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The Walking Dead 5, le tre esecuzioni dello sceriffo Grimes

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Nel corso della quinta stagione di The Walking Dead abbiamo assistito ad un Rick ancora più spietato e risoluto nei vari accadimenti  che si venivano a creare lungo il cammino del suo gruppo di sopravvissuti.
Oltre agli innumerevoli vaganti fatti fuori in ogni parte e in ogni modo, Mister Grimes si è reso protagonista di tre situazioni estreme, tre vere e proprie esecuzioni a morte.
Come spesso ci ricordano gli stessi personaggi e gli autori di The Walking Dead non sono propriamente gli zombie ad essere il pericolo numero uno, ma quanto più gli stessi uomini che, fin dalla notte dei tempi sono stati i peggiori mostri di sè stessi e in un mondo post-apocalittico hanno dato ancora più dimostrazione di questa nefanda virtù. Da loro infatti bisogna difendersi ancora più che dai mostri stessi e Rick, leader indiscusso del suo branco famiglia, è stato colui a indossare le vesti di ‘giustiziere di The Walking Dead’.

Tre esecuzioni in tre diverse occasioni per tre soggetti differenti ognuna con una motivazione precisa ma che convergono nella stessa finalità: lo sceriffo Grimes non perdona.
Riviviamo questi tre momenti analizzando gli aspetti più approfonditamente con un salto all’indietro ricordando le scene.

1 – IL CANNIBALE DI TERMINUS, GARETH

Terminus, il Santuario della speranza. I nostri sopravvissuti, dopo la distruzione della prigione, si ritrovano disseminati per i boschi e attratti dalle scritte dei cartelli lungo la strada promettenti una ‘salvezza per tutti’, dopo un lungo cammino, arrivano in questo posto sinistro, apparentemente accogliente ma che nasconde una terribile scoperta: Terminus, infatti, è un covo di cannibali.
Il loro capo è un giovane viscido di nome Gareth, la sua parlata lenta e perversa è degna del miglior Hannibal Lecter.
Il nostro sceriffo non avendo mai smarrito il suo ‘fiuto’ da poliziotto si accorge subito della minaccia notando alcuni particolari, come l’orologio di Hershel, il poncho di Maggie, la tuta anti-sommossa di Glenn e lo zaino di Bob, ed infatti passa subito all’azione prendendo in ostaggio uno di loro. Ma a Terminus sono anche ben armati e siccome Rick aveva nascosto le armi in un borsone prima di entrare sono costretti purtroppo ad arrendersi e vengono rinchiusi in un vagone. ‘Hanno fatto incazzare le persone sbagliate’ tuona Rick proprio sul finire della quarta stagione.

Ed infatti vedremo che sarà proprio così. Chiusi in questo container, mentre fuori si sentono grida e parole di supplica di altri sventurati giunti fin lì, i nostri si preparano ad attaccare non appena avessero aperto le porte, ma ad un tratto dall’alto viene gettata una bomba lacrimogena che li stordisce.
E così si ritrovano legati mani e piedi con altre persone in quello che è un vero e proprio mattatoio. Le immagini con ‘effetto distorsione’ sono crude e assolutamente di forte impatto, vediamo una scena dove si assiste ad una specie di autopsia che in realtà è un vero e proprio macellamento di un corpo.

Bob Stookey,Rick,Daryl e Glenn si ritrovano insieme ad altri quattro uomini imbavagliati e immobilizzati. Parte l’affilamento dei coltelli, un colpo in testa con una mazza da baseball e si apre lo sgozzamento crudo e assassino: prima uno, poi un altro, un altro ancora e ancora un quarto. E’il turno di Glenn, sotto i loro occhi la vasca con il sangue fresco che scorre . Poi arriva Gareth con il registro dei bossoli consumati, chiede ad uno dei suoi della conta dei proiettili ottenendo pronta risposta, poi chiede all’altro che pero’ non ricorda. Nasce una piccola discussione tra i due che ritarda l’opera in corso e Glenn si salva per il rotto della cuffia. Bob allora ne approfitta e prova a dire qualcosa: Gareth lo lascia parlare. E qui Bob lo supplica di lasciarli stare perchè spiega, c’è un uomo (Eugene) che puo’ avere la soluzione per tutto, una cura per mettere fine all’epidemia. Ma Gareth con strafottenza imbavaglia di nuovo Bob rispondendogli ‘Indietro non si torna, Bob’. Poi si avvicina a Rick e togliendogli il bavaglio dice – Sei entrato nel bosco con una borsa e ne sei uscito senza. Le vedette sono rientrate senza poterla cercare. Che c’è dentro? L’hai nascosta vero? Nel caso fosse andata male… furbi– con aria ‘da più furbo’ – comunque la troveremo, ma è troppo pericoloso là fuori adesso
Rick lo guarda senza parlare con un’espressione rabbiosa, micidiale, puntandolo negli occhi con uno sguardo distruttivo, sembra un maremoto che carica la sua onda devastante. Qui Gareth, estrae un coltello e si avvicina a Bob, lo prende per il collo e rivolgendosi di nuovo a Rick a fianco continua a chiedere – Che cosa c’è dentro? …Sono curioso..e…era una borsa molto grande…-

Rick lo guarda ancora senza proferire parola alcuna, ormai è all’estremo della sopportazione umana, fiatando furore come un cavallo pazzo. L’ignaro Gareth non sa con chi sta avendo a che fare e continua la sua provocazione – Vuoi davvero che lo faccia? –
E a questo punto Rick sceglie di parlare:  – Va bene, lascia che ti accompagni, te la faccio vedere –  Ma il ‘più furbo’ Gareth non ci casca e sogghigna – Non succederà, ma questo sì – puntando il coltello in mezzo alla fronte del povero Stookey.
-Ci sono delle armi…AK47, 44 Magnum, armi automatiche, mirini notturni, c’è un arco di precisione e…un machete, con l’impugnatura rossa – elenca quasi ‘sforzandosi’ di essere preciso il nostro Rick, poi si ferma e cambia ancora espressione (e qui l’interpretazione del Lincoln è superba) e con un fare deciso e netto pronucia le seguenti 6 parole – E’-quello-che-userò-per-ucciderti – accennando un sorriso quasi beffardo e sicuro di sè.
Il cannibale di per contro ride divertito, rimette il bavaglio e poggiandogli le mani sulle spalle sarcasticamente ringrazia.
Poi, all’improvviso, si sentono degli spari e subito dopo un’esplosione: è Carol versione McGyver entrata in azione che con la sua astuzia riesce a liberare tutti.
Facciamo ora un salto alla 5×3. Siamo all’interno della chiesa nel bosco di Padre Gabriel, Terminus è distrutta ma Gareth e i suoi compagni hanno rapito Bob e ricordiamo tutti la famosa scena della sua gamba diventata il loro sfizioso spuntino (diventato poi indigesto quando Bob gli dice di essere ‘carne avariata’ per essere stato morso) lasciandolo poi mezzo dissanguato proprio davanti alla parrocchia.
A questo punto il nostro sceriffo escogita una trappola per sorprendere il gruppo di cannibali, allontanandosi dalla zona appositamente per fargli credere di poter entrare indisturbati, per poi sorprenderli alle spalle. Ed è così che avviene: Gareth e i suoi entrano nella chiesa dove erano rimasti nascosti in una stanza il prete, Rosita, Eugene, Carl e Judith. Ed è proprio il pianto della bambina che dà la certezza che ci fosse qualcuno dentro – Magari ci terremo anche la piccola, comincia già a piacermi – commenta con l’acquolina in bocca il vomitevole Gareth. Ma proprio nel momento in cui stavano facendo irruzione nell’ufficio di Gabriel, due dei cannibali vengono fatti fuori con estrema precisione dai nostri, che nel frattempo avevano fatto il giro ed erano dietro di loro.

– Mettete le armi sul pavimento – E’ la voce imperiosa di Rick, nascosto nel buio dell’entrata.
Gareth e gli altri restano sorpresi e quest’ultimo prova ancora a minacciare – Rick, spareremo dritti in quell’ufficio, ho abbastanza…- Ma quest’ ultima parola non riuscirà a vedere le sue ultime due sillabe perché arriva un colpo che gli trancia letteralmente una mano, tra i suoi lamenti di dolore e stupore nel vedersi con due dita in meno. Ed ecco che  dall’oscurità nella scena appare il Rick più feroce di sempre, facendosi avanti con una pistola che sembra un bazooka – Mettete le armi sul pavimento e inginocchiatevi – ìntima lo sceriffo con voce inesorabile e implacabile.

Ora Gareth è inginocchiato al centro della chiesa davanti all’altare e Rick è davanti a lui, con le finestre colorate alle spalle,  sembra quasi una liturgia solenne. In un mondo senza più alcun dio, proprio in quella che sarebbe la ‘casa del Signore’, ora Rick sembra prenderne il posto e alla giustizia divina si sovrappone la giustizia dell’uomo che diventa sovraumana. Perchè Dio perdona, lo sceriffo Grimes no.
-Supplicare non servirà vero?- implora come un verme il disumano Gareth.
No.- risponde glaciale Rick.
Ci avreste potuto uccidere appena siamo entrati, un motivo ci sarà!- prova ancora a difendersi l’ex splendido del finto santuario.
-Non volevamo sprecare proiettili – è la secca risposta di Rick
Un tempo aiutavamo le persone, salvavamo le persone…le cose sono cambiate, sono arrivati quelli e ecco…- ancora lamenti inutili -so che siete stati là fuori ma posso capire. Voi non sapete cosa significa avere fame! –
La voce di Gareth pronuncia la parola ‘fame’ in un modo così avido e malvagio da mettere i brividi. Ma non a Rick che lo guarda sempre più schifato e con sdegno.
-Non dovete farlo, possiamo andare via di qui, e non vi daremo mai più, mai più fastidio , ve lo prometto – sono le ultime parole che pronuncerà.
Rick ha gli occhi di fuori ed è in completa ‘trance da esecuzione’ Ma darete fastidio a qualcun’altro. Lo avreste fatto a chiunque…giusto? Tra l’altro…- e qui accenna una specie di ghigno – ti avevo fatto una promessa! –
E con un movimento velocissimo estrae il machete con l’impugnatura rossa e colpisce a morte una, due, tre…svariate volte, senza pietà , con una foga omicida spaventosa. La scritta sull’arco della chiesa è paradossale ‘She who eats my flesh and drinks my blood has eternal life’  (chi  mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna). Un’esecuzione solenne, magistrale, magniloquente, accompagnata da tutti noi spettatori. (mi ha ricordato Daitarn III e il suo attacco solare!)
Insomma lo sceriffo Grimes è uno che le promesse le mantiene.
Questa esecuzione è sicuramente la più impattante come scena, la più estrema e il trasporto psicologico del pubblico di fronte al personaggio Gareth e quel che rappresentava davanti a quell’epilogo è sicuramente motivo di godimento puro.

Possiamo definirla quindi, anche per il contesto dove è stata eseguita, un’esecuzione SACROSANTA.

2 – IL POLIZIOTTO CORROTTO DEL GRADY MEMORIAL HOSPITAL, BOB LAMSON

Dopo il rapimento misterioso di Beth, Daryl non si dà pace e decide di seguire una macchina nera con una croce bianca uguale a quella che aveva visto portare via la secondogenita del grande Hershel. Parte quindi in missione insieme a Carol ritrovandosi nel cuore della notte in quel di Atlanta. Beth è stata rapita e si trova ora in un’ospedale della città, il Grady Memorial Hospital, diventato rifugio di un gruppo di agenti di polizia che avevano creato una sorta di ‘sistema feudale’ basato su violenze e soprusi di ogni genere. Nella fattispecie questi poliziotti andavano in giro raccogliendo persone disperse, curandole per poi costringerle a sdebitarsi lavorando per loro o propriamente facendogli da inservienti e schiavi. Tra gli edifici distrutti di una città diventata fantasma e completamente infestata da vaganti, Daryl e Carol incontrano Noah, che racconta di conoscere Beth e insegna loro come funzionano le cose al Grady. Ma mentre tentano di raggiungere questo posto una macchina con due agenti investe Carol che viene portata all’interno di questo ospedale. A questo punto Daryl decide di tornare indietro per chiamare rinforzi: entra in scena il nostro sceriffo Grimes.

Rick, sempre risoluto e pragmatico propone di attaccare con tutte le forze, uccidendo tutti quelli che avessero incontrato in modo da recuperare Beth e Carol senza problemi ma Tyreese, appoggiato anche da Daryl, propone una mediazione senza spargimenti di sangue, escogitando un piano per attirare un paio di questi poliziotti, catturarli e poi proporre uno scambio con le due donne. Rick, se pur controvoglia è costretto ad adeguarsi ed il piano effettivamente va a buon fine, infatti riescono a prendere in ostaggio tre poliziotti e ora si attende solo lo scambio. Tra questi poliziotti ce n’è uno che si mostra più disponibile alla trattativa pacifica e sembra più onesto degli altri, spiegando anche nei dettagli come fosse più opportuno muoversi con il capo che comanda le operazioni e prende le decisioni al loro ospedale base, l’agente Dawn.

Tant’è che Rick, sempre diffidente con chiunque, ad un certo punto pare quasi accordargli fiducia. Forse il nostro sceriffo ha ancora un lumicino di speranza nel cuore che quel distintivo, quella divisa anche dopo un’apocalisse che ha spazzato via ogni ordine e senso, potesse ancora farsi valere sulle spalle di qualcuno. -Grazie sergente Lamson– dice Rick scuotendo il capo in forma di assenso e convincimento. – Mi chiamo Bob– risponde l’uomo (che comunque è legato ad una colonna senza poter muovere le braccia) facendo prendere un colpo a Sasha che era l’addetta a sorvegliarlo. Bob è lo stesso nome del loro amico appena mancato, ed anche a Rick sembra come una ‘garanzia‘ questo nome. – Sei ancora un poliziotto – gli dice con tono di accordo. Ma Bob commenta come desolato – No, quelli veri sono tutti morti
E rimane solo con Sasha di guardia, mentre Rick raggiunge gli altri. A questo punto Bob, sempre con il suo fare dimesso e accomodante, comincia a raccontare una storia riguardante alcuni suoi colleghi trasformatisi in putrefatti che aveva riconosciuto per strada e la nostra sopravvissuta, forse lasciandosi un po’ andare per via del nome che le ricorda il suo Bob, si offre di aiutarlo a liberare il suo amico dalla schiavitù eterna da zombie, consentendo al poliziotto di alzarsi per indicargli qual era, in modo da centrarlo col fucile dall’alto dell’edificio. Ma proprio nel momento in cui Sasha prende la mira, il sergente Lamson scalcia la ragazza facendole perdere i sensi, e scappando via: era solo un tranello quindi e questo Bob non era per niente sincero come aveva fatto credere.
Ma veniamo dunque alla scena dell’esecuzione. La 5×8 si apre così, con l’inseguimento di Rick che appena si accorge del fatto si mette ad inseguirlo. La puntata inizia con questa doppia sequenza tra le gambe che corrono(non si intravede fin da subito che è Rick) e il poliziotto, il Bob ‘finto’,che cerca di liberarsi i polsi.
Lo sceriffo per strada trova un’auto della polizia lasciata incustodita dagli altri poliziotti e, come ai vecchi tempi, quando lo sceriffo lo faceva per davvero, prende il microfono radio e gli ìntima di fermarsi. Ma Bob non si ferma e Rick lo mette sotto con la macchina.

Si vede il poliziotto agonizzante insultare Rick – Figlio di puttana, pazzo, pazzo – ripete. Qui il primo piano di Rick quasi in dissolvenza con il cielo e le nuvole di Atlanta, lo vedono sempre più maschera di ferro, senza pietà gli dice – Non doveva andare così, ti avevo detto di fermarti
Ancora un primo piano di Rick, poi il sole e i riflessi di luce e Bob a terra che tenta di farlo ragionare ma Rick ormai ha deciso. – No, non dopo questo…
– Morirai – è l’ultima cosa che riesce ancora a dire Lamson. Rick nella veste di ‘angelo sterminatore’ lo uccide a sangue freddo.
-Sta zitto – è l’eco allo sparo. Ancora nuvole e grattacieli lo scenario che conclude la scena.
Questa esecuzione ci mostra un Rick gelido più del ghiaccio, spietato, sadico, impassibile. Non aveva quasi più avuto spazio dentro di sè per un’apertura di fiducia verso qualcuno, conoscendo perfettamente il mondo com’era prima e come è diventato ancora più bastardo adesso, aveva fatto uno sforzo fin troppo speciale che ancora una volta però è stato disilluso. Le suppliche dell’agente Bob ormai sono intempestive, lo sceriffo Grimes si è sentito tradito proprio da uno che indossava quella divisa a cui aveva sempre creduto. – Io non ti conosco – aveva provato a giustificarsi mentre era a terra Bob. Appunto.
Rick Grimes conosce solo una parola, ed è d’onore.

In conclusione possiamo definirla, pur con tutte le attenuanti e le brutte esperienze passate, un’esecuzione estremamente CINICA.

3 – IL MARITO VIOLENTO DI ALEXANDRIA, PETE ANDERSON

Alexandria. Rick e il suo gruppo dopo tanto errare senza meta e senza fissa dimora, vengono intercettati da Aaron che li invita ad andare con lui in una comunità di persone rimaste praticamente quasi all’oscuro di tutto ciò che stava accadendo durante l’apocalisse. Una realtà incredibile che vede i nostri quasi spaventati e increduli al loro arrivo. Ad Alexandria, infatti, vi sono case perfette, pulite, acqua, corrente elettrica ed ogni genere di confort. Nella comunità vivono persone normali e tranquille e senza traumi particolari rispetto ai nostri sopravvissuti che invece nelle loro esperienze ne avevano passate di tutti i colori. Ed è qui che Rick conosce una simpatica e attraente biondina, Jessie, che si offre di tagliargli i capelli dato che in passato aveva fatto anche la parrucchiera. Il Grimes rimane quasi immediatamente affascinato da questa donna che a sua volta non disdegna le attenzioni rivoltele. Il problema è che Jessie è sposata con un chirurgo di nome Pete, personaggio molto importante per gli equilibri di questa comunità essendo l’unico medico. Nel frattempo la leader di Alexandria, Deanna Monroe, affida a Rick il compito di fare da poliziotto per la sicurezza di questo posto, cosa che lo inorgoglisce non poco. E proprio in una delle sue prime ronde notturne il nostro sceriffo fa la conoscenza del medico marito della bionda. Seduto in penombra davanti al ciglio di casa sua, Pete accoglie Rick con un saluto di benvenuto alquanto sinistro.

Successivamente Carol viene a contatto con uno dei figli dell’uomo e scopre che all’interno della sua famiglia c’è qualcosa che non va: infatti Pete è un marito e padre violento, dedito spesso ad ubriacarsi e a sfogare poi la sua sbronza abusando della moglie e del bambino che però non possono chiedere aiuto a nessuno dato che nella comunità mancano proprio persone che possano difenderli e Pete per il ruolo particolare che riveste è intoccabile ad Alexandria. Quindi Rick, messo al corrente da Carol su questa situazione, spinto anche dal suo invaghimento per Jessie oltre che per la mansione affidatagli, entra a piedi uniti nella vicenda cercando di convincere la donna a ribellarsi alla sua condizione passiva di fronte a queste violenze. Ma Pete chiaramente non ci sta e trova Rick e la moglie parlare in modo molto confidenziale proprio dentro casa sua. Ne nasce una colluttazione infuocata tra i due che tra schiaffi e pugni volano addirittura dalla finestra picchiandosi selvaggiamente. La rissa si svolge sotto gli occhi di tutti gli abitanti della comunità e termina con lo sganassone di Michonne a Rick che mette fine all’episodio. Ma la tensione è ormai  alta e Rick è sottoposto ad una sorta di processo pubblico per valutare se espellerlo da Alexandria. Le regole democratiche della Monroe non prevedono giustizie sommarie o estreme come invece è solito preferire il Grimes ma nel bel mezzo della riunione, furibondo per essere stato allontanato dalla moglie per quello che era successo, Pete fa irruzione con una spada per vendicarsi e inavvertitamente ferisce a morte il marito di Deanna. A questo punto la signora Monroe capisce in un colpo solo tutto ciò che le era stato spiegato per giorni invano e si rivolge a Rick con l’odio negli occhi – Rick, do it! – – Fallo! –
E il nostro sceriffo non se lo fa ripetere due volte e immediatamente uccide Pete davanti a tutti, sotto lo sguardo del ritrovato Morgan che rimane sbalordito.
Questa esecuzione a morte assume un significato molteplice: spiana forse la strada verso un’unione con la moglie ormai vedova della sua vittima e soprattutto fa capire all’intera comunità che in un mondo post-apocalittico senza più leggi e istituzioni, la miglior soluzione è quella di eliminare il problema senza scrupoli di coscienza e nel modo più veloce possibile.
E’con questa esecuzione quindi che Rick si erge anche a personalità forte e dominante di Alexandria, facendo presupporre di esserne diventato a tutti gli effetti il capo supremo. Un’esecuzione dai motivi passionali quindi e forse anche opportunista, ma anche e soprattutto imperante, nella perfetta accezione del termine ‘maschio alfa’ che si impone sull’antagonista e diventa il numero uno del suo branco.

Possiamo definirla in conclusione, un’esecuzione GIUSTIZIALISTA.

Un saluto agli amici di The Walking Dead ItaliaThe Walking Dead ITACaryl Italia ed agli amici del gruppo di The Walking Dead Italia Fans!