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The Walking Dead 10×11 – Cosa accadrà a tutti noi

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Non c’è più tempo per scontri indiretti, piani articolati e decisioni rimandabili. Nella puntata di The Walking Dead 10×11 è arrivato lo scontro frontale, quello tanto atteso, tra l’orda di Alpha e i nostri sopravvissuti.

L’episodio The Walking Dead 10×11 comincia con sensazioni passeggere, quelle che fanno sorridere e riflettere, ma che preparano inesorabilmente il terreno per sentimenti più forti, più duri. Dapprima la parlantina di Negan interpretata da Alpha come una mancanza di forza (“scherzi per nascondere la paura“), poi l’emozione genuina di Eugene alla creazione dell’accordo con Stephanie. Infine la volontà del vecchio Earl di proteggere Adam, il suo bambino adottato dopo l’abbandono dei Sussurratori.

L’entrata in scena di Mary a Hilltop è la goccia che fa traboccare un vaso già crepato dalla perdita di persone e di speranza. Lì sulla collina la situazione è tesa e ricorda molto quando Maggie decise di permettere ai Salvatori di restare vivi tra le sue mura (Alden era uno di loro). La gente non si fidava, non voleva aprire il proprio cuore per paura di soffrire ancora, dopo tutte le perdita già subite.

Questo non avviene solo a Hilltop, ma anche tra gli stessi personaggi. Avviene tra Carol ed Ezekiel all’accampamento di Daryl, avviene nei confronti di Lydia e di tutti coloro, tra cui spicca Aaron, che sembrano accettare con troppa facilità l’entrata nel gruppo di membri non graditi. Ma noi siamo dalla loro parte, dalla parte di Aaron e Daryl, quindi di Mary e Lydia. Siamo dalla loro parte perché ci ricordiamo bene dei due reclutatori di Alexandria in grado di guardare a fondo nel cuore delle persone. Perché ci ricordiamo bene che anche una sola persona può fare la differenza contro un esercito di zombie.

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The Walking Dead 10×11 – Alpha e Negan travestiti da vaganti

A questo quadro già precario si aggiungono Rosita che scopre il segreto di Eugene, mettendo gravemente a rischio la possibilità di trovare una nuova comunità alleata, e la violenza psicologica che Negan consiglia ad Alpha di attuare per convincerla, ancora una volta, della sua fedeltà.

“Io rispetto un massacro ben meritato. Alcune persone se la cercano e basta. E capisco perché vuoi eliminare Hilltop e Alexandria. Sarebbe bello. Ma sai cosa sarebbe dannatamente fantastico? Costringerli ad arrendersi. A inginocchiarsi. Alpha possiamo costringerli a unirsi a noi”

Noi conosciamo bene quel metodo, è il metodo Negan. Il metodo con cui pensava di aver piegato Rick e Carl Grimes, il metodo che non ha mai funzionato veramente (perché le persone sono fedeli alle altre persone e alle idee comuni, non alle idee personali nel mondo di The Walking Dead), ma che ha illuso tante persone. Negan stesso in primis.

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The Walking Dead 10×11 – Negan suggerisce ad Alpha il suo piano

Quando Yumiko pronuncia le parole “be safe” sappiamo che l’inizio degli eventi della puntata The Walking Dead 10×11 è davvero alle porte.

Resta solo da capire come agire. I punti di vista sono tanti e tutti apparentemente giusti. E’ giusto voler combattere come propone Earlsaremo costretti a lottare. E se moriremo, sarà per un posto che significa molto per noi. Ti viene in mente una morte migliore?”. Ma noi sappiamo che ancora più giusto è morire garantendo un futuro a chi rimane.

Aaron parla per noi e Daryl decide per tutti. Il futuro è nei bambini, la speranza è nei piccoli gesti. E’ nel far salire tutti i piccoli sul carro diretto verso il posto ritenuto più sicuro. E’ il riconoscere che Judith potrebbe combattere ma che è troppo piccola e importante per farlo. E’ ammettere di avere paura. E’ dare il tuo gilet come porta fortuna al figlio del tuo miglior amico scomparso da tempo (RJ indossa il gilet di Daryl e il cappello di Rick mentre sale sul carro).

Ma è anche fare un passo indietro. La fuga da Hilltop verso Oceanside è una buona scelta ma tutte le strade sono bloccate. “E’ opera di Negan. Daryl lo capisce subito. Ricorda molto bene il loro “ultimo giorno sulla terra” e lo ricordiamo anche noi. Era la puntata in cui Negan fece la sua comparsa nel mondo di The Walking Dead (6×16, qui la recensione) costringendo Rick e i suoi ad inginocchiarsi, a lavorare per lui.

The Walking Dead 10×11 – Daryl e il gruppo in fuga verso Oceanside

Non saremo solo noi, giusto?” chiede Luke. E invece sì, purtroppo. Alpha ha fatto in modo di separare le comunità, ha fatto in modo che nessuno potesse aiutare gli altri. Senza volerlo però ha fatto anche in modo che le persone avessero un’occasione per sistemare i loro rapporti, per ricucire gli strappi e per combattere ancora di più l’uno per l’altro.

Si parte da Ezekiel e Carol che con la frase “non mentire ad una bugiarda” hanno l’occasione di riallacciare la loro prima vera chiacchierata nel Regno, la sera in cui Ezekiel le aveva spiegato che era solo un uomo che lavorava in uno zoo e che aveva avuto la fiducia di una tigre.

Si continua con Aaron che tranquillizza Alden su Mary, ricordandogli implicitamente di essere stato esattamente nei suoi panni qualche anno prima.

E si conclude con Rosita che afferma “non possiamo dargli quello che vogliono. Quei mostri sarebbero felicissimi se ci arrendessimo“. I Sussurratori potranno avere le loro vite, ma non potranno avere cuori spezzati, rancori irrisolti, nomi che non si riescono più a pronunciare (Alden non dice mai il nome di Enid), cose non dette (Ezekiel non può nascondere a Carol la malattia), sentimenti accantonati (l’umorismo di Carol e l’orgoglio del suo compagno ritrovato). Non potranno avere l’emozione di un bacio (Eugene non bacia Rosita perché ha speranza di sopravvivere a quella notte, ha speranza di incontrare Stephanie e ciò che lei significa). Non potranno avere la malinconia di due cuori incisi su un muro (H+L), le bugie o le verità non dette.

Per questo il confronto tra Carol e Lydia è fondamentale. I due personaggi si sentono soli perché hanno perso il loro punto di riferimento e, anche se è difficile da credere, un dolore condiviso è un dolore a metà.

The Walking Dead 10×11 – Preparazione alla battaglia

Non resta che prepararsi alla battaglia. Le corazze, i topi che corrono e Eugene che intona “When the Wild Wind Blows“. Le canzoni non sono mai piazzate a caso nelle puntate di The Walking Dead. Noi lo sappiamo bene. Le note sopra cui i nostri personaggi si preparano scorrono lente e leggere, ma allo stesso tempo cariche di tensione.

Have you heard what they said on the news today? Have you heard what is coming to us all? (Hai sentito quello che hanno detto alle news oggi? Hai sentito cosa accadrà a tutti noi?) sembra chiedere Eugene alla radio cercando un ultimo contatto con Stephanie.

That the world as we know it will be coming to an end, have you heard? (Che il mondo per come lo conosciamo noi giungerà a una fine) è il mondo che ci viene mostrato mentre Jerry gioca con i suoi bambini nei minuti che lo separano dalla battaglia. E’ il mondo in cui un uomo anziano (Earl) che ha perso la moglie ha trovato in un bambino abbandonato (Adam) la sua ragione di vita.

He could feel tension in the atmosphere (Può sentire la tensione nell’atmosfera) mentre Rosita si esercita un’ultima volta prima di scendere in campo, mentre sa che sua figlia e l’uomo che ama sono lontani, ignari di tutto. Mentre sa che l’unica cosa da fare per proteggerli è combattere a Hilltop.

He would look in the mirror see an old man now (Guarderebbe in uno specchio e vedrebbe un vecchio ora) potrebbe riferirsi a Henry in una posizione di narratore onnisciente esterno che guarda suo padre Ezekiel cedere la sua armatura a Lydia.

They said there’s nothing can be done about the situation (Hanno detto che non c’è nulla da fare per questa situazione) le parole entrano in contrasto con la scena di Aaron che consegna una lancia a Mary, pronta a combattere per le persone con cui ha scelto di vivere.

E si conclude con to sit and wait around for something to occur (sederti e aspettare che succeda qualcosa) che rappresenta l’attesa estenuante che precede una battaglia. Attesa estenuante contrastata dalla figura di Daryl che guarda i suoi uomini prepararsi senza timore negli occhi, senza paura del momento, con la sola convinzione di dover combattere per il domani.

Ed è proprio a quella convinzione che Stephanie risponde. Risponde perché in The Walking Dead ci deve essere sempre una speranza. Ci deve essere sempre un luogo da chiamare casa e un luogo in cui poter incontrare nuove persone, nuove vite, nuove cose da costruire. Cose come un gilet con un’ala solitaria, una stretta di mano per un patto tra due uomini d’onore, una serie di quadri rappresentanti persone scomparse ma vive nei cuori di chi è rimasto.

The Walking Dead 10×11 – Eugene, Rosita e Aaron nella prima parte della battaglia

Nella conclusione dell’episodio la battaglia comincia.

Daryl attraversa solitario le righe dei suoi uomini per finire in prima linea. Lo fa lui che è un personaggio ormai completo, un personaggio che Alpha deve temere, un personaggio che non potrà sottomettersi né a lei né a Negan perché, usando le sue parole, “sa per cosa combatte“.

Combatterà per Judith e RJ, simbolo del mondo che non finirà certo con una battaglia. Combatterà sulla tomba di Glenn e per il ricordo di chi gli ha dato la forza per diventare ciò che è (come fece Rick nella puntata 8×01). Combatterà per Carol che ha toccato il suo fondo e che ha bisogno del suo perdono per poter riemergere. Combatterà per quel pugno di uomini disposti a tutto pur di proteggere una terra fertile come Hilltop.

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The Walking Dead 10×11 – Ezekiel in battaglia

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