Nell’ultimo episodio andato in onda di The Walking Dead abbiamo dovuto dire addio a uno dei personaggi più importanti della Serie, uno dei pochi superstiti tra quelli che ci hanno accompagnato fin dalla prima stagione. Il suo addio non poteva certo passare inosservato, e possiamo dire che l’intero episodio si incentra su questo, sugli strazianti ultimi momenti di Carl, e sulle ultime parole che vuole precisare prima di lasciare quel mondo crudele e duro in cui è cresciuto.
Nel suo addio, Carl ci fa rivivere il passato di The Walking Dead, parlando di quel cappello che ha sempre tenuto dal momento in cui ha rincontrato suo padre, e il significato che quel cappello ha avuto. Ricorda poi le ultime parole di Lori, facendo trasparire un po’ di delusione nel non essere riuscito a cavarsela, come aveva sperato la madre per lui, riaccendendo però la speranza attraverso Judith.
Prima che mamma morisse, mi disse che me la sarei cavata in questo mondo. Non ci sono riuscito. Ma tu lo farai. So che sarà così.
La speranza che ha Carl di un futuro migliore è immensa, tanto da immaginare come potrebbe essere la vita, dove si potrebbe arrivare se solo si smettesse di cercare sangue, vendetta e morte. Carl ci riporta ulteriormente indietro quando parla di ciò che avvenne durante il periodo alla prigione.
Alla prigione, quando siamo stati attaccati, c’era un ragazzo poco più grande di me. Aveva una pistola. Lui aveva iniziato ad abbassarla e io gli ho sparato. Lui si stava arrendendo e io gli ho sparato. Mi capita di pensare al lui, a quello che gli ho fatto e a quanto sia stato facile ucciderlo
Carl era diventato insensibile alla vita umana, a causa degli avvenimenti che lo circondavano. Ed è per questo che Rick decise di cambiare. Ora Carl gli lascia un compito da svolgere: cambiare di nuovo. Dare una possibilità al nemico, cercare di salvare il possibile. Non più per Carl, ma per la comunità, per Judith, per tutti. Proprio come ha detto Carl, ormai è facile uccidere qualcuno, molto di più che perdonare e fidarsi. Per Rick sarebbe molto più facile continuare la guerra senza pietà, ma ha promesso a Carl di cambiare.
Nella stessa situazione troviamo Morgan e il piccolo Henry. Dopo la morte del figlio, Morgan era pieno di rabbia, ed era arrivato a sfogarla tramite l’uccisione di qualunque persona gli capitasse davanti. Poi è cambiato, smettendo del tutto di uccidere. E ora, dopo aver perso un altro giovane ragazzo a cui era affezionato, e con la guerra in corso, è costretto a uccidere di nuovo. Ma Morgan sembra non avere mezze misure, non sa quando è il momento di fermarsi, quando è il caso di uccidere e quando invece non lo è. Non lo capisce fino a quando non vede il giovane Henry freddare con la mazza quell’uomo di fronte a lui. In quel momento, proprio come Rick quando seppe di Carl e del ragazzo alla prigione, Morgan apre gli occhi.
Perché è facile uccidere, arrivati a quel punto lo è davvero. Ma quando si ha la responsabilità di essere esempi per dei ragazzini, la situazione si complica. Non si può uccidere la speranza quando si è così giovani, crescerebbero come mostri. Dunque si deve scegliere la via più difficile, quella che porta alla pietà, al perdono, dimenticando la vendetta, l’odio che si prova per il nemico e accoglierlo nella comunità, ricordando che alla fine sono tutti esseri umani (ancora) viventi.
Questo è il sacrificio che Morgan, Rick e tutti gli altri devono compiere per permettere che ci sia ancora del buono nel nuovo mondo. Questo è il peso da sopportare per avere un futuro migliore. Il messaggio che Carl ci lascia prima di morire, la speranza che ancora ha, nonostante tutto, è importante. Si tratta di scegliere la via più difficile, ma sicuramente ne varrà la pena. Un addio degno per un personaggio che ha dato tanto, nel bene e nel male, nel corso di tutte le stagioni di The Walking Dead.