La scorsa puntata di The Walking Dead, quella che aveva segnato la fine della prima parte della stagione, si intitolava Hearts still beating, ovvero ‘i cuori battono ancora’.
Nel midseason finale di The Walking Dead avevamo bisogno di quel titolo. Avevamo bisogno di quella riunione finale, del coraggio di Aaron. Del discorso di Michonne e dell’appoggio di Jesus. Avevamo bisogno di quei sorrisi, dell’abbraccio tra Rick e Daryl. Avevamo bisogno di sentire quel battito, ormai totalmente nascosto dalla prepotente risata di Negan. Nell’avanzata decisa e fiera verso la casa di Gregory, simbolo di Hilltop, e nella Colt Python di Rick finalmente di nuovo nella sua fondina abbiamo sorriso. Abbiamo ascoltato il cuore battere ancora… con un ritmo forte e deciso.
In questi giorni d’attesa per la seconda parte di stagione di The Walking Dead ci siamo preparati, speranzosi, ad una reazione. Ci siamo preparati a rivedere lo sguardo da cacciatore di Rick. Abbiamo aspettato di rivedere il gruppo unito e determinato a raggiungere quello che è sempre stato il loro obiettivo: un mondo migliore.
Più volte nella puntata questo concetto viene ripreso. Rick chiede a Gregory se la situazione con i Salvatori sia buona oppure no (‘E’ così che vuoi vivere? Sotto il loro controllo mentre uccidono i tuoi uomini? […] Staremmo meglio senza i Salvatori sì o no?’) e a Re Ezekiel pone lo stesso quesito. Ad entrambi spiega le ragioni e la volontà di non vivere da schiavi. Il nuovo mondo offre una scelta. Costruire una casa prosperosa ed espanderla al fine di accogliere le persone disperse (stesso motto di Alexandria e de il Regno di Ezekiel) o costruire un luogo buio e grigio fondato sulla violenza e sulla paura.
A rafforzare queste due posizioni ci sono anche le inquadrature: la base dei Salvatori è sempre avvolta in un freddo grigiore nuvoloso. Le persone lì lavorano e camminano a testa bassa, parlano senza farsi sentire. Vivono per inerzia arrancando per arrivare a sera sperando di soddisfare Negan e di acquisire i suoi punti. Alexandria, Hilltop e il Regno hanno un polmone verde che infonde speranza ad ogni angolo.
Ci sono persone che vivono e non sopravvivono. Persone che possono allenarsi secondo un loro talento, che possono girare nel bosco da sole senza destare sospetti, persone di cui ci si può e ci si deve fidare. Persone che corrono, camminano, rischiano o muoiono addirittura, ma lo fanno sempre a testa alta.
Questa puntata di The Walking Dead non inizia come le altre dal primo secondo. In questo episodio la vera linea di partenza è segnato da quel ‘we need you’ (abbiamo bisogno di te) di Padre Gabriel del prequel. Tutto si costruisce intorno a quelle parole in ogni singolo minuto. Io ho bisogno di te, tu hai bisogno di me, noi abbiamo di voi, voi avete bisogno di noi. Noi abbiamo bisogno di te e tu hai bisogno di noi.
Una caratteristica fondamentale di questi nuovi momenti di The Walking Dead è data da una prova, una prova di fiducia.
Mentre tra le file dei vari possibili nuovi alleati Rick cerca di trasmettere un’ideale comune, intorno a lui vediamo muoversi diverse situazioni. Da una parte c’è chi non ha bisogno di giri di parole e di convinzioni per mettersi in gioco. Dall’altra c’è chi, astutamente promosso dagli autori, sembra voler sempre mettere i bastoni tra le ruote.
Gli abitanti di Hilltop non ci mettono più di un secondo a fidarsi di Maggie e Jesus più di quanto non abbiamo mai fatto con Gregory. La gente non è stupida, sa riconoscere una persona forte da una debole. Sa riconoscere un’ideale, la buona volontà di cambiare e non restare a subire, sa riconoscere quel famoso ‘coraggio‘ citato dal titolo.
Non servono cerimonie, né applausi. Basta tirare su lo sguardo e dire ‘io sono pronto‘.
Come Hilltop, così Richard, così Benjamin. Il combattente di fiducia di Re Ezekiel vede concretizzarsi la sua proposta di guerra per il riscatto suo e della comunità per cui darebbe la vita. Il ragazzo a cui un (quasi) padre ha dato fiducia dimostra di maneggiare (quasi) meglio di lui i saggi insegnamenti appresi nel Regno.
La voglia di combattere preme dall’esterno, ma sembra avere qualche resistenza nelle pieghe più prossimali al leader di The Walking Dead.
Dal primo minuto non capiamo il perché delle azioni di Padre Gabriel. Con la sua proverbiale paura a fargli da ombra è difficile non dubitare di lui mentre svuota la dispensa e fissa il quaderno marchiato da Lucille alla ricerca di beni da portare con sé. Cibo, armi, una macchina e un pieno al serbatoio: la ricetta perfetta per una fuga al tempo giusto.
Poco dopo ci viene proposto uno scambio poco simpatico di battute tra Sasha e Rosita, segno che è difficile dimenticare un tradimento, anche dopo tanti momenti condivisi. Un obbiettivo comune non deve cancellare tutto per forza. Le ragazze combatteranno fianco a fianco se necessario, si difenderanno e proteggeranno le persone che amano. Non per questo però saranno amiche.
A mettere la ciliegina sulla torta della rivolta interna ci pensa ovviamente Morgan che al momento decisivo si schiera dalla parte di chi vuole rischiare, ma non troppo. La sua posizione nel Regno è ormai di alto spicco. Con la sua alta moralità, le sue idee ferree, la vicinanza al trono e l’addestramento di Benjamin, il signor Jones si è guadagnato un posto al tavolo delle decisioni del Re.
L’aver ucciso uno dei Salvatori non ha cambiato il suo punto di vista. La preoccupazione per il sacrificio di qualcuno è più forte del grido che Ezekiel sussurra al bambino ‘finalmente liberi‘.
Cambiamo il mondo, vostra Maestà.
Rick è bravo ad usare le parole giuste per colpire e commuovere il Re. Egli sa che il leader di Alexandria non sta sbagliando, che la storia di quella bambina potrebbe essere la loro storia. Ognuno è padrone del destino del suo popolo, della sua gente.
Quando ero bambino mia madre mi raccontò una storia. C’era una strada che portava ad un Regno e c’era una roccia (i Salvatori) nella strada. Le persone la evitavano (non la affrontavano), ma i cavalli si rompevano le zampe e morivano (la gente moriva, brutalmente), le ruote dei carri si staccavano. Le persone perdevano la merce che avrebbero dovuto vendere (o dovuto barattare, nel mondo di The Walking Dead).
Questo accadde ad una bambina: una botta di birra che la sua famiglia produceva cadde e si ruppe. La birra sparì, assorbita dalla terra. Era l’ultima possibilità della sua famiglia. Erano affamati, non avevano più soldi (cibo e armi). Lei era lì seduta e piangeva, ma si chiedeva perchè la roccia fosse ancora lì pronta a ferire qualcun altro. Quindi scavò attorno a quella roccia con le mani finché non sanguinavano (combatté senza restare ferma a piangere). Usò tutto quello che aveva per estrarla. Ci vollero ore.
Poi, quando stava per riempire la buca, vide qualcosa all’interno: una sacca piena d’oro (un filo d’acciaio con della dinamite e dei razzi, dei possibili alleati). Il Re aveva messo quella roccia nella strada perchè sapeva che la persona (le comunità) che avrebbe cercato di estrarla, avrebbe meritato una ricompensa. Avrebbe meritato che la sua vita cambiasse in meglio, per sempre.
Ci vuole coraggio dice Benjamin a Carol parlandole della sua volontà di allenarsi contro i vaganti. Ci vuole coraggio dice Rick a Gregory e meno velatamente Maggie al popolo di Hilltop. Ci vuole coraggio grida Alexandria con i suoi esponenti a tutto il Regno. Ci vuole il coraggio di quella bambina.
Nella classica presa di posizione tra Rick e Morgan, tra un ancora ad un mondo troppo perfetto e uno più razionale, si pone un nuovo peso. La bilancia di The Walking Dead ormai pende inesorabilmente dalla parte di Rick.
Richard lo sprona a non arrendersi a quelle prime parole, a quel primo ‘no’. Anche il nostro leader all’inizio sembrava aver piegato la testa sotto Lucille, ma poi ha rialzato lo sguardo e ha capito.
‘Hai visto i loro occhi?‘ domanda Benjamin al Re.
Non importa quello che succederà, importa quello che è già successo. Delle persone sono morte per costruire qualcosa di più di una recinzione anti-zombie. Tutto quello che c’è stato non può esser stato vano. Ogni sogno di espansione, di Terra fertile e libera (come afferma Ezekiel) non è solo una fantasia.
Il tenere lontano Daryl funziona. Averlo vicino ad Ezekiel non solo lo proteggerà, ma aiuterà Alexandria a confermare l’alleanza e Carol a ritrovare la strada.
Mentre l’orologio scorre e Simon detta il Tic Tac, la sensazione è che tutto si stia perfettamente allineando.
Un cavo d’acciaio si tende per troncare una minaccia incombente. L’avere fiducia in Padre Gabriel premia. Le impronte dell’ultima puntata sulla terra fangosa e fresca assumono un volto e una forma. Rick può finalmente sorridere, proprio come Richard.
Tic Tac Negan, tic tac.
[Puntata dedicata a James Heltibridle, uno dei lavoratori al magnifico progetto che è The Walking Dead]
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