All’annuncio della prima stagione di X-Files, la “Entertainment Weekly“, nota rivista statunitense pubblicata dal gruppo “Time Inc.“, criticò pesantemente le aspettative della serie ed ipotizzò che questa avrebbe avuto un ciclo abbastanza breve, non riuscendo ad afferrare il successo a causa della complessità delle trame di ogni puntata.
Una profezia che si rivelò, nella sua erroneità, un portafortuna che permise alla serie di
arrivare addirittura oltre le aspettative preposte dallo stesso Chris Carter.
Quest’ultimo, infatti, stabilì una stima di cinque stagioni oltre le quali proseguire con una serie di film che ne continuassero e concludessero la trama a tempo debito.
La Fox, tuttavia, non poté ignorare la fama che la serie aveva raggiunto, gli alti ascolti e la richiesta smodata di proseguire da parte dei fan, così propose a Carter il compromesso che forma la mitologia di X-Files così come la conosciamo oggi: concesse al
produttore di farne un film a cavallo tra la quinta e la sesta stagione che avrebbe perpetuato la serialità.
4. Nuova linfa creativa.
L’episodio “Requiem” (season finale della settima stagione) sarebbe dovuto essere l’episodio finale dell’intera serie.
Sette stagioni erano, infatti, il secondo traguardo che Chris Carter si impose dopo aver proseguito oltre le cinque inizialmente stimate: Carter era convinto che andare oltre sarebbe stato deleterio, e che si sarebbe inevitabilmente verificato un deflusso di creatività.
Anche in questo caso, fu la Fox ad insistere e, per ovviare alla scarsità di stimoli, fu fatta la scelta di inserire nuovi personaggi dopo l’addio di David Duchovny (rivelatosi poi, fortunatamente, provvisorio), quali John Doggett e Monica Reyes.
