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Le 8 critiche più frequenti fatte a The Walking Dead

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Posso dimenticare il PIN del bancomat, dove ho lasciato le chiavi di casa o gli occhiali perfino se li ho sul naso, ma non mi sfugge nulla su The Walking Dead. Quindi so bene che voi addicted avete mosso diverse critiche alla mia Serie Tv preferita e ora vado ad elencarle quasi fossi Maurizio Seymandi in SuperClassifica Show (citazione che, data la mia vetusta età, capirò giusto io e qualche feticista degli anni ’80).

1) La più frequente: è ripetitiva, gli schemi sono sempre gli stessi

Un gruppo di disperati trova un luogo sicuro dove, ingenuamente, spera di ricostruire una specie di società ecosostenibile (memorabile Dianna e il suo orto biologico), poi succede qualcosa di molto drammatico e il suddetto gruppo perde tutto, spesso dovendo dire addio anche a parte della compagine. Questo è lo schema di The Walking Dead dall’inizio di stagione uno.

Nella remota ipotesi di una apocalissi zombie, che fareste? Metti caso che siete all’Ikea con la suocera, la moglie è al lavoro e i figli al campo estivo e scoppia il virus, cosa provereste a fare? Non so voi, ma io tenterei di raccogliere la famiglia e, dopo, cercherei di ricostruire una società vivibile. Prima o poi, qualcosa, però, andrebbe storto, perché gli uomini sono cattivi e al giorno d’oggi ci si ammazza per un pieno di benzina, quindi perderei tutto e mi muoverei alla ricerca di un altro potenziale posto sicuro, arrancando per sopravvivere. The Walking Dead è come il cerchio della vita (e della morte).

The Walking Dead

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