Ryan Murphy che fa scacco matto allo stesso Ryan Murphy. È stato il caso di The Watcher che qualche settimana fa ha svettato in classica di Netflix prendendo il posto dell’acclamata Dahmer, con protagonista l’attore Even Peters nel ruolo dello spietato serial killer di Milwaukee. Entrambe le produzioni, infatti, sono state create e dirette dal noto sceneggiatore e regista statunitense. I punti in comune tra queste due storie non mancano, anzi. Ci sono moltissime somiglianze, la prima fra tutte è l’ispirazione a fatti realmente accaduti alla base della storia raccontata.
Anche se attenendosi a fonti completamente diverse e raccontando fatti molto distanti tra loro, sia Dahmer che The Watcher narrano di cronaca. Un altro elemento in comune che è difficile ignorare è sicuramente il mood generale fatto di ansia, tensione e paura.
Concentriamoci ora unicamente su The Watcher, al di là dei paragoni con simili e dissimili.
L’escamotage adottato da Murphy è quello di comunicarci sin da subito, prima ancora di essere posti al corrente dei fatti, che tutto ciò che stiamo guardando è ispirato a fatti veramente successi. Questo ci permette di sospendere per un attimo quell’incredulità da spettatori per calarci in una differente dimensione, in cui tutto assume un diverso valore, con colori e sensazioni più vivide rispetto a quelle che ci comunicherebbe una storia inventata di sana pianta.
Una volta preparato bene il terreno, Ryan Murphy ci introduce senza troppi preamboli e premesse nel vivo dell’ossessione pura che la famiglia protagonista è costretta a vivere e sopportare nel corso della sua permanenza nella villa di Westfield, nel New Jersey.
Una tranquilla famiglia americana si trasferisce in questa splendida casa da sogno che costringe il padre di famiglia, Dean – interpretato da Bobby Cannavale – a un indebitamento ingente. L’abitazione è situata in un quartiere abitato da personaggi ambigui e fastidiosamente invadenti. Questo sembra già sconvolgere gli iniziali e fragili equilibri del nucleo ma è l’evento successivo ad accendere la miccia per una spirale di eventi inarrestabile ed estremamente inquietante. L’arrivo di alcune lettere minatorie, firmate da L’Osservatore, minacciano la serenità della famiglia che accusa molto duramente il colpo e inizia ad risentire di una profonda instabilità psico-fisica. Tutti loro cadono nello spaventoso vortice della paranoia, specialmente la coppia dei coniugi.
Questa serie Netflix può definirsi a tutti gli effetti un vero e proprio thriller psicologico (un genere su cui a Netflix piace investire), diverso da molti altri realizzati in questi ultimi tempi ed estremo per le conseguenze che ne sono derivate. Secondo uno studio condotto dalla piattaforma streaming, gli spettatori della serie interpretata da Naomi Watts, hanno registrato un aumento significativo degli incubi e delle difficoltà a dormire dopo la visione della serie televisiva. Inoltre, si è registrato un aumento del 527% delle ricerche di rimedi per la difficoltà a dormire di notte. The Watcher si è trasformata in un’ossessione meta narrativa a tutti gli effetti, in grado quindi di avere anche un effetto diretto e notevole su chi abbia conosciuto questa storia.
The Watcher, infatti, è riuscita in questa operazione di climax estremo. I primi sentori sono presenti sin dall’inizio ma sono così deboli da poter essere ignorati ma è solo quando ormai non c’è più nulla da fare che la consapevolezza fa capolino e insieme a questa, la paura.
Le premesse sono sicuramente forti e permettono di crearsi aspettative altissime, tuttavia è solo con l’andare avanti della storia che ci rendiamo conto che l’ossessione di questo Osservatore è sicuramente inquietante e disturbante ma, in fondo, la storia non ci porterà a nessuna certezza o ferma presa di coscienza.
Senza ombra di dubbio, la scelta di enfatizzare l’irresolutezza dell’enigma contribuisce moltissimo a rafforzare l’aspetto “ossessivo” di questa storia. In fondo, l’ossessione di cui facciamo esperienza noi spettatori è solo in parte riconducibile a colui che da il tormento. La vera ossessione invece di cui sperimentiamo sintomi, episodi e conseguenze è quella dei protagonisti Dean e Nora. Il vero tormento è il loro ed è proprio questo mistero irrisolto che rende sempre più instabile il loro equilibrio mentale e la loro aderenza ad una realtà oggettiva e tangibile.
Ci aspettavamo sicuramente un finale differente. Soprattutto in un thriller psicologico come questo con Naomi Watts, ci aspettiamo un epilogo degno che possa chiudere la storia dandole un senso e permettendole di restare impressa nelle menti di chi l’ha conosciuta. The Watcher è tanto pathos e un finale dalla narrativa vacua. Che sia stato proprio questa una scelta voluta – oltre che un espediente – adottata da Ryan Murphy nella la sua serie Netflix? Per tutta la durata della serie effettivamente noi siamo “ingannati” a credere che a un certo punto ci sarà un cambio di rotta e la soluzione al caso finalmente potrà vedere la luce.
Ecco come Murphy si sforza di comunicarci tutto e subito, senza troppi giri inutili. Tutto questo per lasciarci senza una concreta e definitiva risposta.
Il fatto che si tratti di una storia realmente accaduta – con tanto di riadattamento e dettagli romanzati – ha sicuramente funzionato come supporto alla costruzione di una certe tensione narrativa, come hanno dimostrato gli studi stessi condotti sull’effetto riscontrato sugli spettatori della serie. Il tocco di Ryan Murphy però, in The Watcher, è non solo molto evidente ma anche a tratti forzato. La dimensione da thriller psicologico che era nelle sue intenzioni a tratti risente proprio di alcune falle che ne fanno dichiaratamente un prodotto finto ed esagerato e che quindi non riesce ad essere percepito come “reale” e riconducibile ad avvenimenti realmente accaduti.
Nel complesso, The Watcher è un thriller psicologico che funziona, grazie anche ad un cast di alto livello – tra cui spicca il nome di Naomi Watts nota agli amanti di Lynch per il suo capolavoro Mulholland Drive. Tuttavia, il rinnovo per una seconda stagione preoccupa e incuriosisce al tempo stesso: non sarà mica una forzatura tutto ciò che verrà raccontato da adesso in poi? Lo scopriremo e soprattutto, capiremo quanto il regista farà abuso dei rimandi alla sua amata e apprezzatissima serie antologica, American Horror Story.