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The Walking Dead 8×10 – Il punto di incontro

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Eccoci di nuovo al nostro appuntamento settimanale con la puntata di The Walking Dead!

L’episodio 8×10 di The Walking Dead in lingua originale è intitolato “The Lost and the Plunderers“, dicitura che richiama il cartello appeso alle porte di Alexandria. In italiano lo ritroviamo come “Hai già perso“, un estratto delle parole che Negan rivolge a Rick nel finale.

the walking dead

Il biglietto da visita di Alexandria, inquadrato più volte anche nel corso di questa puntata, recita “Benvenuti nella zona sicura di Alexandria. Pietà per chi si è perso, vendetta per chi saccheggia”. La regola d’oro voluta da Deanna prima e da Rick poi sembra quasi una presa in giro per una città che ormai è tutto tranne che sicura. I buoni propositi di tutto quel bel progetto di espansione sono cenere. Così come le promesse di Rick sono sepolte sotto terra  insieme a Carl e così come la recinzione non può più chiudere all’esterno la morte e gli zombie.

“Il compito di un padre è proteggere il figlio”

“Amarlo, il suo compito è solo amarlo”

Le ultime parole di Carl risuonano nella mente di noi spettatori e forse anche in quella di Rick. Al padre vengono dati ancora pochi esili secondi di lutto, esattamente come a noi. Non c’è tempo per piangere, non c’è tempo per “prendersi un momento“. La morte incombe. La resa dei conti incombe. Non c’è più tempo.

L’episodio è stato diviso in tanti piccoli capitoli che prendono il nome dai protagonisti di questa puntata. Sembra quasi che gli autori vogliano adottare questa tecnica per farci concentrare sulle reazioni dei singoli personaggi agli ultimi eventi della guerra.

Si parte con Michonne per la quale seppellire Carl è probabilmente come rivivere la morte del suo bambino. Non solo, a questo lutto si aggiunge la consapevolezza di perdere anche Alexandria con tutte le sue speranze e i suoi sogni (rappresentate dalle impronte delle mani nel porticato di casa) e i suoi ricordi (la costruzione di legno che va a fuoco).

La donna si rende presto conto che il punto dove Carl andava ad arrampicarsi non può essere salvato. L’incendio non può essere spento. Gli zombie non possono essere eliminati. La morte non può essere vinta. Si può solo andare avanti, come si citano Rick e Michonne a vicenda diverse volte all’inizio dell’episodio (“dobbiamo andare“).

Il secondo “capitolo” è dedicato invece a Negan e serve a rafforzare la sua posizione e ribadire le sue convinzioni.

Il messaggio che vuole trasmettere ad un sempre più ribelle Simon è lo stesso messaggio che cerca di trasmettere a chiunque dal primo momento della sua comparsa: le stragi non servono a nulla, le persone sono una risorsa. Se qualcuno non accetta di sottostare alle sue regole, allora merita una punizione. Una sola, che riguardi una persona, che serva da incipit per tutti e che colpisca dritto al cuore del gruppo.

Una volta che avrò ucciso Rick tornerà tutto fantastico“.

Sono le parole di Negan mentre cerca di convincere Simon a non desiderare così ardentemente la vendetta. E’ proprio in quel momento però che arriva il pacco da Hilltop con il cadavere vivente di Dean e un’accesa provocazione scritta come biglietto. Per Simon è la goccia che fa traboccare il vaso, mentre Negan reagisce come se in qualche modo se lo fosse aspettato.

Il riuscire a distinguere, nonostante la rabbia, una risorsa da una minaccia è una vera e propria caratteristica da leader. 

Ed è esattamente la stessa caratteristica che ha dimostrato Carl Grimes scrivendo la lettera sia a suo padre che al suo più grande nemico Negan. E’ curioso notare anche quanto il leader dei Salvatori sia orgoglioso dell’inganno subito dal giovane ragazzo fuori da Alexandria. Egli ammette di essere stato preso in giro, ma è allo stesso tempo stupito di quanto Carl lo abbia fatto con facilità.

La terza parte ha come protagonista Enid. Nella puntata 8×08 di The Walking Dead la giovane ragazza aveva ucciso Natania, leader di Oceanside e nonna di Cyndie.

Mi ha costretto ad ucciderla, e lo rifarei“. Questa sentenza ci fa tornare al tema delle uccisioni tracciato da Carl sul finale dello scorso episodio. Carl uccise il ragazzino fuori dalla prigione, Henry ha ucciso Gavin nel Regno, Enid ha ucciso Natania di Oceanside.

E’ come se fosse un rito di passaggio da attraversare obbligatoriamente per questi ragazzi. Toccare il fondo per capire dove si vuole arrivare. Uccidere qualcuno perchè ci si sente costretti a farlo. Dimostrare ai “grandi” che si può portare lo stesso peso che caricano sulle loro spalle, se non addirittura qualcosa in più.

La parte dedicata a Simon è anche l’evento principale di questo episodio. E’ una svolta imprevista nella guerra per il “nuovo mondo” e nell’assestamento delle righe di Negan.

L’uomo viene incaricato di portare il solito messaggio alla discarica. Il rancore e la rabbia danno però l’occasione a Simon di fare le cose a modo suo. Assistiamo così ad un vero e proprio tradimento nei confronti di Negan, nonché ad un massacro del gruppo di Jadis. Simon comunque non si limita solo a sterminare gli uomini della discarica (tranne la stessa Jadis), ma riferisce anche una diversa versione dei fatti al suo leader.

Fa esattamente l’opposto rispetto a ciò che gli viene chiesto: uccidene uno e lascia vivere tutti gli altri piuttosto che uccidere tutti e lasciarne vivere solo uno.

E’ l’esatto contrario rispetto a ciò che fece Negan nella prima notte di Lucille.

Egli prese un pugno in faccia, proprio come Simon, ma trattenne la rabbia e si limitò ad uccidere una sola altra persona. E avrebbe continuato così; non si sarebbe fatto sopraffare dalle proprie emozioni.

A questa contravvenzione vanno aggiunti la sfida precedente alle decisioni di Negan che lo portano ad urlare (per ora sono state rarissime le volte in cui abbiamo assistito ad un gesto simile) e il passato conflittuale tra i due (dedotto in una delle scorse puntate). Non rimane che da chiedersi che cosa succederà a Simon quando verrà a galla la verità (viene inquadrata apposta la scarpa macchiata di blu, proprio come quella di Rick).

Nel penultimo capitolo dedicato a Jadis capiamo esattamente la sequenza degli eventi che hanno condotto Rick e Michonne nell’ennesima trappola.

Gli zombie che li attaccano e li colgono di sorpresa infatti non sono altro che tutti gli uomini e donne della discarica. Jadis, ancora, scossa, li accoglie senza avvertirli o aiutarli. Per la prima volta, però, la donna mostra un segno di riconoscimento verso Rick. Lo sceglie davvero come persona di cui fidarsi e con cui confidarsi. 

Racconta il perchè della discarica. Racconta di sua spontanea volontà le stesse cose che aveva appena negato a Simon e che, più o meno, sono costate la vita di tutto il suo gruppo.

“Questo posto era come una tela e noi eravamo il dipinto. Potevamo creare qualcosa di nuovo, potevamo diventare qualcosa di nuovo. L’abbiamo fatto. Questo era il nostro mondo, lontano da chiunque altro. In ogni senso.”

“E’ colpa tua. E’ successo a causa tua”

Con questa liberatoria accusa Rick la punisce. Non ha mai preso una parte, se non la propria (esattamente come Oceanside). Nel mondo di The Walking Dead non puoi tirarti indietro per sempre e non puoi nemmeno sperare di ingannare tutti e uscirne vincitore. Per cui Rick la lascia lì. Non la uccide, ma decide che dovrà cavarsela come ha sempre fatto: da sola.

In realtà Jadis ha così la possibilità di chiudere i conti con quello che è successo. Distrugge e fa scivolare via tutti i suoi compagni, macchiando per sempre il suo dipinto e il suo essere.

 

L’ultima parte, ma non per questo meno importante, è ovviamente dedicata a Rick. Un Rick ancora scosso e ancora incapace di elaborare quello che è successo.

All’inizio dell’episodio sembra quasi che non si capaciti della situazione che sta vivendo. E’ confuso riguardo a ciò che Carl voleva dirgli, ma al tempo stesso non vuole rinunciare alla guerra. Vorrebbe delle risposte (le cerca in Michonne) ma non vuole leggere la lettera che gli è stata lasciata.

Dopo aver lasciato Jadis alla discarica e aver sparato un colpo in aria (proprio come con Siddiq), Rick si prende un momento per elaborare gli avvenimenti.

“Forse era quello che Carl intendeva, quello che dovremmo fare quando abbiamo una scelta”

Legge la lettera di Carl destinata a sè e legge quella destinata a Negan. Ed è in quel momento, proprio in quell’istante che decide di chiamarlo per dargli la notizia. Rick decide di sfogarsi con Negan, con l’uomo che più volte ha minacciato di uccidere suo figlio. Decide di parlarle con lui perchè lui è l’unico che può pronunciare le parole che non riesce a dirsi da solo:

“Quel ragazzino era il futuro. […] E’ morto perchè non sei stato capace di lasciar perdere. Forse sarebbe morto comunque. Può toccare a ognuno di noi in qualsiasi momento, ma in questo caso è morto per colpa tua. Perché tu non eri lì per fermarlo e per non fargli fare una stupidaggine. Hai tracciato tu il suo destino, Rick. Non permettere che le tue decisioni di merda portino alla morte di altre persone che ami. Questa merda te la porterai dietro per sempre. Proprio come ti porterai Carl. Merda, ci sto male anch’io e starò male per un bel po’. Avresti potuto lasciare che vi salvassi tutti quanti, è il motivo principale per cui ho ucciso i tuoi amici. Quindi puoi star lì a ripetere che mi ucciderai, ma non lo farai. Hai fallito. Hai fallito come leader e soprattutto, Rick, hai fallito come padre. Puoi solo arrenderti. Arrenditi, perchè hai già perso.”

Nel corso del dialogo sono vari i momenti in cui Rick prova ad opporre resistenza a Negan.

Gli nega, ad esempio, il privilegio di esser stato lui ad ucciderlo (“non siete stati voi”). Gli racconta che è stato morso aiutando una persona che aveva bisogno, come se questo lo dovesse rendere orgoglioso come padre.

Ed è vero. Sì, dovrebbe renderlo orgoglioso, ma la verità è che lo fa sentire ancora più male. Lo fa sentire ancora più fallito. Proprio come dice Negan.

Vi lascio con il promo e lo sneak peek del prossimo episodio sottotitolati dalla nostra gemellata The Walking Dead ITA! Passate dalla loro pagina a questo link e mettete un bel ‘mi piace’! Se avete problemi ad aprire il video cliccate qui.

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