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Shane Walsh – Uno dei più grandi rimpianti tra i grandi personaggi televisivi visti in questi anni

Shane Walsh The Walking Dead
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Quando pensiamo a The Walking Dead, serie AMC attualmente disponibile su Disney+, la trovi qui, il primo volto che ci viene in mente il 99% delle volte è quello di Rick Grimes: la sua espressione quando nella primissima scena si rende conto del fatto che la bambina che voleva avvicinare fosse in realtà una piccola vagante, il meme insieme a un Carl ancora in tenera età o la sua faccia che stagione dopo stagione si riempie sempre più di barba e si svuota di tutte le emozioni positive. Solo dopo aver pensato a lui cominciamo a visualizzare gli altri personaggi: Carl – per l’appunto -, Michonne, Maggie, Daryl, Negan (qui un approfondimento sul suo personaggio) e tutti coloro che hanno preso parte a numerose stagioni o comunque che sono durati più a lungo in tempi più recenti. Solo dopo averci riflettuto ancora e ancora probabilmente ci viene in mente il viso di Shane Walsh, che all’inizio della serie (qui trovi le migliori curiosità dalla prima all’ultima stagione) era talmente importante da avere un posto nella sigla tra le tre foto rotte che raffigurano i protagonisti, e che poi è purtroppo finito in quella lista di personaggi delle serie tv che potevano dare tanto e invece sono finiti troppo presto (e troppo male).

Rick Grimes e Shane Walsh: il primo scontro di The Walking Dead

Shane Walsh appare tra i protagonisti nella prima e nella seconda stagione della serie ora su Disney+, e come ospite molto gradito nella terza e nella nona. All’inizio della serie è uno dei personaggi principali, tra quelli sui quali il primissimo gruppo in partenza fa affidamento per riuscire a sopravvivere in un contesto non proprio semplice. Fin dai primi episodi, però, cominciamo anche a capire quale sia il suo passato e cosa lo abbia portato ad arrivare alla situazione in cui lo troviamo quando facciamo la sua conoscenza. Prima dell’inizio della fine, Shane era un agente della polizia di Cynthiana, collega nonché migliore amico di Rick che invece era vice sceriffo. Nel momento in cui Rick è entrato in coma a causa di un’operazione sul lavoro andata male, Shane ha cominciato ad avvicinarsi sia alla moglie del suo amico – Lori – sia a Carl, stabilendo con loro un legame molto forte. Un legame che è sfociato però all’inizio dell’apocalisse zombie in una relazione con Lori (che intanto pensava che suo marito, incosciente in un letto d’ospedale, fosse ormai morto) e a un rapporto che molto aveva a che vedere con quello padre-figlio con il piccolo.

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Shane in The Walking Dead

Ma quella che poteva essere nella mente di Shane una nuova famigliola felice stile Mulino Bianco con zombie al seguito si trasforma in un desiderio incompiuto. Le cose infatti cambiano radicalmente nel momento in cui, nel terzo episodio della prima stagione, Rick raggiunge il gruppo ad Atlanta. In un primo momento apparentemente ben felice di rivedere il suo amico, Shane capisce subito che il ritorno di Rick nelle vite di Lori e Carl cambia le carte in tavola anche per lui, comportando sia un’interruzione della sua relazione, sia un cambio di rotta nel suo rapporto con Carl. Ed è proprio in questo momento che ha inizio lo scontro tra Shane e Rick, uno dei rapporti più burrascosi che la serie visibile su Disney+ abbia mai visto (e ne ha visti parecchi), un’amicizia che è anche una lotta continua perché vissuta da due persone che hanno come obiettivo l’amore delle stesse persone. Uno scontro che – ormai lo sappiamo già – per Shane non andrà a finire bene, ma che intaccherà per sempre anche l’anima di colui che prima gli era stato tanto vicino e che poi è diventato il suo principale nemico, zombie a parte.

È così che comincia la trasformazione di un maschio alfa che si sente privato di ciò che gli appartiene

L’ideale di famiglia che si era creato e il ruolo di capogruppo gli vengono improvvisamente strappati via dal ritorno di Rick Grimes alla vita, e questa privazione si traduce subito in un istinto violento sempre più incontrollabile. Viene sorpreso da Dale mentre è sul punto di sparare al suo amico per estirpare alla radice il problema: senza Rick tutto tornerebbe come prima, ma per fortuna non riesce a farlo. Successivamente tenta di violentare Lori, gesto al quale la donna riesce a sottrarsi ma che segna anche uno spartiacque molto potente, un prima e un dopo che vengono poi ulteriormente delineati nella seconda stagione di The Walking Dead, quando per riuscire a fuggire dai vaganti Shane usa un suo compagno di viaggio come esca. È in questo momento che la trasformazione mentale comincia a delinearsi anche in un cambiamento fisico, con il taglio di capelli realizzato per nascondere la colluttazione con Otis e il fatto che lui gli avesse strappato una ciocca di capelli. E per Shane è l’inizio della fine.

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Shane Walsh in The Walking Dead

D’ora in avanti tutto ciò che Shane Walsh farà lo avvicinerà di un passo in più al declino finale: la scoperta della gravidanza di Lori e la consapevolezza del fatto che lei ha tutta l’intenzione di crescere la bambina che porta in grembo come figlia sua e di Rick, la morte di Sophia e dulcis in fundo l’omicidio di Randall sono tutti tasselli che vanno a costruire lo stesso puzzle fatto di deliri di onnipotenza, ma anche della sensazione di non essere abbastanza rispetto al suo più caro amico ma anche intimo nemico. Shane vede in Rick un modello e contemporaneamente qualcuno nei cui confronti non si sente all’altezza, la persona che ha tutto ciò che lui vorrebbe e che dunque deve essere eliminata per permettere una redistribuzione di ciò che è in suo potere. L’amore di Lori e Carl, la stima del gruppo, il ruolo di colui che prende le decisioni: ecco cosa Shane vuole con tutto se stesso e ciò che invece Rick – senza nemmeno doverlo richiedere troppo – ha. E la sua volontà di recuperarli lo fa entrare in un vortice di ossessione dal quale solo il coltello di Rick riuscirà a farlo uscire, ma nel peggiore dei modi.

Insieme a Shane muore la possibilità di coabitare un mondo nuovo

Non appena ci rendiamo conto di quale sia la storia che sta dietro il ritorno di Rick Grimes, nel profondo dei nostri cuori sappiamo che un mondo in cui lui e Shane convivono amabilmente non esiste. Sappiamo che lo scontro tra i due comincerà a esacerbarsi e che uno dei due più prima che poi dovrà morire, e immaginiamo fin da subito chi possa essere. Shane è stato disegnato per essere messo in contrapposizione con il protagonista (qui un approfondimento su Rick Grimes) di The Walking Dead, colui che più che un uomo porta sullo schermo un’entità eroica il cui obiettivo è salvare non solo il suo gruppo ma l’intera umanità. In quanto tale, Shane è e deve essere l’antagonista, colui che invece è disposto a fare di tutto – anche a uccidere – pur di perseguire il suo scopo personale. Ciò non toglie però che nel momento in cui muore il nostro cuore si spezza un po’. Ottimo come villain di stagione, ma ancora di più come rappresentazione di un’umanità problematica ben prima dell’arrivo di orde di vaganti nel mondo, Shane è un antagonista con il quale riusciamo, in qualche modo che a volte non piace nemmeno a noi, a empatizzare. Ne vediamo il male, ma nel profondo riusciamo anche a leggerne le motivazioni e a sperare che possa cambiare. Non succede, e con Shane muore anche quella possibilità di miglioramento e di rinvigorimento dell’anima alla quale forse solo Negan molte stagioni dopo riuscirà a dare un nuovo spazio.

E quindi, mio caro Shane, sei un grande rimpianto. Ma forse è solo così che poteva andare: nemmeno un’apocalisse zombie riuscirà a ricordarci cosa significa essere umani.