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The Walking Dead è rinata dalla pandemia

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Anche se “Una morte certa” ha segnato la fine della sua storyline principale, la decima stagione di The Walking Dead ci terrà compagnia fino ad aprile con sei episodi bonus (qua troverete la nostra recensione della 10×17, e qui quella della 10×18). In questi approfondimenti speciali, i vari personaggi dovranno fare i conti con la distruzione lasciata dai Sussurratori, oltre che con i traumi del loro passato. Sconfitte e perdite che hanno lasciato un segno profondo nei nostri sopravvissuti, e che sicuramente ci daranno la possibilità di osservare il loro lato più vulnerabile. Dunque, sembra proprio che lo show voglia mettere da parte l’azione e il caos dell’episodio finale a favore di una maggiore introspezione. Ma se in passato i ritmi lenti hanno contribuito alla perdita di mordente dello show, (tanto da trasformarlo da serie leggendaria a una come tante altre), queste puntate riflessive si stanno invece dimostrando piuttosto promettenti.

Così come le ultime due stagioni, “Casa dolce casa” e “Trovami” hanno dato un nuovo respiro alla serie, che ha finalmente recuperato il suo ritmo. Dopo stagioni dimenticabili, The Walking Dead ha infatti ritrovato la formula giusta per intrattenere, riuscendo ad equilibrare colpi di scena, inquietudine e quell’elemento umano che ci ha fatto emozionare tante volte. Dunque, anche se in molti pensavano che l’addio di Rick avrebbe segnato la fine dello show, la sua dipartita, per quanto dolorosa, ha contribuito alla rinascita della serie.

Un cambio di rotta che abbiamo apprezzato, ma che forse poteva arrivare prima.

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Ora che lo show si sta avvicinando alla sua conclusione, è naturale guardarsi indietro e rivalutare ciò che abbiamo visto nel corso degli anni. E quello che vediamo è una serie memorabile che ha saputo entrare nell’immaginario collettivo e creare una delle più grandi community di fan. Ma se fino alla quarta stagione ha saputo tenerci incollati allo schermo, a partire dalla quinta le cose sono cambiate. Il desiderio di allungare il brodo il più possibile ha sacrificato un ritmo sostenuto per una frustrante lentezza e un’eccessiva introspezione. Purtroppo tutto ciò ha danneggiato lo show, tanto da dividere la fanbase in due parti: da un lato coloro che sono rimasti con la speranza di assistere a una svolta, e dall’altro quelli che invece hanno abbandonato la nave prima che potesse affondare.

Ma nonostante sembrasse essere destinata a una circolo vizioso di ripetitività, alla fine The Walking Dead ha mostrato di avere ancora qualcosa da dire. E soprattutto il modo giusto per farlo. Grazie al cambio di showrunner e al salto temporale, la serie è riuscita a riaccendere l’antico amore degli spettatori. Infatti nella nona e decima stagione abbiamo potuto godere della complicità fra i personaggi storici, dell’introduzione di nuovi e interessanti volti e dell’inquietante presenza dei Sussurratori, un’angosciante minaccia che ha alzato la posta in gioco. Inoltre, lo show ha saputo creare una nuova strada anche per l’amato/odiato Negan, che sta affrontando un importante percorso di redenzione.

Fortunatamente, anche i primi due episodi extra di The Walking Dead sembrano avere lo stesso potenziale delle ultime stagioni.

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Casa dolce casa” ci ha ricordato quanto ogni personaggio abbia un disperato bisogno di trovare un posto in cui sentirsi al sicuro e costruire un futuro. La protagonista principale di questo episodio dal titolo eloquente è Maggie, che torna ufficialmente a far parte dello show. Gestito perfettamente, il suo ritorno ci ha permesso di dare uno sguardo malinconico al passato e allo stesso tempo a un presente che potrebbe non essere così roseo. La storia di Maggie non è costellata da ricordi felici, salvo la breve parentesi serena alla casa sul mare. È macchiata da ricordi disperati, da continue lotte per la sopravvivenza, da traumi talmente profondi da non riuscire a condividerli con Daryl. E dalle domande scomode di un figlio che si chiede se il padre abbia ottenuto la giustizia che meritava.

Negli occhi della donna c’è una grande tristezza, figlia delle esperienze di un passato remoto che già conosciamo e di uno più recente che invece dobbiamo ancora scoprire. Fortunatamente, lo show ha voluto darcene un assaggio, presentandoci una nuova minaccia che potrebbe sorpassare quella dei Sussurratori. Si tratta dei Mietitori, uomini disposti a togliersi la vita piuttosto che tradire la loro causa. La loro introduzione ha sicuramente stuzzicato il nostro interesse, ma non possiamo dire che non ci siano stati altri momenti impattanti. Impossibile non citare il ritorno del piccolo Hershel, che ci ricorda tanto il compianto Glenn, e un tacito confronto fra Maggie e Negan, la cui dinamica potrebbe costruire la base di un’interessante storyline.

Dopo aver reintrodotto una vecchia conoscenza, The Walking Dead ha voluto concentrarsi su un altro veterano dello show.

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Trovami” è infatti un minifocus su Daryl, una presenza costante nello show e uno dei personaggi più amati dai fan. Rispetto a quello precedente, il diciottesimo episodio non gioca con il senso di pericolo, ma ciò non significa che sia meno interessante. Questa puntata introspettiva ci ha fatto entrare nella mente del protagonista, attraverso due piani temporali diversi: il suo presente con Carol, in bilico fra il desiderio di riscattarsi, l’amore incondizionato che li lega e rivendicazioni amare. E il suo passato con Leah, un amore perduto anni prima, ma non per questo meno doloroso. Grazie a questa struttura narrativa, “Trovami” getta luce sul periodo immediatamente successivo alla morte di Rick, una perdita che Daryl non è mai riuscito a superare. Perché Grimes non era semplicemente il suo leader o compagno. Era suo fratello, colui che associava a quella casa di cui aveva bisogno per trovare un significato più profondo nella sua esistenza.

Tuttavia, Daryl ritroverà quel significato proprio durante la sua incessante missione di recupero. Nella solitudine della foresta, l’uomo incontra un’anima provata come la sua, una donna che comprende il suo dolore, la sua rabbia. Anche se non ci viene mostrato molto del loro amore, l’episodio è riuscito a farci comprendere la lotta interiore di Daryl, combattuto fra il suo desiderio di cercare l’amico, quello di trovare un nuovo posto con Leah e Cane, e l’irremovibile fedeltà per la sua “vecchia” famiglia, alla quale sa di non poter voltare le spalle. Inoltre, pur mostrandoci una storia inedita, lo show non manca di riflettere sul rapporto di Daryl e Carol, pericolosamente appeso a un filo, e di rievocare più volte la figura di Rick. Un leader ancora celebrato, ma soprattutto un fratello mai dimenticato.

Alla luce di tutto ciò, bisogna riconoscere che, nonostante abbia ritardato la tabella di marcia dello show, la pandemia ha favorito la nascita di questi meravigliosi approfondimenti.

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Non possiamo ancora pronunciarci sui restanti quattro, ma i primi due episodi extra ci hanno mostrato quanto lo show possa ancora offrire freschezza, intrattenimento ed emozioni sincere. L’alternarsi di diversi linee temporali non solo sta funzionando, ma ci permette anche di conoscere meglio i protagonisti. Di scavare nei loro ricordi, così da poter comprendere meglio il loro presente. Proprio per questo, non possiamo che aspettare con trepidazione l’episodio dedicato a Negan, che ci aspettiamo possa essere uno dei migliori di questi vincenti minifocus. Non ci resta che incrociare le dita!

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