The Walking Dead 10×17 è il primo degli episodi speciali classificati come approfondimenti della decima stagione. Questo, in particolare, è dedicato a al ritorno di Maggie, alle risposte alle tante domande lasciate in sospeso su di lei e alla sua nuova posizione nel vecchio gruppo.
Ma dove eravamo rimasti con la sedicesima puntata andata in onda ormai parecchio tempo fa? La nostra recensione è online (clicca qui), ma i produttori sono stati abbastanza furbi da piazzarci un bel riassunto iniziale per darci modo di recuperare un po’ le fila del discorso.
“Mia madre mandò un messaggio che scatenò tutto. Credevo che i suoi modi fossero gli unici per sopravvivere, sopravvivere camminando in mezzo ai morti. Ma poi ho aperto gli occhi e ho visto un altro tipo di vita, ricco di amore, speranza, civiltà . L’abbiamo protetto ad ogni costo. Il piano di Carol ha funzionato: Negan si è infiltrato fra i Sussurratori, ha ottenuto fiducia e ha ucciso Alpha. Ma un altro leader l’ha sostituita e la guerra è continuata. Ci ha coinvolto tutti. Sono tornati vecchi amici, rendendoci più forti. Abbiamo sacrificato tutto per un futuro migliore. E abbiamo vinto. Ora, ci aspetta qualcos’altro. Un mondo più grande, pieno di opportunità e incertezze.“
La timida e forte voce di Lydia si contrappone a quella di uno degli uomini (o donne) incrociati sulla strada del gruppetto capitanato da Eugene. La risposta, nonché conclusione dell’introduzione, è decisa e perentoria:
“E’ la vostra ultima possibilità !”
Come a dire che o andrà bene questa volta o sarà stato davvero tutto inutile. Un’ottima premessa per questi nuovi episodi.
L’episodio ha un titolo abbastanza eloquente “Casa dolce casa”, un modo di dire diventato ormai utopico nel mondo di The Walking Dead.
E’ dalla prima stagione che i nostri protagonisti non fanno altro che cercare un luogo a cui dare un nome così importante. Ed è difficile pensare che quel titolo possa essere assegnato a un luogo che non sia Alexandria.
Sì perché Alexandria ormai è diventata la casa di tutti. E’ diventata la casa di chi non c’è più ma ha il suo nome scritto su qualche muro o qualche luogo dedicato (il muro di Glenn, il ponte di Rick). E’ diventata la casa di chi ha deciso di cambiare aria per un po’, ma poi si è voltato indietro e ha capito cosa ha perso (prima fra tutti Carol, ma tanti altri l’hanno seguita). E’ diventata la casa persino di Negan che ci tiene a sottolineare “non sono scappato se è quello che credi”.
Con Maggie abbiamo la possibilità di ripercorrere una parte della storia.
Il nome del Governatore, il pensiero che avesse avuto il destino che meritava. E poi ancora… Hilltop distrutta, la possibilità di dover convivere con Negan ad Alexandria, l’amara verità del “non volevo tornare”.
Né Maggie, né il suo gruppo se la sono spassata in tutti questi anni lontani da casa. Vedere la donna così provata e così restia a raccontare la sua esperienza ci spiazza. Forse anche noi avevamo pensato per un po’ che ci avesse abbandonato per una vita di agi e grandi forze, o semplicemente per uno scopo molto nobile.
E invece no. Niente agi, niente Georgie, nessun grande esercito, nessun posto in cui sentirsi al sicuro. Il racconto di Maggie a Daryl parla di una vita passata, quasi irriconoscibile: giocare con le onde, guardare il tramonto, parlare dei nonni. Una vita che si sporca subito di un tocco tenebroso necessario nel mondo di The Walking Dead. La voce di un bambino che chiede: “l’uomo cattivo che ha ucciso mio padre ha avuto quello che meritava?“.
Mentre un’altra casa brucia e altre persone sono da ritrovare, nell’aria torna a diffondersi un odore di paura. Maggie e i suoi uomini sembrano gli abitanti di Alexandria, spaventati al nome e al ricordo dei Sussurratori.
Se da una parte avevamo chi non si toglieva mai la maschera per mostrare la sua identità (Beta), adesso abbiamo un nuovo personaggio che non ha paura di farsi guardare in faccia, di mostrare che trema davanti al timore di perdersi o perdere qualcun altro.
La domanda sorge spontanea: ci può essere di peggio dei Sussurratori?
A quanto pare sì (“Pope ti ha puntata”). Si chiamano Mietitori. Hanno armi da fuoco e preferiscono farsi esplodere che sussurrare un tradimento. A tratti ricordano i fedelissimi del primo Negan, a tratti sembrano solo un diversivo per tenerci ancora un po’ in sospeso.
Così, mentre i primi nuovi legami si saldano (Kelly parla con Maggie: “sembri una che si è sempre occupata degli altri, li proteggi, proprio come mia sorella”), arriva anche un piccolo regalo per noi nostalgici. Il “piccolo” Hershel è vivo e, in posa con un look che ci riporta indietro di dieci stagioni, smorza tutta la tensione accumulata nella puntata per strapparci un sorriso. Ed ecco lì la vera essenza di The Walking Dead, di nuovo.
Ecco lì. La verità , ciò per cui si combatte.
“Significa che torni a casa?”
“L’unica cosa che conta ora è Alexandria”
Queste parole, insieme a “queste persone meritano una casa” pronunciate da Maggie come da Rick tantissimo tempo prima, parlano dell’ennesima rinascita, della sempre eterna voglia di avere un luogo da chiamare “casa”.
Non importa che la casa sia un cumulo di macerie lasciato come regalo d’addio dai Sussurratori. Non importa che di fianco all’entrata ci sia l’uomo che ha ucciso tuo marito a mazzate. Non importa, come canta Anita Lester in “You want it darker”, perchè “the story’s still the same” (la storia è sempre la stessa), “there is a lullaby for suffering and a paradox to blame but it’s written in the scriptures and it is not some idle claim, you want it darker we kill the flame” (ci sono una ninna nanna per la sofferenza e un paradosso da incolpare, ma è nelle scritture e non è inutile dirlo: se lo vuoi più buio, noi uccidiamo la fiamma).
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