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The Walking Dead 5×15 – Noi siamo quelli che sopravvivono

The Walking Dead
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Dunque, scusatemi ma devo riprendermi…giuro non per simbiosi con Rick ma la ‘tranvata’ che gli arriva nel finale non so a voi ma è arrivata anche a me! La 5×15 di The Walking Dead ostenta tutto il suo furore e la sua essenza in quella sberla: un knock out assoluto che ti stende! E sì cari walkers, PROVARE per credere, basta cominciare a vedere questa puntata che già dalla musica ibrida dei ‘Nine Inch Nails’ si intuisce sarà un martello pneumatico di ‘oh!’ e ‘Somewhat Damaged’ , titolo della canzone che sale cattiva e metallara, si traduce ‘piuttosto danneggiato’ : proprio come la testa dei nostri sopravvissuti venuti da Atlanta.

E così ci si capovolge nel ruzzolare della zuffa tra Rick e Pete, vorticosamente in uno shock pazzoide di pugni calci e vetri rotti come nei saloon dei Western, dopo un botta e risposta perverso di sguardi che ricordano le peggiori teste matte di Hollywood, da Anthony Perkins in ‘Psyco’ a Jack Nicholson nel volto insanguinato di Jack Torrance di ‘Shining’. Gli occhi spiritati, folli, poi persino drammaticamente e assurdamente loquaci, sinceri quando Rick l’innamorato fa la supplica beata alla biondina e poi un attimo dopo ancora di nuovo fuori orbita, allucinati e …allucinanti. Ci troviamo anche noi a seguire quel palloncino rosso nelle varie sequenze che vedono pulsare l’istinto omicida di Rick salire ai massimi livelli fino al suo delirio di onnipotenza da ‘reduce apocalittico’ davanti a tutti, a ribadire la sua ‘Ricktatorship’!

Le sue grida invasate, plateali, tiranniche, con il sangue che gli cola dalla testa sono l’apice di questo finale di stagione e racchiude tutto il carico esplosivo accumulato nel corso delle altre. In questa scena così drammaticamente cruenta l’impatto emotivo lascia senza parole di fronte alla recitazione di Mister Lincoln ancora una volta da incorniciare e che fa del suo personaggio Rick Grimes uno dei più tosti e pazzi di sempre, come il titolo della canzone : ‘piuttosto danneggiato’, di cervello! Infatti ci chiediamo che cosa vede di così tanto speciale Rick in Jessie (glie lo chiede anche lei)? La possibilità di riscattarsi del tentativo fallito di proteggere la moglie Lori? O lo spirito di Shane si è definitivamente incarnato in lui tanto da ripetere le medesime gesta ? O è solo brama di possesso? E pure lei appare indecisa, succube del marito ma disposta ad accettarlo, si sacrifica forse per il bene della comunità?

Come dice Deanna poiché ‘Pete è un bravo chirurgo’ ed è indispensabile per salvare una vita? Ma poi ci ripensa e si dice pronta a seguire Rick, a ribellarsi alla schiavitù del marito manesco, nel nome della legge! E succede un maremoto. Viene da pensare se sarà ancora disposta a seguirlo dopo il discorso in piazza… Ma a Rick che si eleva a dio di The Walking Dead si interpone Michonne che lo ‘scansa’ e si erge a ‘black queen‘ assoluta di tutta la serie. I flashback nel bosco, con la sua lama rotante a tagliare zombi come cartapesta e il suo fantasma del passato con tanto di catene della morte, hanno riattivato quel personaggio che sembra venuto dalla leggenda e ci riconsegnano una Michonne più forte e leader che mai, che non ha bisogno di divise né di spade per affermarsi con la sua personalità, capire il ‘giusto delle cose’ e ripristinare l’ordine. O quando è troppo, vero Rick? Su tutti, però poi c’è ,trasparente e occulta come la sua regìa, la ‘signora Spectra’ di Twd, ovvero Carol. Tesse la tela, indaga, intuisce, fomenta Rick nel ‘risolvere velocemente le questioni’ insomma la sua influenza sui giochi di potere e azione è bella forte. D’altronde l’ha conseguita sul campo, a volte ha risolto lei (eccome) situazioni spinose e Rick si fida e la stima…e Carol si appoggia molto su questo fattore. Che ne stia approfittando per placare i suoi disturbi ossessivi da risolutrice giustiziera del mondo intero? Sbarazzarsi del suo passato e di tutto ciò che glie lo ricorda? ‘Fammelo dire a Rick che a lui piace pure la bionda’ E così organizziamo un altro bell’omicidio. Giusto Carol?

Frequenze mentali disturbate Rick, Carol, Sasha, Glenn: ognuno a suo modo ha degli elementi che li hanno corrosi inesorabilmente, Alexandria non può nulla, il punto di non ritorno è stato ampiamente oltrepassato da tempo ed avere più tranquillità intorno invece di far evaporare il marcio ha innescato un meccanismo di smarrimento, quasi una fobìa da immunità perduta che rende inquieti, instabili. Qualcuno non ce la fa ad aspettare nella calma e attacca, va incontro al pericolo, come il fratello Tyreese anche lei sbrocca e lo sfida. Sasha è completamente svalvolata ed in preda a crisi di odio e isterìa vuole fare stragi di non morti. Ma Michonne e Rosita la seguono nel bosco per vedere cosa combina ed a un certo punto si trovano circondate da più vaganti e mi è sembrato di vedere la versione Charlie’s Angels anti-zombie : bellissime e cazzutissime.

Sasha comunque va narcotizzata. Anche lei scoppiando a piangere alla fine forse capisce di non stare bene. Vai a trovarlo ora uno psichiatra in piena apocalisse! Ma ce ne vorrebbe più di uno… Come per il povero Glenn ancora shockato e scosso per la morte così atroce di Noah proprio davanti a lui. Anche se ne aveva già viste tante questa è stata ancora più devastante, assurda, sciocca, inspiegabile, un vero colpo all’anima.

Nei suoi occhi asciugati e privi di lacrime c’è tutto lo smarrimento del nostro samurai che forse non riesce a smettere di sentire Noah che gli implora – ‘Non mi lasciare’ – mentre viene tirato via dagli zombie. E’ ancora sconvolto quando racconta la verità a Rick ed è una maschera di ferro quando affronta il vile Nicholas. L’onore da una parte, la vigliaccheria dall’altra. Ma essere eroi lascia il segno e questa volta Glenn è molto provato. Questo evento gli farà abbassare la guardia o si tramuterà in rabbia? Dunque sono già saltati gli schemi tra le due fazioni in Alexandria : è uno scontro di trame presenti e passate che sprigiona una miscela esplosiva. Vengono fuori tutte le differenze e le diffidenze, le diversità e gli altarini. L’atmosfera che si respira è di lutto per la perdita di Noah ed Aiden, uno per parte, ma con accuse reciproche su come sia successo, su come si affrontano le situazioni e quello che possono comportare alcune scelte. Da una parte la forza derivante dalla ‘resistenza’, gli anticorpi della sopravvivenza, hanno prodotto e alimentato un feroce super ego sotto certi aspetti pericolosissimo poichè predominante, sprezzante sino a diventare prepotente.

E dove al cospetto la fragilità e l’impreparazione unite alle convinzioni ‘civiche’ degli alexandrini, in un contesto dove la civiltà è venuta giù , creano inevitabilmente e marcatamente fronti opposti. Rick e il suo gruppo, che hanno vissuto questo cambio così da vicino tanto da essere stati invitati da Deanna proprio per insegnarlo a loro, ora rivendicano potere, decisioni, come fossero esseri di una ‘razza post-apocalittica’ superiore. – Noi siamo quelli che sopravvivono! – urla Rick imperioso!

Dall’altra un agglomerato di implosività nascosto sotto i tappeti delle belle case, come si fa con la polvere, solo che la polvere preme per diventare ‘da sparo’ nelle intenzioni del bambino che vuole difendere la madre. E menzogna, per Nicholas, che per coprire la sua vigliaccheria racconta falsità nell’intervista della Monroe e che nasconde chissà quali altre bugie ancora ,oltre alla famosa pistola con la J che ci ha fatto tanto discutere. Sembra consuetudine quindi per gli alexandrini coprire il male e la catastrofe e tutto quel che succede autoconvincendosi di essere la favola bella in una zona franca nell’universo. Ma non è tutto oro cio’ che luccica, come non lo erano i sorrisi di circostanza di Jessie quando passeggiava con il marito, come testimonia il fatto che anche Alexandria ha le sue morti sospette nel suo piccolo cimitero. Ora però giustamente, anche se sono stati loro ad invitarli rivendicano il proprio stato di idee e di cose e la comunità che è di loro appartenenza.

Troppo netta quindi la differenza tra chi ha vissuto forse troppo faccia a faccia la nuova realtà e ne è rimasto scheggiato e chi, come gli alexandrini, è rimasto dentro a guardarla da dietro la porta, attraverso lo spioncino, rigettandola per troppa paura. La Monroe ormai non si fida più e già nella scena iniziale la vediamo rifiutare il regalo che le porta Carol e bruciare il suo biglietto gentile di condoglianze. Ben altre erano le aspettative di Deanna e la morte del figlio, le parole del prete, gli atteggiamenti di autoritarismo esasperati di Rick, tutti gli eventi che si stanno concatenando sembrano farle avere dei ripensamenti poichè si evidenziano palesemente le difficoltà di integrazione tra i due gruppi creando una barriera sempre più divisoria tra il modo di intendere la vita degli uni così nettamente diversa dagli altri : la spaccatura è oramai insanabile? Cosa succederà a questo punto? Rick si impossesserà di Alexandria? O Deanna li espellerà dalla comunità? …O dovranno presto unire le forze per respingere chissà chi o cosa? Tra l’altro, per quanto chiasso fanno, la zona si sta anche gremendo di vaganti curiosi…

Accanto alle scene isteriche e paranoiche degli adulti e tutti i pericoli imminenti ,c’è anche un angolino soft in The Walking Dead questa volta, dipinto da quell’età libera e incosciente che è l’adolescenza. Così vediamo Carl e la ragazzina Enid rincorrersi e giocare a ‘Laguna blu’ tra gli zombie ed è romanticissima la scena di quando per sfuggire a una piccola mandria si rifugiano nel tronco dell’albero stretti stretti e il nostro Carl così coraggioso negli scontri armati non trova ancora il momento per manisfestarsi del tutto con lei. Ma si rifarà l’ometto!

Proteggila, Kooorl!!! Vogliamo Rick nonno! E mentre scoppia la guerra civile in quel di Alexandria e Carl ed Enid fanno i piccioncini nel bosco, i nostri due inviati speciali Daryl ed Aaron fiutano qualcosa sulle tracce degli zombi marchiati a W . Durante le loro perlustrazioni notturne scorgono un puntino di luce da lontano e si accorgono che c’è qualcuno . Successivamente le tracce proseguono con il ritrovamento di corpi ‘freschi’ selvaggiamente tagliati a fette e sempre timbrati a W, sino alla terribile scoperta di una donna bionda legata ad un albero e con il ventre strappato. La donna era viva ed è stata uccisa da poco, tanto da trasformarsi proprio davanti a loro, anch’essa marchiata con la stessa lettera di prima sulla fronte: è il segno tangibile che il pericolo è molto vicino.

Ecco, ci siamo. Stiamo per scoprire chi c’è dietro queste atrocità ‘firmate’ come nel più classico psico thriller americano. Chi si nasconderà dietro quella sigla W ? A quale scoperta orrenda si troveranno ancora di fronte Daryl ed Aaron? Il countdown finale è ad un passo. Lunedì doppia razione, per quello che è l’ultimo appuntamento della stagione numero 5 ,poi se ne riparlerà ad Ottobre. Il che, solo a pensarci, fa sentire…‘piuttosto disturbato’ anche me’. E a voi?