Infame, ma necessaria premessa: codesto insieme di sillabe contiene qualche spoiler, se ne raccomanda la lettura a un pubblico di adulti consenzienti e coscienti di aver appena letto questo mini-foglietto illustrativo d’apertura. Tenere lontano dalla portata degli analfabeti.
The Young Pope non poteva che essere un’opera per iniziati. Il suo ideatore e regista è un visionario eccentrico (oltre che più italiano della Pizza margherita), le tematiche che affronta sono profonde e il protagonista, nel caso vi foste sfuggito, è un Papa ancora più speciale di quello attualmente in carica!
C’è tutto questo, ma anche dell’altro. C’è una fotografia da orgasmo, una perfezione stilistica in grado di far andare in brodo di giuggiole tanto gli addetti ai lavori quanto il pubblico più generalista e soprattutto c’è un cast di livello spaziale ad impersonare una serie di personaggi misteriosi e ambigui, tra i quali c’è un uomo solo al comando: Angelo Voiello.
La sublime interpretazione di Silvio Orlando e la genialità degli sceneggiatori hanno dato vita a una figura tanto bianca quanto oscura, un uomo capace di raggiungere punti altissimi e al contempo bassissimi solo per proteggere, a seconda della situazione, gli interessi di sé stesso, dei suoi alleati o dell’intera Chiesa.
Proviamo allora a capirci qualcosa di più di questo piccolo e astuto Cardinale partenopeo che adora dichiaratamente due dei: quello in dotazione con crocifisso e tricorno… E Diego Armando Maradona.
“I potenti hanno la conoscenza, ma non sanno cosa serve per essere più potenti di tutti gli altri. Arrivare alla conoscenza per primi“
Tra tutti i prelati, Angelo Voiello è sicuramente
quello più potente e scaltro
Più volte viene lasciato intendere direttamente dai suoi colleghi che sia stato lui stesso a pilotare l’elezione papale, in virtù dei suoi agganci, della sua influenza e della sua abnorme mole d’informazioni compromettenti.
Come per tutti gli uomini facenti parte dell’elitarismo, la figura di Voiello si regge su un intricatissimo sistema di ricatti e pressioni, basato a sua volta su segreti dei quali viene a conoscenza grazie anche al lavoro del suo tirapiedi Federico Amatucci, che ricopre un po’ lo stesso ruolo di Mignolo, con il suo “padrone” chiamato inevitabilmente a prendersi quello del Prof.
Un esempio di questo suo perfido lato è senza dubbio la vicenda di Ester, sostanzialmente obbligata ad offrirsi al Papa in cambio del silenzio sul suo torbido passato durante un dialogo poco adatto ai deboli di cuore tale è il peso di ogni singola sillaba pronunciata da Angelo.
“Se vedi il Papa digli di non fare troppo tardi: io, a differenza sua, ho tante cose da fare. Devo mandare avanti tutta la baracca che mi ha lasciato quel pescatore indeciso di Pietro”
Per quanto idealmente gigantesco, però, il Cardinale viene spesso biasimato e non sempre gli viene fatta la cortesia di aspettare che abbandoni la stanza per farglielo capire: Pio XIII non esita a definirlo “spregiudicato e ambiguo” nel corso del loro primo colloquio, Michael Spencer lo maledice convinto che l’italiano lo abbia truffato impedendogli di venire eletto durante il Conclave e, per quanto lo rispettino, Caltanissetta e gli altri membri del suddetto non hanno una grande opinione di lui.
Perché tutta quest’avversione? Beh senza dubbio nessuno all’interno del Vaticano si può permettere di giudicare negativamente la moralità di qualcun altro (il che vi dice moltissimo dell’abnorme distanza tra teoria e pratica che la fa da padrone in ogni angolo di questo Mondo).
La loro è semplice paura e sudditanza nei confronti di qualcuno a cui, un domani, potrebbero doversi aggrappare disperatamente, a meno che non si riesca per una volta a far fare al gatto la fine del topo…
“Ho fatto pensieri impuri sulla Venere di Willendorf, la statua paleolitica di donna che ha il Papa nella sua biblioteca. Tiene 25’000 anni”
Tra tutte le femmine che circolano a San Pietro (sic!), Angelo ha scelto forse la più tribale e sorprendente: una statuina di qualche migliaio di anni.
La spiegazione non viene data, ma è probabile che in quel simbolo di fertilità, abbondanza e piacere il Cardinale trovi un certo qual senso di rilassatezza e pace dal quale piace farsi coccolare in sostituzione dello stress e dei ritmi vorticosi a cui è abituato, come suggerisce l’espressione da provolone con cui la osserva.
Al di là del platonismo, però, c’è un’altra donna su cui spesso si rivolgono le pupille arroccate dietro quegli occhialetti scuri.
“Mi perdoni”
La disperata supplica che Voiello rivolge a Suor Mary dopo averla sorpresa prendendole una mano in groppa a un ippopotamo morto (Si, avete letto bene e chi vi scrive non è impazzito) è l’inequivocabile segnale che quella che in teoria doveva essere un’aguzzina è diventata qualcosa di molto di più: il personaggio interpretato dalla perennemente impeccabile Diane Keaton è una donna intelligente, anticonformista e brillante.
Una compagna di conversazione ideale. Il simulacro di una bellezza tramontata, ma non ancora svanita, almeno nella sua accezione più alta. E’ l’amore che Angelo avrebbe sempre voluto avere e mai avrà.
Quanto tempo è passato da quella sera in cui lei, credendo che il napoletano stesse andando a prostitute, lo seguì e rimase di sasso nel vedere che in realtà aveva abbandonato il Vaticano solo per prestare cure al povero Girolamo (al quale per altro confesserà in seguito i suoi sentimenti per Suor Mary): forse il Cardinale è meno cattivo e insensibile di quanto si pensi.
“Faccia di cazzo non ti permettere mai più di nominare il nome di Dio invano”
Quest’ingiuria rivolta al proprietario del ristorante “Er core de Roma“, reo di aver asserito che Maradona si droghi ancora, è la perfetta esemplificazione di un altro lato di colui che si è autodefinito “l’uomo dietro le quinte”: quello goliardico.
Certe espressioni, certi silenzi, certe trovate campanilistiche e certe epiche camminate con la divisa ufficiale del Napoli ci dicono che Angelo Voiello è in fin dei conti un uomo simpatico, che nonostante le apparenze si prende molto poco sul serio ed è in grado di tramutarsi in un irresistibile clown in men che non si dice. Stiamo sempre parlando di un Cardinale, ve lo ricordo.
Non è da tutti essere capaci di spaziare con tale semplicità attraverso vari registri lessicali, psicologici e sociali (per questo motivo Voiello si riconosce una certa dimestichezza nell’arte della diplomazia, con ragione per altro). Come fa? Come riesce ad essere tante cose e persone contemporaneamente? Perché Angelo ha scelto l’accettazione.
Ha accettato innanzitutto sé stesso, i suoi limiti e le sue qualità. Ha accettato il suo ruolo con annesse imposizioni, oneri ed onori. Ha accettato di dover lavorare per la squadra e di non essere all’altezza del ruolo di prima punta. Ha accettato il Mondo e gli ha detto di essere disposto a viverci, ma sempre ed esclusivamente a modo suo.
Bravo paisà.