Quando il concetto comunemente condiviso di società è venuto meno come in The Walking Dead, è ancora possibile parlare dell’istituzione della famiglia?
Siamo nel bel mezzo di un’apocalisse zombie: gli schemi sociali, anche i più basilari, sono crollati; non esistono più governi, stati, confini. Il concetto di umanità è stato del tutto stravolto. Anche gli uomini non sono più uomini, perché lottano per la sopravvivenza come gli animali, in un ambiente naturale sempre più ostile, dove non solo il cibo scarseggia, ma anche qualsiasi barlume di umanità viene a mancare e gli uomini dimenticano tutti i sentimenti umani che dovrebbero distinguerli dal mondo animale.
Sono scomparse la speranza, la carità, l’empatia, lo stesso buon senso spesso viene a mancare: proliferano psicopatici assassini, stupratori, cannibali, persone che ormai hanno perso qualsiasi umanità, scrupolo o speranza, ma sono guidate solo dall’istinto.
I personaggi che incarnavano i valori familiari, come i Greene, Tyreese, moltissimi bambini, sono ormai morti da tempo e sappiamo cosa è successo anche all’unico personaggio che mostrava ancora segni di umanità, vale a dire Glenn.
Esiste quindi ancora un concetto di famiglia in The Walking Dead?
Apparentemente no, perché ormai non si parla più di rapporti umani, ma di gruppi in guerra, di vendette, di ritorsioni. Non c’è il desiderio di cercare un posto sicuro dove stabilirsi e ricostruire una vita nuova, ma sono tutti impegnati in una guerriglia continua che infila morti uno dietro l’altro, tradimenti, esecuzioni.
Ma Rick continua a fare tutto questo per la propria famiglia, che non comprende più solo Judith e Carl, ma anche l’amata “moglie” Michonne, la “sorella minore” Maggie con il bambino in arrivo, il “fratello” Daryl, Carol e, via via, tutti gli altri cittadini di Alexandria. Fanno tutti parte della stessa famiglia, perché ciò che hanno condiviso e vissuto li ha resi più vicini di qualsiasi vincolo di sangue.
Perché se è vero che il mondo che tutti credevano di conoscere si è allargato, con le comunità di Hilltop e il Regno, anche la famiglia di Rick si è allargata: non è più composta solo dai membri consanguinei, ma da tutti quelli che gli sono stati accanto fin dai tempi dello sceriffo gentile.
Se, nella prima stagione di The Walking Dead, Rick aveva lottato con le unghie e con i denti per ritrovare la propria famiglia, strettamente Lori e Carl, nelle ultime si è riferito spesso al gruppo di sopravvissuti come a una “famiglia”, allargata e disfunzionale, ma pur sempre una famiglia.
Già con la nascita di Judith, che Rick riconosce come figlia di Shane e non sua, aveva dato dimostrazione che per lui non esistono tanto legami di sangue, ma piuttosto affetti e relazioni che nascono perché sono inevitabili.
Judith non è figlia di Rick, ma al tempo stesso lo è, perché l’ha adottata, l’ha difesa e si è preso cura di lei.
È di certo una famiglia sui generis, i cui membri sono spesso in conflitto gli uni con gli altri, in cui non tutti rispettano sempre le regole dettate dal padre, in cui a volte ci si allontana senza dare spiegazioni, è una famiglia in cui non di rado si arriva alle mani, in cui non ci si capisce e si parla pochissimo, anche quando i sentimenti sono fortissimi.
Ma è anche una famiglia in cui ogni membro sarebbe disposto a dare la propria vita per salvare un componente. È una famiglia in cui l’amore e l’affetto non vengono mai messi in discussione, nonostante le mille incomprensioni. Rimane una famiglia anche quando Rick e Daryl vengono alle mani, salvo poi capirsi con un solo sguardo.
Quindi, in The Walking Dead, così come sono cambiati i concetti e le nozioni di società, di sopravvivenza, di altruismo, è mutato anche il concetto di famiglia, ma non al punto da disintegrarne l’istituzione.