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The Walking Dead 9×11 – Alpha è peggio di tutti

The Walking Dead
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Questo episodio di The Walking Dead si divide in due contesti in netto contrasto l’uno con l’altro. Da una parte c’è la vita alle comunità rivissuta tra passato e presente con l’uso del flashback, dall’altra Hilltop alle prese con i Sussurratori.

Qualcosa è successo, qualcosa che abbiamo solo potuto intuire e non sappiamo ancora nei dettagli, ma i rapporti tra i protagonisti sono cambiati in modo irreversibile. C’è tensione tra Tara e Michonne, tensione che porta Tara a prendere la decisione di non ritornare ad Alexandria, ma di restare a Hilltop, dove, come sappiamo, diventerà il braccio destro di Jesus. Non sappiamo cosa sia successo, né sappiamo come mai Michonne e Daryl abbiano una cicatrice identica sulla schiena. Probabilmente lo verremo a sapere, ma per ora brancoliamo ancora nel buio.

C’è la vita che va avanti, Jerry e Nabila aspettano un figlio, anzi due, Jesus è ancora vivo (che colpo al cuore!), Maggie è ancora al comando a Hilltop, c’è il forte rapporto che lega Ezekiel a Carol che, finalmente, ha al proprio fianco un uomo vero, non qualcuno che la spinge a tagliarsi i capelli per paura di essere afferrata e picchiata. Adesso Carol è libera di farsi crescere i capelli, perché sa che suo marito non la ferirà mai. C’è il desiderio di continuare a sognare, anche solo con un film. Ezekiel, il vero sognatore, non ha mai smesso di conservare lo Statuto Multi-Comunitario dei Diritti e delle Libertà, perché

Andrà tutto bene.

Il che è un grave errore di valutazione da parte di un uomo esperto come Ezekiel, perché ormai siamo tutti abituati al fatto che le cose non vanno mai come dovrebbero andare e, certamente, non andranno bene.

La fiera, infatti, è alle porte.

A Hilltop, Daryl è alle prese con la terrificante Alpha.

Qui apro una breve parentesi, perché Alpha è veramente spaventosa. Non solo è orrenda, quasi repellente, sporca, trasandata, ma la sua filosofia di vita animalesca, in cui il silenzio è un mezzo di sopravvivenza, è degna di un film dell’orrore. Ci sono tanti modi per essere spaventosi e, per i Sussurratori, il silenzio è una tecnica infallibile (e che strizza l’occhio a tanti horror di culto degli ultimi tempi, da A quiet place a Bird Box). The Walking Dead in questa stagione sta riuscendo a farci paura alla grande. In un mondo caotico come in quello in cui viviamo, cosa ci può fare più paura? Esattamente il silenzio. Alpha, poi, è il villain peggiore e più spaventoso di tutte e nove le stagioni. Perché?

È presto detto.

Abbiamo avuto a che fare con megalomani, militari, cannibali, un dittatore che comandava a suon di colpi di mazza da baseball, ma Alpha è molto peggio. Tutti i villain di The Walking Dead, più o meno spietati, agivano mossi da una motivazione umana: Il Governatore voleva difendere la propria comunità, Negan il proprio esercito. I Sussurratori non hanno nulla da perdere: non esiste un concetto di appartenenza, di famiglia, si muovono nel silenzio e, ormai, non sono più dei veri esseri umani, ma qualcosa di mezzo tra una bestia e un morto vivente. Non hanno un codice morale (come, invece, lo avevano tutti gli altri, persino la combriccola di Terminus), l’unica cosa che conta è sopravvivere.

Il problema con Alpha è che i nostri hanno invaso il loro territorio e, come gli animali, i Sussurratori difendono il terreno di caccia.

Ovviamente rivuole indietro la figlia e Daryl si trova di fronte a un pericolo concreto, che potrebbe potenzialmente scatenare l’ennesima lotta tra gruppi.

Da vittima di abusi, sa bene cosa abbia subito Lydia, per cui la sua titubanza è comprensibile, ma dall’altra parte i Sussurratori hanno catturato Alden e Luke (la cui perdita, oggettivamente, non credo che turberebbe il sonno agli spettatori di The Walking Dead) e quindi lo scambio proposto da Alpha è più che conveniente.

Alden e Luke sono come Michonne e Hershel fuori dalla prigione: vittime innocenti, coinvolti in qualcosa molto più grande di loro.

Bellissima la scena di Connie che, annegata in un mare di silenzio imposto non per scelta di vita, corre tra i campi con un neonato in lacrime, che non conosce, di cui non sa nulla. Deve farlo, perché è ancora un essere umano.

Come lo è diventata anche Enid, bambina che incideva nel nulla JSS (Just Survive Somehow), che ancora rimpiange il ricordo di Carl, il ragazzo che è ancora nel suo cuore e le ha insegnato che solo sopravvivere non è vivere.

Chi rimane piccolo è Henry, che crede ancora nelle favole e nella bontà della gente.

Bacia Lydia, probabilmente il suo primo bacio e il suo destino è già scritto.

Daryl, dopo varie titubanze legittime, fa la cosa giusta e riconsegna Lydia alla madre, che l’accoglie con un sonoro ceffone, perché la ragazza l’ha chiamata “mamma” e non Alpha.

Alpha non ha nulla di materno, non c’è un briciolo di umanità nelle sue azioni e il suo sguardo allucinato e, comunque, perentorio piega tutti al suo volere. Un neonato piange? Basta che guardi la madre perché venga lasciato in pasto ai vaganti, in una sorta di macabra legge della giungla in cui sopravvivono solo i più forti.

È ben peggio dei vaganti, perché ha più potenzialità e non ha nessun freno: non c’è un limite alla sua perversione. È una donna malata, ma nella sua follia c’è una spietata logica ineccepibile che la rende peggiore di tutti.

La fine, in cui tutti si accoccolano con i propri affetti, è un po’ triste: solo Henry e Daryl, per motivi diversissimi, sono soli. Nell’ultimo dialogo silenzioso con Connie, Daryl rivela tutte le proprie fragilità: non può convivere con il peso dell’ingiustizia, non può tollerare di aver commesso un errore e aver condannato una persona all’infelicità.

Parte nella notte, in una missione ad alto rischio e, in modo del tutto sorprendente, ripercorre le orme del personaggio che abbiamo amato nelle prime stagioni.

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