Dopo lo scorso episodio dedicato a Principessa e il gruppo di spedizione di Eugene (qui potete trovare la recensione), The Walking Dead 10×21 torna per proseguire l’approfondimento dedicato a Carol e Daryl.
Le prime impressioni all’inizio della puntata parlano di un Daryl più simile a quello di una volta che a quello a cui ci eravamo abituati durante la guerra con i Sussurratori. Il “passo indietro” che sembra aver fatto è indice di una stato d’animo in trasformazione. Dopo aver combattuto i demoni di tutti, ora Daryl deve affrontare i suoi. Sicuramente lo farà, ormai lo conosciamo, ma lo farà a modo suo: nel bosco, da solo, con una nota di sarcasmo e di preoccupazione.
Dall’altro lato della medaglia troviamo invece Carol che ha la necessità, più psicologica che fisica, di “aggiustare qualcosa“.
A parole sue è l’unica cosa che conta: ha bisogno di rimediare, di sentire che può ancora fare del bene ed essere utile. Lo straccetto macchiato che la donna raccoglie a inizio episodio dalla strada ha un grande significato.
Viene trovato e annusato da Cane, che in questo caso rappresenta colui che può indicare la strada, un amico sincero come può esserlo anche Jerry che indica che qualcosa è possibile, un modo per rimediare e tornare a vivere esiste davvero. Basta volerlo.
Viene raccolto e conservato dalla stessa Carol perché è appartenuto a qualcuno che lo riteneva importante, che tra tante cose aveva scelto di portarsi dietro proprio quello. Se ritrovare il proprietario non è possibile, allora magari lo è dare una seconda possibilità di vita a qualcosa che è stato amato e trattato come importante. Da qui, ancora, la volontà di aggiustare, sistemare, riparare.
Viene utilizzato come “tappo” per incastrare il topolino nel muro come per voler mettere una vera e propria pezza su una situazione per la quale non è stato ancora trovato un rimedio (es. la sua sofferenza personale per aver perso tutto).
In ultimo lo straccetto sporco e rotto viene indossato e poi buttato, come a dirci che non esiste una reale soluzione a tutto quello scombussolamento inevitabile nel mondo di The Walking Dead. Bisogna accettarlo, affrontarlo, a volte farsene una ragione, altre volte farsi sopraffare per capire che è inutile prendersela così tanto.
Nel parallelismo delle due storie di Carol e Daryl nel corso dell’episodio troviamo alcune differenze sostanziali e alcuni punti in comune.
Nessuno dei due si è arreso, nonostante tutto. Sentono di avere uno scopo e di dover ancora dare il loro contributo. Questo viene sottolineato nel loro continuo ritorno a casa, nella loro estenuante ricerca di fare qualcosa di utile per gli altri, dal trovare cibo a riparare un pannello solare distrutto.
Ma se è vero che “tenere alle persone è un problema“, è vero anche che “ci sarà di nuovo il sole domani“. Attorno a queste due semplici frasi ruota tutto il significato, a volte poco lampante, della seconda puntata di approfondimento dedicata a due dei pilastri di The Walking Dead.
E’ solo quando entrambi capiscono il profondo senso dell’essere ancora vivi per uno scopo che il topolino esce di casa, Cane si riaccoppia con il suo padrone, le porte delle case si chiudono e il sole splende ancora alto sopra Alexandria.
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