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Via del Campo

The White Lotus
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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulla seconda stagione di The White Lotus

Dopo lo straordinario successo della prima stagione, The White Lotus ha fatto il proprio ritorno con un secondo capitolo altrettanto riuscito, capace di consacrare definitivamente la serie. La seconda stagione della produzione HBO muove i suoi passi in una Sicilia ossessiva e trasognante, dove i ricchi avventori del The White Lotus si godono il sole e i panorami mozzafiato dell’isola, immersi nei loro intrighi e bagnati dai loro peccati. Il vizio torna forte anche in questa seconda stagione della serie e viene trasceso in diverse declinazioni, fino ad assurgere alla purezza, a diventare ossimorico e a consacrare coloro che, liberamente, lo accolgono.

Tra i tanti protagonisti della seconda stagione di The White Lotus spiccano, senza ombra di dubbio, Lucia e Mia, le due giovani siciliane interpretate da Simona Tabasco e Beatrice Grannò. Le due s’inseriscono nelle dinamiche del resort tramite la loro attività da escort e proprio sfruttando la loro calda sensualità riescono a farsi strada nella settimana di permanenza al The White Lotus, arrivando, alla fine, a centrare i propri obiettivi.

Il percorso di Lucia e Mia all’interno della seconda stagione di The White Lotus viene simboleggiato quasi alla perfezione da uno dei brani della splendida colonna sonora della serie, ovvero Via del campo di Fabrizio De Andrè. Faber è largamente presente nella produzione di HBO, con alcuni dei suoi brani più intensi e pregni di significato, volti a sottolineare, di volta in volta, un qualche carattere del racconto. In Via del campo, uno dei più grandi capolavori della sterminata discografia del cantautore genovese, è impossibile non rintracciare la parabola di Lucia e Mia e la loro realizzazione in The White Lotus, come se i personaggi fossero scritti sulla base della canzone.

La figura della prostituta tra Fabrizio De Andrè e The White Lotus

Per inquadrare meglio questo discorso, è bene fare un piccolo excursus preliminare su una delle figure cardine della poetica di Fabrizio De Andrè: quella della prostituta. Questo è un personaggio che si rincorre tantissimo nella musica di Faber e assume una dimensione fondamentale, quasi mistica. L’accezione con cui Fabrizio De Andrè presenta le prostitute nelle sue canzoni ricorda moltissimo quella con cui vengono presentate Lucia e Mia in The White Lotus. Nella poetica di Faber, le prostitute sono figure “benedette”, vicine a quel concetto di umanità pura in quanto primordiale e libera da vincoli borghesi e sociali. Sono donne in grado di dare la salvezza proprio perché strenue rappresentanti di quella carnalità e di quella libertà che l’uomo borghese, costretto dalle convenzioni sociali, non può permettersi.

In tal senso, Lucia e Mia appaiono come le uniche persone trasparenti e veraci in tutto l’affollato universo di personaggi di The White Lotus. Proprio per la loro spregiudicatezza, le due sono osteggiate dai ricchi avventori del resort e anche dalla frigida direttrice, Valentina, ma quell’avversione è solo il mascheramento di un desiderio latente. Come canta Fabrizio De André in un’altra delle sue canzoni più significative, ovvero La città vecchia, “quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie, quella che di notte stabilisce un prezzo alle tue voglie”: così Lucia e Mia, alla luce del sole, vengono allontanate e rifiutate da quei ricchi che non vogliono farsi vedere in compagnia di due squillo, ma poi nell’oscurità saziano i loro desideri più reconditi, smascherando tutta la loro ipocrisia. Lucia e Mia, invece, non hanno paura di mostrare i loro vizi e da ciò traggono la loro forza.

Le due ragazze, quindi, risultano globalmente sovrapponibili alla presentazione che Fabrizio De Andrè fa della figura della prostituta e il frequente uso delle canzoni di Faber nella colonna sonora di The White Lotus fa presagire, in un certo senso, la parabola delle due, che si affermano come le uniche rappresentati di un’umanità spontanea, che si accetta liberamente, non si nasconde e non si fa ingabbiare da convenzioni sociali. La cui vita fluisce libera, non come quella di quei ricchi ipocriti che fanno di tutto per inibire i propri desideri in pubblico, salvo poi sfogarli proprio con chi pubblicamente evitano.

Lucia e Mia in The White Lotus (640×340)

I passaggi di Via del Campo in The White Lotus

Al pari delle prostitute nelle canzoni di Fabrizio De Andrè, Lucia e Mia hanno poi anche quella dimensione salvifica, che vediamo bene in due passaggi che, curiosamente, sembrano ricalcare precisamente dei passi proprio di Via del campo. Testo alla mano, è possibile ritrovare alcuni dei protagonisti della serie HBO nelle figure delineate da Faber nella sua canzone. Ad esempio, in Via del Campo c’è un uomo che, accolto il desiderio di andare con una prostituta, si rende conto che, grazie al suo sorriso, riesce a raggiungere il paradiso che, contro ogni pronostico, è solo al primo piano di una casa d’incontri.

In questo passaggio è impossibile non riconoscere Valentina, che sin dall’inizio è la più fiera nemica di Lucia e Mia, che secondo lei rovinano la rispettabilità del suo hotel. Valentina è una donna fortemente repressa e non si scaglia contro Lucia e Mia per il loro comportamento, ma sostanzialmente perché invidia la loro sicurezza e il loro essere libere nel proprio corpo. Corteggiata da Mia, Valentina però si libera, grazie a una notte insieme a lei, di tutti quei freni e finalmente si lascia andare, trova il paradiso che per lei è in una suite libera del The White Lotus e accetta, finalmente, la sua sessualità e il suo piacere.

In un altro passaggio di Via del campo c’è un illuso che chiede alla prostituta di sposarlo, trovando però la sua porta chiusa. Qui, invece, è ben delineato il destino di Alby, che sogna di portare con sé in America Lucia, le regala i soldi che in teoria le servono per l’emancipazione, ma alla fine rimane sedotto e abbandonato. Nel comportamento della giovane, però, non percepiamo un subdolo inganno, anzi, alla fine Alby è grato di aver vissuto dei momenti di vera umanità e di trasporto con Lucia, a differenza di quanto fatto con Portia che in tal senso è una bella antitesi della siciliana, e il ragazzo trae da tutto ciò che ha vissuto una lezione di vita importante.

Al di là dell’impressionante coincidenza tra questi passi di Via del Campo e le vicende di Valentina e Alby in The White Lotus, con questi due esempi vediamo bene la dimensione salvifica che accomuna Lucia e Mia alle prostitute di Fabrizio De Andrè. La salvezza, in Faber, non ha niente a che fare col cielo, ma è l’esperienza più terrena che ci possa essere. La società borghese, avvolta nei suoi inganni, rifiuta la propria dimensione primigenia e allora la salvezza consiste nel liberarsi di tutti quei dettami sociali e di vivere un’esperienza di umanità pura, di connessione con la propria intimità, possibile proprio grazie a chi, quell’umanità pura, la vive in maniera totalizzante.

Il trionfo di Lucia e Mia

Alla fine, non è un caso se gli unici personaggi davvero realizzati nella seconda stagione di The White Lotus sono proprio Lucia e Mia. Le due, al termine della settimana, riescono a ottenere la loro realizzazione: la prima riceve i soldi da Alby, la seconda invece diventa la cantante del The White Lotus. L’affermazione delle due siciliane si può leggere, ancora una volta, in chiave “faberiana”, per così dire, come quel trionfo degli umili che il cantautore ha auspicato in tantissime sue canzoni.

Lucia e Mia non sono senza dubbio due ragazze libere dal vizio, anzi, ma a differenza di tutti quei ricchi vacanzieri del The White Lotus lo accettano liberamente e spontaneamente. Le due si mostrano per quel che sono, senza paura, e così facendo scardinano completamente tutto quel complesso gioco di specchi che viene messo su da una micro-società di ricchi come quella che popola il lussuoso resort. Lucia e Mia sono l’unico sprazzo di umanità pura nella seconda stagione di The White Lotus e proprio in quanto tale ottengono il loro trionfo.

Che poi a fare da sfondo a questa realizzazione di Lucia e Mia ci siano le canzoni di Fabrizio De Andrè, e in particolare Via del Campo, è l’ennesima testimonianza della straordinarietà di The White Lotus. Una serie estremamente umana nel suo rinnegare l’umanità, fino al punto di celebrarla nella sua forma più carnale e primordiale possibile. Un po’ come le canzoni di Faber, straordinari dipinti di una feroce e vivida umanità.