Creata dall’autore polacco Andrzej Sapkowski, The Witcher è una serie di romanzi e racconti che è diventata molto popolare grazie agli adattamenti di videogiochi e, dopo essere stato trasformato in un film e in una serie tv in Polonia nel 2001 e nel 2002, The Witcher ha ottenuto il suo primo adattamento in lingua inglese nel 2019 grazie a Netflix. La produzione è una delle serie tv fantasy del panorama seriale candidate per essere la Game of Thrones degli anni ’20. Sebbene questo appellativo risulti tendenzialmente riduttivo, dato che ogni epopea fantasy è un mondo a sé stante, va detto che la produzione con protagonista Geralt di Rivia è forse la migliore tra quelle attualmente a disposizione dei milioni di fan di questo genere. Va detto anche che tra qualche mese usciranno nuove stagioni di produzioni come La Ruota del Tempo e nuove serie tv, tra cui l’attesissimo spin-off del Signore degli Anelli.
Quella prodotta dalla piattaforma streaming californiana sembra avere un futuro roseo, dato dalla commistione tra magia, azione e profondità dei personaggi che ne fanno una seria candidata al ruolo di successore di GoT. Quello di cui vogliamo parlarvi oggi è il futuro della produzione e di cosa ci aspetta per la terza stagione. Si rincorrono infatti le voci e i rumors sui casting per la parte 3 della serie tv che racconta le vicende di Gerlat, Ciri e Yennefer, e queste voci sollevano ulteriori domande sulla fedeltà dello show ai romanzi e ai racconti di Andrzej Sapkowski. Se infatti la stagione di debutto, uscita nel 2019, era un adattamento molto ravvicinato dell’omonima serie di libri fantasy, la seconda si è presa notevoli libertà con il materiale originale e ha introdotto una trama più lineare che ha fatto felici i non esperti della storia di Geralt, ma ha fatto storcere il naso ai fan più ortodossi. The Witcher 2 ha infatti ridisegnato alcuni personaggi, ha modificato la storia secolare di Kaer Morhen e ha creato una side-story originale che coinvolge Francesca e gli Elfi.
The Witcher 3 continuerà a discostarsi dai libri?
La prossima stagione della serie tv sarà tratta principalmente dal libro di Andrzej Sapkowski intitolata Il Tempo della Guerra, ma i casting per The Witcher 3 suggeriscono che l’adattamento continuerà a discostarsi dai libri dell’autore. Robbie Amell si è unito al cast come un personaggio originale di nome Gallatin e dunque, avendo scritturato un attore del genere, è probabile che gli sceneggiatori gli faranno interpretare un ruolo di rilievo nella terza stagione e magari anche in quelle successive. Stando alle notizie fatte trapelare da Netflix, Amell vestirà i panni di un guerriero elfo di nome Gallatin che “guida un esercito di guerriglie Scoia’tael che combatte per conto di Nilfgaard. Gallatin sarà destinato, nel tempo, a entrare direttamente in rotta di collisione con Francesca per il potere e il dominio sul popolo elfico”. Questa è chiaramente una continuazione dell’arco narrativo di Francesca, il che significa che lo show televisivo continuerà a tracciare la propria strada ed è probabile che ciò generi lamentele da parte della fan-base più ortodossa.
Ironia della sorte, sebbene The Witcher tragga ispirazione dai libri di Sapkowski, i lettori più accaniti della saga non sono rimasti colpiti dai cambiamenti apportati dagli sceneggiatori, anzi. Se andiamo infatti a vedere le recensioni di Rotten Tomatoes, la seconda stagione è stata bombardata di critiche dagli utenti. Nel momento in cui stiamo scrivendo, The Witcher 1 ha un punteggio da parte del pubblico del 90% di preferenze, rispetto al 60% della stagione 2. La mancanza di accuratezza e lo scostamento dal libro è visto come una mancanza di fiducia nel mondo costruito da Sapkowski e un’incapacità di valutare correttamente i personaggi e i concetti che The Witcher ha messo in gioco. Il casting di Amell per il ruolo di Gallatin porterà senza dubbio a nuove lamentele per la terza stagione, con un evento completamente nuovo che modifica ancora una volta l’universo creato dalla serie tv.
Critiche fuori luogo?
Diciamo la verità, la risposta è sì. Per essere onesti le aspre critiche legate alle modifiche apportate dalla serie The Witcher di Netflix risultano per certi versi incomprensibili. Sebbene alcune decisioni, come quella di riscrivere radicalmente la storia di uno dei Witcher più amati, ovvero Eskel, oppure la creazione della sotto-trama di Francesca, che però non altera un personaggio, né sottrae nulla alla storia, siano scelte singolari, la stroncatura del pubblico risulta incomprensibile. I romanzi di The Witcher tendono ad essere incentrati sui personaggi e a fare focus molto esaustivi su essi, ma lo show sta virando su altre scelte e sta davvero cercando di costruire un mondo più ampio attraverso l’adattamento del materiale originale. La trama di Francesca è ambientata in un angolo del mondo con cui Geralt non ha interagito direttamente molto nei libri e dunque l’arco centrale non è influenzato dalle aggiunte o dalle sottrazioni come la fine di Eskel.
Tale decisione di Netflix e tale costruzione dell’universo seriale è semplicemente una pratica per rendere fruibile la serie a un bacino di utenti più ampio rispetto ai soli fan originali di The Witcher. Una scelta dunque comprensibile e ragionata, per fare in modo che la produzione attragga il maggior numero di persona possibili e sia comprensibile anche a chi non è un esperto del mondo di Sapkowski. The Witcher è una serie tv cruciale per le ambizioni di Netflix di creare un mondo ampio ed esteso e per poter rivaleggiare con altre produzioni dello stesso filone come La Ruota del Tempo e Il Signore degli anelli. Netflix sta cercando di porre le basi per un franchise più ampio basato sul mondo di The Witcher e Geralt, fatto di spin-off e film per creare una vera e propria epopea fantasy. Alcuni fan, soprattutto i più rigidi e coloro i quali amano alla follia i romanzi di Sapkowski, rischieranno di rimanere delusi, ma questo è il prezzo che Netflix deve pagare per rendere The Witcher una pietra miliare del fantasy moderno.