The Walking Dead 11×14 ci parla ancora del Commonwealth e di quanto sia sempre più simile a una città del passato. Non c’è spazio per le buone azioni gratuite o per le persone veramente buone all’interno di quel posto. O meglio, c’è posto per loro, ma in un margine defilato in cui la verità delle cose viene normalmente e periodicamente nascosta.
La spedizione nella casa dei fedeli devoti allo scopo di scontarsi contro chi aveva rubato le armi è fallita miseramente. E’ fallita a livello diplomatico per le inutili trattative risoltesi con una miriade di omicidi. E’ fallita perchè ha messo alla luce quanto Lance e i suoi uomini siano fragili, poco coesi e guidati solo dall’istinto per i loro interessi. Noi amanti del mondo di The Walking Dead sappiamo che, prima o poi, si paga lo sconto del volere troppo. E’ fallita perchè Maggie, Negan e il resto del gruppo hanno vissuto a lungo fuori e sono disposti a morire per proteggere le persone che amano, quindi non possono perdere. E’ fallita perché nessuno, in fondo, ha ottenuto quello che voleva.
I nostri protagonisti, pur in difficoltà numerica e a livello di armi, riescono nell’impresa di sgomitare la squadra creata da Lance e fare in modo che quasi tutti i membri della famiglia (ora allargata) siano al sicuro. E’ un piccolo successo, ma è un successo amaro perchè molte uomini sono morti e i rapporti con il Commonwealth si sono complicati ancora di più.
“Il marcio” del Commonwealth, come recita il titolo della puntata, viene raccontato anche attraverso gli occhi di Rosita e Daryl, costretti a una missione suicida da parte di Sebastian, il figlio viziato di Pamela Milton. Per un pugno di dollari i nostri protagonisti sono costretti ad introdursi in mezzo a una mandria, ad entrare in una casa e a recuperare dei veri e propri contanti. Questo concetto è in fortissima contrapposizione contro tutto ciò che abbiamo vissuto fino ad oggi nel mondo di The Walking Dead.
Il concetto dei soldi e il concetto di sopravvivenza non coincidono più, se non quando si tratta di bruciare qualche banconota per scaldarsi o di costruire qualche arma con sacchetti di monete più pesanti. Ci ricordiamo bene quella puntata in cui Daryl e Beth bruciarono un enorme quantità di mazzette nella casa nel bosco.
Nell’episodio di questa settimana, invece, ritroviamo due dei migliori combattenti di The Walking Dead alle prese con una missione totalmente inutile a livello logistico. Il solo scopo è sventare la minaccia fatta a Coco, Judith e Rick Jr. e, diciamocelo, mostrare al pubblico l’ennesima falla del sistema del Commonwealth.
“Tu sei un uomo cattivo?”
Con le parole semplici e delicate di un bambino (e non un bambino qualsiasi, ma il figlio di Glenn e Maggie), Hershel ci riporta alla dimensione più umana e critica del mondo di The Walking Dead. Pone la domanda a Negan mentre a tutti noi viene un grosso nodo alla gola pensando al passato e al modo in cui l’ex leader dei Salvatori spaccò la testa a suo padre con una mazza chiodata.
Negan è sincero, non mente, prospetta un futuro in cui avranno modo di parlarne di nuovo perchè sa che nel mondo attuale non si salva più nessuno. Sul tetto della casa dei coloni, infatti, ci ritroviamo con una persona che ha lavorato per le ONG (Aaron), un prete (Gabriel), un agente sotto copertura della CIA, la figlia di un fattore e tante altre persone che hanno in comune ormai solo una cosa: essere sopravvissuti. Li accomuna questo e quindi il fatto di essere, in qualche modo, tutti degli assassini. E’ un assassino anche Mercier che spara ai suoi due soldati una volta scoperto l’inganno della missione di Sebastian, è un assassino Sebastian che non si sporca le mani ma manda la gente a morire al posto suo. Sono assassini, ma sono anche dei sopravvissuti. Tutti, dal primo, all’ultimo.
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