire possente e impetuoso, risveglia nell’essere più abominevole un mostro sepolto. Siamo animali schiavi dei nostri istiniti più reconditi e succubi dei nostri bisogni malsani e bestiali. In un mondo dove la Morte, come una malevola burattinaia, tesse i filamenti della ragnatela del suo orribile gioco, molti individui abbracciano ciò da cui noi tutti scappiamo: il mostro, la bestia, l’essere immondo celato sotto una folta coltre di finta etica.
Negan gioca a fare Dio in una realtà dove ogni culto, religione o speranza viene meno per far posto ad un oscuro paesaggio di morte. Quando il vero Dio sembra dimenticarsi dei propri figli, un uomo prende il comando sostituendolo e illudendo tutti gli uomini mediante un contraddittorio abbraccio.
Negan non è solo un colossale mitomane. È un uomo al di sopra delle regole e menefreghista nei confronti degli etici principi. Il suo fascino diabolico e il suo portamento losco gli conferiscono un’aura spaventosa che va a smontare tutte le barriere protettive di chi incrocia i suoi occhi. Il suo esercito rimane assuefatto da tale sensazione tanto da identificare Negan come una figura astratta e ultraterrena, quasi come un Demone salito dagli Inferi per guidarli nel cammino per la sopravvivenza.
Si prostrano, si inginocchiano, si sottomettono, si sacrificano, e muoiono per lui. “Noi siamo tutti Negan” è la frase ricorrente enunciata con un sorriso beffardo da ogni suo sgherro, confermando l’asservimento nei suoi confronti. Essi, tuttavia, non sembrano schiavizzati o vittime di tale condizione; dai loro occhi fuoriesce un malsano piacere nel restare in quella “Gabbia d’oro”. Perché lo stato di prigionia in cui vertono gli adepti di Negan li fa entrare in quel gioco di potere e di supremazia che alimenta quell’espressione demoniaca perennemente stampata sul volto del porprio leader. Negan è un mostro solo per coloro che non accettano il suo gioco e le sue condizioni, ma rappresenta un ancora di salvezza per coloro che si prostrano ai suoi piedi.
Nessuna bugia, nessuna deroga, nessun fraintendimento, nessuna contrattazione: o giochi o muori.
Ed è all’ultimo sangue questo gioco senza scrupoli. È una malsana corsa agli approvigionamenti dedita all’espansionismo supremo e implacabile del proprio Impero. Negan è un maestro poichè capace di prendere le redini di una mente per assuefarla tramite una serie di inganni e prove di amorale natura. Egli agisce nell’ombra rintanato nel suo covo assistendo ai successi di Rick e alimentando la sua rabbia. Negan stra premeditando il suo terribile teatrino.
Spettacolo che comincia. Negan fa apparecchiare i suoi. Attira Rick e il gruppo in una oscura trappola, dandogli l’illusione di poter sfuggire. Poi li guida subliminalmente nel punto esatto. E nel momento in cui la paura inonda tutti i nervi delle sue vittime egli si presenta a loro provocandogli il crollo emotivo definitivo e perenne. Il discorso è maledettamente e brutalmente diretto e fa trasparire un semplice messaggio: fate quel che dico io, come, quando e dove lo dico io e vivrete!
Le scelte non esistono nel regno del terrore di Negan. La sua voce diventa l’unica melodia che vorreste ascoltare. Il suo volere diviene l’unico tema della tua vita, le sue scadenze sono inderogabili, le sue regole sono imprescindibili. La sua direzione è l’unica direzione.
L’infantile filastrocca per pescare la sua vittima diviene un terribile e martellante presagio di morte che degenera in un’esecuzione resa sarcastica dal suo Humour malsano. Dopo aver inscenato il suo sanguinoso spettacolo trascina Rick in quello che sarà un Trip infernale. Un viaggio all’interno della sua psiche per piegare l’uomo di ferro.
Rick sdraiato sul tetto del Camper assillato dalle sanguinolente visioni, braccato dal fresco ricordo dell’accaduto, ipnotizzato dalle parole del carnefice, inerme di fronte un tale nemico. È imbarazzante la facilità con cui Negan si destreggia tra le spire della coscienza distrutta di Rick. Angosciante l’eco della sua voce e innegabile il suo fascino e il suo carisma. Egli è un pazzoide vecchia scuola che combina genialità e follia in un velenoso cocktail. Sconfiggere questo Villain sarà un’impresa titanica perchè affrontare un Demonio in un mondo infernale equivale ad ipotecare la propria morte.
Negan è un violento tornado che si abbate nel mondo di The Walking Dead. È il sangue nel sangue. È il flagello distruttivo e implacabile. È il male che nasce dal male. È il Diavolo che assume umane fattezze. È la morte che compie il proprio mestiere. È la pazzia elevata ad arte.
È il maniacale bisogno del Diavolo di assomigliare a Dio.
Leggi anche:
Recensione 7×01: The Walking Dead, l’ultimo giorno sulla Terra è ufficialmente cominciato
Le migliori citazioni di The Walking Dead 7×01 – Io ti ucciderò
The Walking Dead 7×01 – Le Pagelle: Negan uragano e Carl uomo di Ghiaccio
The Walking Dead: L’inferno e la tragedia secondo Kirkman