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The Walking Dead è tornato in vita

The Walking Dead
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The Walking Dead è tornato in vita. Adesso ci divertiamo

Come un uragano. The Walking Dead è tornato, eccome se è tornato. E verrebbe da urlarlo con tutta la forza che abbiamo in corpo.

Cruenta, spietata, intensa. La prima puntata della settima stagione è stata di gran lunga una delle più belle nella storia di questa Serie Tv. Una storia fatta di alti e bassi, lodi sperticate e critiche feroci, ma comunque una storia vissuta sempre sulla cresta dell’onda, in prima linea. In evidenza.

Ci deve pur essere un motivo per cui nonostante tutto The Walking Dead rimanga ad oggi la Serie Tv più seguita al mondo (già, anche più di Game of Thronessebbene quest’ultima sia in generale quella più apprezzata tra le serie attualmente in onda) e gli autori nella 7×01 hanno finalmente deciso di ricordarcelo, questo motivo.

Quello che sto per dire rimarrà estremamente soggettivo ma devo assolutamente dirlo: erano almeno un paio d’anni che non mi esaltavo così per una puntata di The Walking Dead. E’ stata la prima Serie Tv di cui mi sono innamorato follemente. E’ stata anche la Serie Tv che sostanzialmente mi ha spinto più di ogni altra a creare Hall of Series (ai nostri esordi, un anno e qualcosa fa, pubblicavamo praticamente quasi solo articoli su The Walking Dead). E quindi non posso che essere grato a questa serie, alla quale sarò sempre particolarmente affezionato nonostante sia io il primo a criticarla. The Walking Dead è per me come quel figlio con cui fai il cattivo dalla mattina alla sera per spronarlo, ma quando finalmente decide di darti soddisfazioni sei il primo ad essere estasiato. 

Da un paio d’anni, per me, The Walking Dead aveva perso mordente. Sulla storia di ‘Eh ma è una Serie Tv introspettiva, se volevi vedere violenza, sangue, azione e combattimento dalla mattina alla sera potevi guardare qualcos’altro’ ci si stava marciando decisamente troppo. E cominciava a stancare.

I vaganti non facevano più paura, le storie d’amore avevano preso il sopravvento tant’è che in certi momenti mi chiedevo se stessi guardando Beautiful, Rick era diventato un supereroe capace di uccidere 100 zombie a mani nude come se nulla fosse. I villains dall’interessante Gareth – peccato, potevano sfruttarlo meglio – in poi erano diventati praticamente inesistenti, perchè non venitemi a dire che i Wolves fossero personaggi interessanti, o che il marito ubriacone di Jessie fosse un tipo che vi faceva sobbalzare dalla sedia. 

In più c’era stato quel pasticcio che non scorderò mai, un pasticcio che quasi mi aveva fatto cadere The Walking Dead dal cuore in maniera definitiva: Glenn, il vicolo chiuso, i 300 zombie e l’impossibile (non improbabile, impossibile) salvataggio sotto il cassonetto. Con quell’episodio si erano toccati picchi di irrealtà mai visti prima.

Il bello di The Walking Dead prima versione si poteva riassumere in una singola parola: tensione. Non pretendevamo per forza scontri incredibili e battaglie memorabili, perchè The Walking Dead prima versione la tensione la creava anche nei momenti di stasi. Tipo alla fattoria, quando bastava lo scontro fratricida Rick-Shane a tenerti incollato allo schermo, e se non ti bastava quello c’erano comunque dinamiche di gruppo intricate e zombie che ancora riuscivano a dire la loro.

Da un paio di stagioni a questa parte, a mio parere, questa tensione si era quasi completamente persa, salvo rarissime eccezioni. Ebbene, in questa prima puntata della nuova stagione ho rivisto il vero The Walking Dead. Quello che ti tiene incollato allo schermo, ti fa vivere 45 minuti con le antenne dritte, e ti fa capire che realmente ‘Nessuno è al sicuro’. Realmente, non solo nelle parole trite e ri-trite di Rick.

L’uccisione di due top personaggi come Glenn ed Abraham è stato un colpo ben sferrato, ma paradossalmente non è stato il vero clou della puntata. Non è stato ciò che mi ha fatto gridare al miracolo ed esultare urlando ‘Wow, The Walking Dead è tornato’. Ciò che è successo dopo, quello mi ha portato al massimo stato d’esaltazione. Perchè ciò che è successo dopo è stato tanto terrificante quanto meraviglioso.

Lo scontro Negan-Rick, con il nuovo super-villain che fa di tutto per dominare psicologicamente lo sceriffo Grimes, riuscendo nell’impresa in cui nessun altro era riuscito. Ma soprattutto la tensione che si tagliava a fette e la paura che si percepiva nelle espressioni di Michonne e soci nel momento in cui Negan ha minacciato di uccidere tutti se Rick non avesse tagliato un braccio a suo figlio. Momenti di show fatto come si deve. Epicità allo stato puro. 

E poi il senso di smarrimento. Il senso di impotenza che si insinuava triste e brutale negli occhi dei personaggi, e che dai loro occhi si trasportava rapidamente verso i nostri con la forza e la veemenza di un uragano devastante. O se preferite, di una sonora mazzata.

Un tornado di emozioni. Contrastanti, intense, tetre, dolorose. Ma di quelle emozioni che ti fanno sentire vivo. Perchè nell’ultimo periodo per me The Walking Dead era diventato come uno zombie: si teneva in piedi, certo, ma caracollando pesantemente. Ora però ha fatto il miracolo: è tornato in vita, è tornato ad assumere le meravigliose sembianze umane che aveva fino a un paio di stagioni fa. 

C’è tempo per rimediare agli errori commessi e c’è tempo per riconquistarsi il pubblico perso o semplicemente stanco. Sono stati creati i presupposti per una stagione da urlo, e forse anche per un prosieguo della storia straordinario. Non l’avrei mai detto, ma sono esaltatissimo e non vedo l’ora che arrivi la prossima puntata.

Inquietudine. Tensione. Rabbia. Dolore.

Eeny. Meeny. Minie. Moe.

THE WALKING DEAD.

Il lunedì è di nuovo bello. Che meraviglia

 

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